l'analisi

La crisi delle telco, le carenze della politica hanno fatto danni: ecco come rimediare

“Asimmetria” potrebbe essere la prima parola-chiave per guidare i policy maker alla ricerca di soluzioni e nuovi assetti per il mercato delle telecomunicazioni, gravato da una crisi generata da diversi fattori, uno su tutti l’avvento di prodotti sostitutivi fortemente concorrenziali. Il punto

Pubblicato il 23 Gen 2023

Roberto Basso

External Affairs & Sustainability Director, WINDTRE

comunicazioni elettroniche

L’industria delle telecomunicazioni non se la passa bene. Negli ultimi anni le istituzioni e la politica non sono sembrate sensibili alle linee di tendenza già chiare che avrebbero condotto alla situazione attuale. Complice la breve durata degli esecutivi (tra 2013 e 2022, prima dell’attuale, ben 6 per una durata media pari a 21 mesi), i politici che via via assumono responsabilità di governo hanno a che fare con emergenze sempre nuove e non affrontano nodi con implicazioni che vanno oltre l’orizzonte temporale cui possono fare riferimento.

Nuove reti veloci, l’Ue punta sul contributo delle Big Tech, ma la strada è in salita

Il risultato è che spesso nel confronto con la politica ci si trova davanti a una percezione errata del settore, basata sui fondamentali di vent’anni fa: un’industria ricca, con ampi margini. Diversamente da oggi. Nel 2021 la differenza tra margine lordo e investimenti ha registrato appena 1,1 miliardi di lire (in discesa dagli 11 miliardi di dieci anni fa) ed è presumibile che nel corso del 2022 il cash flow del settore in Italia sia stato negativo (complice l’impennata del prezzo dell’energia e l’ultima rata delle esose licenze 5G).

Le cause dello stato di insostenibilità delle telecomunicazioni in Italia

Nel dibattito sulle cause dello stato di insostenibilità delle telecomunicazioni si sente spesso ripetere che la colpa è della guerra dei prezzi scatenata dagli operatori stessi. Certamente la competizione serrata sui prezzi è un fatto. Anzi, uno dei fattori determinanti il calo dei ricavi netti della filiera, passati da 33,2 miliardi di euro nel 2008 a 25,1 nel 2021 (lo ricordiamo per chi non avesse consultato l’edizione 2022 del Rapporto sulla filiera delle Telecomunicazioni in Italia realizzato dal Politecnico di Milano per conto di Asstel e delle organizzazioni sindacali di settore). Tuttavia, non è l’unico fattore: il mercato dei servizi ha registrato l’avvento di prodotti sostitutivi fortemente concorrenziali (per usare un eufemismo, dato che si tratta di servizi gratuiti, erogati in cambio di informazioni dell’utente), come la messaggistica istantanea che ha rimpiazzato gli SMS e le chiamate VoIP che hanno soppiantato la comunicazione vocale a commutazione di circuito. Ma soffermiamoci sulla “guerra dei prezzi”, ponendoci una domanda: causa prima o conseguenza di altri fenomeni?

Il dogma dei quattro operatori strutturati in ciascun mercato

Se riconosciamo che l’aggressività degli attori di un mercato dipende dalla densità sul lato dell’offerta (il numero di operatori in rapporto alle dimensioni del mercato, cioè il numero di clienti), allora nelle telecomunicazioni la guerra dei prezzi non può non essere la conseguenza di un affollamento eccessivo. Nel 2017, Wind e Tre hanno deciso di fondersi perché ritenevano che in Italia non ci fosse spazio per quattro operatori strutturati. Tuttavia, la Commissione europea ha subordinato l’approvazione della fusione all’ingresso di un nuovo operatore (Iliad), in ossequio a un principio che appare inscalfibile e continua a informare gli orientamenti dell’esecutivo europeo: il dogma dei quattro operatori strutturati in ciascun mercato come condizione ideale dell’assetto competitivo. Dopo la Brexit, il regolatore britannico Ofcom sembra aver adottato un approccio diverso, orientato a un’analisi “caso per caso”. Uno stimolo per la DG Comp e la vice presidente Margrethe Vestager a ripensare il proprio approccio. Nel frattempo, un quinto operatore ha avuto accesso allo spettro (Fastweb).

