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eSport in Italia: come promuoverne lo sviluppo (senza nuove norme)

Un’ulteriore regolamentazione a livello nazionale rischierebbe di avere un impatto negativo in termini di sviluppo del settore degli eSport. Ecco cosa potrebbe fare invece il nuovo Governo

Pubblicato il 08 Mar 2021

Thalita Malagò

Direttore Generale di IIDEA

Photo by Florian Olivo on Unsplash

Rispetto ad altri paesi europei, l’industria italiana degli eSport è ancora emergente e c’è ancora molto da fare per sfruttare appieno il potenziale di un settore giovane, innovativo e ancora in fase di start up.

Sebbene in molti sostengano che vi siano alcuni vuoti normativi nella regolamentazione degli eSport nel nostro Paese e che, al fine di promuovere la crescita del settore, sia necessario colmarli riconducendo le competizioni sui videogiochi al regime normativo dello sport, riteniamo necessario fare chiarezza: non è corretto sostenere che gli eSport non siano regolamentati in Italia: come la maggior parte delle attività economiche, sono regolati dalle leggi generali come la normativa in materia commerciale e fiscale, di lavoro, proprietà intellettuale e industriale, e-commerce, protezione dei consumatori, tutela dei dati personali, concorrenza, ecc.

I principali mercati in Europa, come ad esempio Regno Unito, Germania e Spagna, presentano la stessa situazione e non hanno una regolamentazione specifica per gli eSport. La Francia è l’unico paese europeo ad aver introdotto una regolamentazione per chiarire che gli eSport non devono essere considerati né sport né gioco d’azzardo.

Facciamo chiarezza.

Le differenze tra Sport e eSport

Nonostante l’assonanza lessicale, gli eSport e lo sport presentano diverse differenze di carattere sostanziale: contrariamente alle discipline sportive, gli eSport si basano sulla proprietà intellettuale di un videogioco. I videogiochi sono prodotti commerciali protetti dalla legge sul diritto d’autore. Gli editori godono di diritti esclusivi di sfruttamento sui loro videogiochi e sono un attore essenziale dell’ecosistema eSport, perché senza il loro permesso il videogioco non può essere legalmente utilizzato in una competizione.

Lo sport invece si basa su associazioni e territori, mentre l’industria degli eSport è composta da aziende e ha una dimensione globale. La costante evoluzione del mondo degli eSport, dove i giochi appaiono e scompaiono nel giro di pochi anni e ci sono progressi tecnologici che periodicamente rivoluzionano il settore, richiede un quadro giuridico che non sia frammentato territorialmente e che sia il più flessibile possibile.

Da un punto di vista organizzativo, mentre la condizione essenziale per qualsiasi competizione sportiva è la presenza fisica degli atleti, le competizioni di videogiochi, a maggior ragione quelle online tra giocatori sparsi sul pianeta, si svolgono utilizzando infrastrutture e reti informatiche. Questo aspetto conferisce al videogioco competitivo una dimensione globale che non è in linea con l’organizzazione territoriale tipica dello sport. La creazione di differenti regolamentazioni nazionali, scollegate dal mercato europeo, può rendere impossibile l’organizzazione di competizioni eSport in Italia, dato che i partecipanti alla stessa competizione di videogiochi possono trovarsi in diversi paesi e sottostare a diverse giurisdizioni.

Mentre le discipline sportive si basano sulla tradizione e su regole fisse molto raramente soggette a cambiamenti, le regole dei videogiochi vengono continuamente adattate dai loro sviluppatori ed editori al fine di mantenere l’esperienza di gioco divertente e soddisfacente per i giocatori. In particolare, non solo gli scopi del videogioco sono stabiliti dallo sviluppatore/editore, ma anche il modo in cui i giocatori interagiscono con il videogioco stesso può variare da versione a versione.

Come promuovere lo sviluppo del settore in Italia

Partendo dal quadro normativo, un’ulteriore regolamentazione a livello nazionale rischierebbe di avere un impatto negativo in termini di sviluppo e questa considerazione vale a maggior ragione se la regolamentazione di riferimento non fosse costruita ad hoc per affrontare le necessità del settore, ma piuttosto fosse presa in prestito da un settore profondamente diverso, come quello dello sport.

IIDEA, l’Associazione di categoria dell’industria dei videogiochi in Italia, ritiene fondamentale in questa fase di sviluppo degli eSport, un dialogo aperto e continuativo con il nuovo Governo con l’obiettivo di identificare le modalità più opportune ed efficaci per la crescita del settore in Italia, rimuovendo ostacoli o rallentamenti di carattere normativo. In particolare, l’organizzazione di competizioni di videogiochi non dovrebbe essere appesantita da regole stringenti che frenano lo sviluppo e influiscono negativamente sull’attrattività del Paese nello scenario competitivo internazionale.

Per mettersi al passo con le altre nazioni, il Governo italiano dovrebbe valutare come accelerare i benefici economici agli operatori del settore attraverso finanziamenti mirati e lavorare con l’industria per attrarre i grandi eventi internazionali, così come i fan e l’indotto economico generato, in Italia. Questo obiettivo appare cruciale anche per costruire una nuova strategia per il turismo internazionale in Italia nell’era post-Covid indirizzata specificamente alle giovani generazioni.

Infine, le Istituzioni dovrebbero anche considerare come questo nuovo settore potrebbe essere utilizzato per promuovere un maggiore interesse nell’educazione STEM tra le prossime generazioni, con particolare attenzione alle studentesse, considerando che il 42% della fanbase italiana è composta da un pubblico femminile. Si tratta di una grande opportunità. I Paesi di tutto il mondo hanno riconosciuto il potenziale di crescita degli eSport e l’Italia deve agire in fretta per assicurarsi di non perderlo.

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