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Ecco come il turismo entra nell’Agenda digitale: tra fibra, Wi-Fi e nuovi scenari

L’arrivo del Wi-Fi nei luoghi turistici è solo un ultimo tassello. Che fa parte di una strategia di ampio respiro, per ridare dignità tecnologia e innovazione al turismo italiano. Vediamo che sta succedendo

Pubblicato il 28 Ott 2016

Edoardo Colombo

esperto di turismo e innovazione

turismo videoludico

Il turismo dopo una lunga marcia di avvicinamento approda finalmente nell’agenda digitale nazionale e una serie di elementi convergenti confermano il tanto atteso evento.

Il protocollo di intesa siglato a luglio tra Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e l’Agenzia per l’Italia Digitale sanciscono l’intenzione del Governo di porre il turismo tra i settori chiave per far crescere l’uso del digitale, creando nuove opportunità di impresa e di lavoro.

Il protocollo indica infatti come prioritario investire su open data, open services e big data, combinando dati pubblici e dati privati, definendo standard e regole di utilizzo, in grado di mettere a disposizione del turista un ecosistema di servizi a valore aggiunto capillarmente adattato alle necessità territoriali.

Un accordo che arriva in contemporanea con tre altri momenti di grande rilevanza per la PA centrale e locale italiana che fanno seguito all’iniziativa che si può definire progenitrice dell’ecosistema digitale E015, ideato e sviluppato dal Cefriel e da Alfonso Fuggetta.

Il primo è il via libera della Commissione Europea sul Piano di Crescita Digitale che sblocca importanti risorse e che vede il Turismo tra i settori strategici su cui investire, sia per quanto riguarda il piano Banda Ultra Larga sia per ciò che concerne le iniziative di sistema che insistono sulle tecnologie digitali.

Il piano per la Banda Ultra Larga include i luoghi del turismo e della cultura che spesso facevano parte di quella categoria definita a fallimento di mercato, rispondendo a un’esigenza vitale.
Se chi viaggia non avesse la possibilità di accedere alla rete attraverso il proprio smartphone, caricando i video su youtube e snapchat o le foto su facebook e instagram, si condannerebbe le nostre destinazioni, soprattutto quei Borghi minori su cui si vuole puntare, a sparire dall’orizzonte internazionale, relegandole in un limbo del mercato da cui nessun investimento di comunicazione, seppur ingente, potrà più toglierle.

Il secondo momento è la ormai prossima approvazione del Piano Strategico Nazionale del turismo che ha visto una gestazione molto partecipata e condivisa e che accoglie molta parte delle indicazioni emerse dal lavoro del TDLab il Laboratorio del Turismo Digitale (di cui ho fatto parte) con cui si era andati a proporre una serie di azioni che sono state inserite.

Il terzo è lo sviluppo di Open Trasporti, l’iniziativa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che sta sviluppando strumenti per il settore della mobilità, rendendo accessibili i dati in tempo reale e in modo aperto dei principali operatori ferroviari nazionali e locali, dei gestori di porti ed aeroporti, dei gestori di trasporti locali. Un’operazione di standardizzazione molto attesa che consentirà di sviluppare un insieme di applicazioni a valore aggiunto, di notevole utilità per chi organizza il suo viaggio, con l’inclusione di sistemi di pagamento interoperabili e uniformi a livello nazionale.

Serve un’azione di coordinamento dei servizi, per semplificare l’esperienza di viaggio nel nostro Paese ancora molto complessa non solo per gli stranieri ma tuttora anche per il turista italiano.

In quest’ottica si posiziona anche l’intenzione anticipata di sviluppare una rete capillare di access point Wi-Fi free facilmente accessibili anche attraverso l’identità digitale SPID in prospettiva quella europea eIDAS, che superi la frammentazione e l’eterogeneità dell’attuale contesto introducendo standard abilitanti per servizi fiduciari.

Aumentare la fiducia reciproca tra parti ha infatti un valore determinante nell’economia collaborativa, come la definisce la Commissione Europea preferendola alla più diffusa accezione dell’economia della condivisione o sharing economy.

L’identità digitale estesa a un utilizzo di prossimità consentirà infatti di effettuare accessi e check-in anche in modo automatizzato, disponendo sempre dei propri dati di acquisto di voucher di trasporto o ticket di ingresso a Musei o eventi per finire con i trasporti locali che oggi sono le componenti più rilevanti delle card turistiche.

In questo scenario lo strumento plastico tradizionale della Card, che oggi è ancora molto diffusa in molte città e comprensori, potrà essere superato con la piena diffusione delle tecnologie di identificazione di prossimità.

Potrà forse essere la rivincita della mai decollata near field communication NFC degli Smart phone, ma anche dell’utilizzo delle carte di credito o debito esistenti e di nuova generazione che dispongono di tecnologia contactless.

In prospettiva anche le modalità di identificazione biometriche vedranno una maggiore diffusione per effetto delle crescenti esigenze di sicurezza che saranno sempre più tollerate se non perfino gradite.