Come se non bastasse, il lato dell’offerta è andato affollandosi di operatori virtuali che svolgono in altri settori la propria attività economica principale e, pertanto, fanno dell’offerta di connettività uno strumento di fidelizzazione della clientela, accontentandosi di margini molto risicati e quindi praticando tariffe particolarmente basse. La stessa Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ne prende atto, segnalando il peso di Poste Italiane come operatore distinto dal segmento MVNO (nel quale c’è anche un’insegna molto popolare della GDO quale Coop). Una situazione peculiare, dato che Poste Italiane detiene una posizione dominante nella distribuzione di servizi, dall’alto dei suoi 14mila uffici diffusi sul territorio nazionale, oggi inaccessibili agli altri operatori. Inaccessibili perché una legge dello Stato sospende la disciplina sulla concorrenza (DL 59/2021) per impedire esplicitamente che altri attori possano accedere alla rete di un’azienda che lo Stato controlla.

Lo stato dell’arte sul fronte della domanda

Lato dell’offerta affollato e “denso”, dunque. E la domanda? Ha avviato un processo di razionalizzazione, con una continua riduzione del numero di SIM attive. Questo processo può essere attribuito presumibilmente sia alla riduzione generalizzata delle tariffe – che riduce l’incentivo per gli utenti a cercare soluzioni sofisticate per ottimizzare la spesa attraverso SIM “dedicate” a funzioni specifiche, come il traffico dati, voce ecc. – sia alla semplificazione dell’offerta (in Italia le offerte degli operatori sono meno articolate rispetto ad altri mercati, a causa della propensione a proporre pacchetti flat, comprensivi di voce e traffico illimitati). In un mercato stabile per numero di utenti e in contrazione per numero di SIM, la dinamica largamente prevalente è quella della sostituzione. In assenza di nuovi spazi, gli operatori si contendono i clienti a colpi di offerte, aumentando l’allowance o diminuendo le tariffe. Spesso, usando entrambe le leve contemporaneamente.

Le conseguenze della mancanza di un’adeguata politica industriale

Come sottolineato in esordio, la politica ha ignorato queste linee di tendenza. In mancanza di una politica industriale volta a creare incentivi razionali a comportamenti funzionali per lo sviluppo del sistema Paese, il mercato ha assunto una forma determinata dalle spinte deflattive. In questo quadro, il regolatore ha dato esecuzione efficace al proprio mandato iniziale, che fin dall’esordio ha coinciso con l’obiettivo di una significativa riduzione dei prezzi. Dati alla mano, osserviamo che nel confronto con le altre utility in Italia, quello delle telecomunicazioni è l’unico settore che ha visto i prezzi calare drasticamente, mentre negli altri crescevano in modo continuo; nel confronto internazionale, il mercato italiano ha registrato il calo più marcato (secondo dati AGCOM, la riduzione è stata del 33,3 percento tra dicembre 2011 e dicembre 2021). Prezzi bassi? Obiettivo raggiunto, senza ombra di dubbio.

Ancora una volta dobbiamo rimarcare l’assenza di una politica industriale capace di affrontare le linee di tendenza in atto. Infatti, mentre in termini di concorrenza statica (riduzione delle tariffe a beneficio del consumatore) il risultato conseguito può essere considerato più che soddisfacente, in termini di concorrenza dinamica non si può dire altrettanto. Una logica di concorrenza dinamica assume che l’equilibrio da raggiungere debba garantire lo sviluppo futuro del settore, e quindi una marginalità sufficiente a sostenere un ritmo di investimenti adeguato al ciclo di innovazione caratteristico delle tecnologie impiegate. In questo modo si salvaguarda anche l’interesse dei consumatori – che oltre ad avere prezzi ragionevoli nel presente continueranno a godere di servizi di buona qualità in futuro – e delle imprese degli altri settori, le quali esprimono una domanda di servizi abilitanti grazie ai quali incrementare la produttività e conservare un grado di competitività elevato sui mercati globali (particolarmente importante per le imprese manifatturiere italiane, dato che l’Italia è il quinto paese al mondo per esportazioni).

