La diffusione sempre più capillare delle tecnologie di intelligenza artificiale nel settore industriale ha spinto l’Unione europea a compiere, negli ultimi anni, dei passi in avanti per la digitalizzazione e l’integrazione di tali tecnologie nei vari settori della società civile.
Il punto di partenza, ovviamente, è la delineazione di una strategia di ampio respiro che prevede una stretta collaborazione tra i paesi membri. L’analisi dell’approccio attuale dell’UE alle tematiche legate all’IA non può prescindere da un esame dei più importanti documenti di policy ad essa relativi.
La strategia europea per l’intelligenza artificiale
La consapevolezza delle autorità europee della necessità di adottare un approccio comune all’IA nasce nel 2017, ma vede la luce solo un anno dopo, in due documenti strategici. Il primo, pubblicato nell’aprile 2018, è una vera e propria strategia che si pone tre principali obiettivi:
- Dare impulso alla capacità tecnologica e industriale dell’UE e all’adozione dell’IA in tutti i settori economici;
- Prepararsi ai cambiamenti socioeconomici apportati dall’IA;
- Assicurare un quadro etico e giuridico adeguato.
La strategia riconosce, innanzitutto, un forte squilibrio tra gli investimenti europei e quelli di altre regioni, quali l’America del Nord e l’Asia. L’obiettivo dell’UE era quello di passare dai 4-5 miliardi di euro del 2017 ad almeno 20 miliardi entro la fine del 2020. In particolare, la Commissione europea, autrice del documento, si è proposta di dare il proprio sostegno nella ricerca di base e nella ricerca industriale attraverso investimenti in progetti applicabili in aree fondamentali, quali l’agricoltura, la sanità, l’energia e la pubblica amministrazione.
Per poter creare un vantaggio diffuso, la Commissione ha sottolineato l’importanza di agevolare l’accesso all’utilizzo di tecnologie di IA a tutte le piccole e medie imprese. Lo strumento chiave per realizzare ciò è stato individuato nella creazione di nuovi poli dell’innovazione digitale e di una rete di poli dell’innovazione digitale incentrata sull’IA.
Infine, il documento ha evidenziato la necessità di creare un centro di supporto per la condivisione di dati che aiuti autorità pubbliche e imprese ad avere un accesso più ampio ai dati disponibili.
Il secondo obiettivo prevede invece una serie di azioni da parte dell’UE in direzione di un più ampio coinvolgimento dei lavoratori nel processo di cambiamento e digitalizzazione delle imprese.
La Commissione, per il 2018, si è proposta di creare programmi dedicati di formazione o riqualificazione; anticipare i cambiamenti nel mercato del lavoro e gli squilibri tra domanda e offerta di competenze; incoraggiare i partenariati imprese-istruzione per adottare iniziative volte ad attirare i talenti nel settore IA.
Infine, per quanto riguarda il terzo obiettivo, la Commissione ha rimarcato la necessità che lo sviluppo di tecnologie IA rispetti i valori fondanti dell’UE. In particolare, con riferimento al mercato del lavoro, l’IA dovrà essere in linea coi valori dell’equità, della sicurezza, dell’inclusione sociale e della trasparenza, in modo da assicurare la fiducia dei cittadini nelle tecnologie.
Il secondo documento “strategico” pubblicato nel 2018 è il Coordinated Plan on AI. Esso si propone di rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri per raggiungere quattro obiettivi chiave:
- Massimizzare gli investimenti attraverso i partenariati, attraverso l’adozione di strategie nazionali per l’IA, la creazione di partenariati pubblico-privato e lo sviluppo di centri d’eccellenza sull’IA;
- Creare un database europeo per le tecnologie IA;
- Coltivare il talento e le abilità;
- Sviluppare tecnologie IA etiche e affidabili.
Il Libro Bianco sull’intelligenza artificiale
La necessità di un approccio comune all’IA e di un piano di investimenti più dettagliato ha spinto la nuova Commissione, entrata in carica nel dicembre 2019, a pubblicare un White Paper sull’Intelligenza Artificiale.
Il documento ruota attorno a due obiettivi principali:
- Un ecosistema di eccellenza, realizzabile attraverso una più proficua cooperazione tra gli stati membri e attraverso un partenariato tra pubblico e privato;
- Un ecosistema di fiducia, attraverso misure di policy che dovranno essere implementate da un futuro quadro normativo che abbia un approccio antropocentrico.
Per raggiungere il primo obiettivo, la Commissione ha individuato otto azioni chiave.
- Innanzitutto, è necessaria una maggiore collaborazione tra gli stati membri, mettendo in comune gli investimenti nell’IA e attrarne di nuovi, per raggiungere il target di 20 miliardi fissato nella strategia del 2018.