Una nuova frontiera sono infine le tecnologie fondate sulla Blockchain, il cosiddetto libro mastro distribuito Distributed Ledger, che oltre alle transazioni di tipo economico sembra disegnata appositamente per l’industria turistica.
Gli smart contracts conterranno i codici commerciali e le metriche di identificazione dei servizi condivisi da tutti gli stakeholders e consentiranno in caso di un’avvenuta transazione di distribuire in modo automatico le relative commissioni da riconoscere a chi eroga il servizio.

La sempre più diffusa abitudine offerta dalle Online Travel Agency della possibilità di cancellare le prenotazioni fino al giorno prima del soggiorno, sta diventando insostenibile per l’industria dell’ospitalità e un modello fondato sulla microcontrattualistica e gli smart contracts, con la certificazione e il time stamp della riservazione, che garantisce entrambi i contraenti, potrebbe essere condizione necessaria per sviluppare nuove modalità di commercializzazione disintermediate.

In questo ambiente digitale si potrebbero sviluppare inoltre soluzioni di fidelizzazione e loyalty fondati sull’interoperabilità dei sistemi che consentiranno conversioni oggi di difficile attuazione tra punti reward e voucher di valore d’acquisto equivalente, utili per altro a promuovere luoghi e attrazioni meno congestionate.

La componente di trasparenza che caratterizza la Blockchain sarà determinante anche per certificare l’identità del cliente associata alla sua effettiva presenza in una struttura ricettiva o di ristorazione, offrendo la possibilità di garantire l’autenticità delle recensioni.

Un’ulteriore frontiera è il tema della sicurezza digitale. In un recente rapporto pubblicato da un portale spagnolo dedicato all’innovazione nel settore turistico, Hosteltur, si è evidenziato che il settore più a rischio nell’ambito delle frodi online e della cybersecurity sia quello della ricettività.

Milioni di persone sono stata vittime di utilizzi fraudolenti delle carte di credito, con strutture ricettive inesistenti, falsi siti o il più tradizionale furto di identità dovuto alla vulnerabilità delle password facilmente compromettibili.

Un territorio competitivo dovrà comprendere come proporre il proprio set di valori attrattivi interagendo e dialogando con il proprio cliente, con l’obbiettivo di favorire una migliore distribuzione dei flussi rispetto ai punti più congestionati, e una proposizione dinamica che competa nella sfida dell’allungamento della permanenza.

La smart destination sarà un mix di sensori e di access point personalizzati: ne sono un esempio le tecnologie di personalizzazione dei parcheggi, che grazie ad apparati annegati nello stazionamento, concentratori di trasmissione e localizzazione GPS potranno essere gestiti e valorizzati al meglio.

Si pensi agli stazionamenti dedicati a categorie che potranno disporre in modo più efficace e garantito secondo il reale fabbisogno, come i veicoli dei disabili, oppure secondo un criterio di valore variabile secondo il tipo di fruitore, come alberghi ristoranti o negozi che potranno offrire ai propri clienti posti riservati ad alto valore aggiunto secondo i momenti di picco.

Nel turismo si assiste infatti al diffondersi di un fenomeno definito del “Silent traveller” con un viaggiatore sempre più digitale che dispone di tutte le informazioni a portata di dito e che di conseguenza supera l’interazione umana con chi vive il territorio che sta visitando.

In questo contesto di recente è sbarcata definitivamente anche Google che, seppur senza un modello di business definitivo, ha recentemente rilasciato l’applicazione Google Trips che raccoglie tutte le informazioni sul viaggio dai ticket dei trasporti, ai ristoranti e infine agli alberghi

In tutto ciò è auspicabile che si assisterà a un ripensamento della tassa di soggiorno che potrà trasformarsi in un contributo associato ai servizi di cui potrà fruire il cittadino temporaneo che visita una città e attraverso cui si potrà attivare una relazione di customer relation che abbia l’obiettivo di instaurare una forma di fidelizzazione che implica una forma di profilazione.

Last but not least un evento di particolare rilievo è l’insediarsi del Commissario straordinario Diego Piacentini che avrà il ruolo di dare attuazione alle azioni previste nei piani suddetti.

L’auspicio è che uno dei massimi esperti internazionali di commercio elettronico promuova il turismo tra le priorità della sua azione, in considerazione del fatto, universalmente noto, che l’industry costituisce il 50% dell’e-commerce nazionale.

Occorre infatti qualcuno che sappia come creare le condizioni per sviluppare modelli distributivi innovativi fondati sui dati aperti, sulle Interfacce di Programmazione delle Applicazioni (meglio note come API) e sulla nuova frontiera dell’interazione attraverso BOT, che è l’abbreviazione di Robot, per favorire l’accesso diretto a un mercato sempre più intermediato da operatori commerciali internazionali che di fatto delocalizzano parte considerevole di Prodotto Interno Lordo.

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