L’asimmetria regolatoria tra le imprese di telecomunicazioni e gli OTT

Il quadro non sarebbe completo se non prendessimo in considerazione le dinamiche di competizione con altri comparti e con prodotti sostitutivi. Ne abbiamo accennato in apertura: servizi basati sulla commutazione a pacchetto come la messaggistica istantanea e la trasmissione VoIP hanno sostituito servizi offerti dalle imprese di telecomunicazione. A ben vedere, l’impatto di queste tecnologie è molto più radicale: hanno mutato strutturalmente il ruolo delle telco da aziende di “telefonia” a fornitori di accesso a Internet. Questo mutamento è stato sottovalutato dai policy maker, che avrebbero potuto accompagnarlo con modifiche dell’impianto regolatorio, orientando così le autorità verso l’aggiornamento degli obiettivi di lungo periodo, alla luce del ruolo degli over-the-top e degli hyperscaler.

L’asimmetria regolatoria tra le imprese di telecomunicazioni e gli OTT è ben rappresentata nella tabella che segue (da M.T. Bilbil, Methodology for the Regulation of Over-The-Top (OTT) Services: The Need of a Multi-Dimensional Perspective. International Journal of Economics and Financial Issues, 8(1):101-10). Il Digital Markets Act dell’Unione europea è un primo passo per affrontare la situazione ma ben lungi dall’essere sufficiente per riequilibrare lo strapotere delle grandi piattaforme.

“Asimmetria” potrebbe dunque essere la prima parola-chiave per guidare i policy maker alla ricerca di soluzioni e nuovi assetti. L’asimmetria si rinviene, come abbiamo appena visto, tra telco e OTT. Si ritrova tra costi in continua crescita per cause esogene, da un lato, e ricavi in continuo calo per cause endogene ed esogene, dall’altro. Tra utility diverse (con tariffe in aumento per tutte tranne che per le telecomunicazioni). E tra servizi diversi. Il confronto tra i servizi finanziari e quelli di telecomunicazioni è impietoso: in entrambi i casi è prevista la “portabilità” dei servizi tra fornitori. Tuttavia, mentre è possibile cambiare operatore di telecomunicazioni “portando” con sé il proprio numero, nel caso di cambio del conto corrente l’IBAN (l’equivalente identificativo del cliente, che ne determina la continuità nelle relazioni con terzi) cambia – comportando una serie di disagi (la comunicazione al datore di lavoro per la domiciliazione dello stipendio, ai fornitori per la domiciliazione delle fatture, alla società emittente della carta di credito ecc.) che fungono da dissuasori.

Conclusioni

Legislatore e regolatore dovrebbero cominciare ad affrontare queste asimmetrie seguendo un principio di analisi sistemica dei diversi fattori. Per fare un esempio: la portabilità del numero è una garanzia di elasticità per il cliente, certamente da preservare, ma combinata con la densità dell’offerta e la facilità di sostituzione in 24 ore produce un effetto frullatore, per cui il numero di clienti che cambia vorticosamente operatore è talmente alto da non avere paragoni in altri settori. Con conseguenze negative anche rispetto al rischio di frodi a danno dell’utente – rischio che ha indotto un recente intervento del regolatore a tutela dei consumatori. Interventi estemporanei del legislatore, apparentemente di scarsa rilevanza, si combinano con altri fattori determinanti. Pensiamo al CUP, il canone unico patrimoniale, che impone un importo minimo per i piccoli comuni, con l’effetto di dissuadere gli operatori dal portare il servizio di connettività laddove non sia possibile attivare centinaia di clienti (aggravando così il digital divide).

O l’imposizione di tempi stretti per l’intervento sugli IP che diffondono contenuti piratati, per i quali gli operatori dovrebbero mettere in piedi strutture dedicate, operative 24h su 24, 365 giorni all’anno, con costi che si calcolano in milioni di euro.

Ecco, visione sistemica e asimmetrie. Le due parole guida per un anno di lavoro proficuo negli interessi del Paese.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 2