- Sarà necessario, poi, concentrare gli sforzi della comunità della ricerca e dell’innovazione, attraverso la creazione di reti tra i centri di ricerca europei sull’intelligenza artificiale, così da presentarsi quali competitor di primo piano a livello internazionale.
- Le misure adottate dall’UE dovranno essere incentrate sulle competenze, al fine di sopperire alla loro mancanza. Sarà, quindi, necessario sviluppare le competenze necessarie per lavorare nel settore dell’IA e migliorare le competenze in tutti i campi per permettere una digitalizzazione guidata dall’IA.
- La quarta azione consiste nel prestare maggiore attenzione alle piccole e medie imprese. Per consentire un più ampio accesso alle tecnologie IA da parte delle PMI, la Commissione ha posto l’accento sul rafforzamento dei poli di innovazione digitale e dell’accesso ai finanziamenti per l’IA nell’ambito del programma InvestEU.
- Sarà, inoltre, fondamentale sia rafforzare il partenariato con il settore privato (quinta azione), per garantire ulteriori investimenti nel settore,
- sia promuovere l’adozione dell’IA nel settore pubblico (sesta azione), prestando un’attenzione particolare ai settori dell’assistenza sanitaria e dei trasporti.
- Garantire e migliorare l’accesso ai dati e alle infrastrutture di calcolo costituisce un aspetto fondamentale dell’azione della strategia europea. In particolare, devono essere promosse pratiche responsabili per la gestione dei dati e deve essere garantita la conformità degli stessi ai principi FAIR (Findable, Accessible, Interoperable and Reusable).
- Infine, l’ottava azione consiste nel considerare attentamente i risvolti internazionali dello sviluppo di tecnologie IA. L’UE ha, infatti, collaborato con varie organizzazioni internazionali quali l’OCSE e l’ONU. In particolare: “La Commissione è convinta che la cooperazione internazionale sulle questioni riguardanti l’IA debba basarsi su un approccio che promuova il rispetto dei diritti fondamentali, tra cui la dignità umana, il pluralismo, l’inclusione, la non discriminazione e la protezione della privacy e dei dati personali”
Per quanto attiene al secondo obiettivo, il documento sottolinea la necessità di creare una maggiore consapevolezza delle opportunità e dei vantaggi che le tecnologie IA offrono. Questo, in particolare, per dare una risposta alle preoccupazioni dei cittadini sui possibili effetti indesiderati.
Sebbene l’applicazione delle tecnologie IA sia soggetta alle norme europee in vigore e, quindi, debba rispettare valori e codice etico dell’UE, manca un quadro normativo comune specifico per tali tecnologie.
In particolare, la Commissione ha proposto l’adozione di un quadro normativo che risolva le seguenti criticità:
- Effettiva applicazione e rispetto della normativa nazionale e dell’UE in vigore;
- Limiti dell’ambito di applicazione della legislazione dell’UE vigente;
- Funzionalità mutevole dei sistemi di IA;
- Incertezza in merito all’attribuzione delle responsabilità tra i diversi operatori economici lungo la catena di approvvigionamento;
- Evoluzione del concetto di sicurezza.
Il Libro Bianco, infine, evidenzia la necessità di adottare nuove e più incisive misure per incrementare la cooperazione, rafforzare le capacità industriali e regolamentare l’utilizzo delle tecnologie IA.
UE e intelligenza artificiale: prospettive future
L’attenzione dell’UE per l’Intelligenza Artificiale è stata evidenziata ulteriormente con l’adozione del report “Guidelines for military and non-military use of Artificial Intelligence” da parte del Parlamento europeo, avvenuta lo scorso 20 gennaio. Il documento, insistendo sulla necessità di un quadro normativo per l’IA che definisca i principi etici fondamentali, si esprime sia sugli utilizzi militari, sia sugli utilizzi nel settore pubblico.
Per quanto riguarda il primo campo, il Parlamento ha richiesto che siano proibiti i cosiddetti “killer robots”, così da garantire sempre la presenza di un umano al controllo delle tecnologie IA (human in the loop).
Nel settore pubblico, invece, è necessario che l’utilizzo di sistemi IA non sostituisca l’azione umana, in particolare nei settori della sanità e della giustizia, i cittadini devono essere a conoscenza del fatto che essi sono sottoposti a decisioni derivanti dall’utilizzo di sistemi IA.
Nella prima metà di quest’anno, probabilmente a marzo, la Commissione europea provvederà a una modifica del Coordinated Plan del 2018, così come era stato previsto dallo stesso documento.
Alla luce della pandemia, infatti, si sono rese necessarie alcune modifiche, in particolare per regolamentare l’utilizzo delle tecnologie IA in determinati settori, quale quello della sanità. L’utilizzo di sistemi IA da un lato ha permesso di rispondere in modo più efficace all’emergenza sanitaria, dall’altro lato ha accresciuto la necessità di norme in merito all’utilizzo dei dati e alla responsabilità individuale nei confronti dei pazienti.