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PNRR, ci siamo: ecco le missioni e tutti i fondi

Il PNRR da 222,1 miliardi di euro è stato trasmesso a Bruxelles entro i termini previsti: vediamo tutti gli ambiti contemplati nell’ambizioso piano, con attenzione a digitalizzazione e innovazione, e i fondi previsti per ogni voce

Pubblicato il 13 Mag 2021

Daniele Tumietto

Dottore commercialista

europa trasferimento dati estero

Il PNRR è strutturato con due obiettivi fondamentali: riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica e contribuire ad affrontare le debolezze strutturali dell’economia italiana. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza definitivo ammonta complessivamente a 222,1 miliardi di euro, di cui 191,5 miliardi riferibili al piano NextGeneration UE e 30,6 miliardi del Fondo Complementare. Tali fondi saranno caratterizzati da una elevata quota di investimenti, basati su un focus dell’attuazione e con riforme abilitanti.

Fuori dal PNRR la proroga del superbonus che ha causato numerose discussioni politiche dovute anche alla volontà di risolvere i problemi causati dalla necessità di attestare la conformità edilizia che per la maggior parte degli edifici si ferma per le lunghe attese per l’accesso agli archivi edilizi comunali. Per questi motivi il Governo ha scelto di procedere con un provvedimento d’urgenza che sarà approvato entro fine maggio.

In generale, il PNRR si presenta come un piano molto ambizioso ed impegnativo ma la situazione globale, e del Paese in particolare, richiedono questi obiettivi e le sue azioni sono adeguate per ridare avvio all’economia ed una speranza di futuro lavoro alle giovani generazioni. Vediamo i dettagli.

PNRR, com’è strutturato

Per conseguire gli obiettivi che il governo si pone, sono stati individuati strumenti basati su investimenti (135) raggruppati in 16 componenti che a loro volta sono suddivise in 6 missioni, importanti investimenti che accompagnati da un consistente pacchetto di riforme (7) capaci di incidere sul sistema economico e sociale del Paese. La struttura del PNRR è molto articolata, e il testo finale trova conferma nelle tabelle che la completano.

Sono 39 le assi su cui saranno sviluppati gli interventi (ridotte di 9 rispetto alla proima), che a loro volta si suddividono in 135 investimenti e 7 riforme che sono:

  • riforma della Pubblica Amministrazione

– trasformazione

– accesso

– competenze

  • riforma del sistema della proprietà industriale,
  • riforma della formazione obbligatoria per la scuola,
  • riforma delle politiche attive del lavoro,
  • riforma della medicina territoriale.

Inoltre, si segnala che, per ottenere gli aiuti europei, l’Italia sarà obbligata a portare avanti almeno cinque riforme strutturali:

  1. pubblica amministrazione;
  2. semplificazioni;
  3. fisco;
  4. concorrenza;
  5. giustizia.

La roadmap della sua approvazione

Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, il PNRR è stato successivamente approvato dal Parlamento il 27 aprile e poi trasmesso alla Commissione europea entro la scadenza preannunciata del 30 aprile. Un successo significativo avere rispettato i tempi concordati con l’Europa e avere riscritto, o rivoluzionato secondo i più, il documento e soprattutto le sue tabelle che ne sono parte fondamentale.

Le “missioni” del PNRR

Le 6 missioni rappresentano, in termini di valori, la seguente suddivisione:

  • digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, con 40,32 miliardi
  • rivoluzione verde e transizione ecologica con 59,47 miliardi
  • infrastrutture per la mobilità sostenibile con 25,40 miliardi
  • istruzione e ricerca con 30,88 miliardi
  • inclusione e coesione con 19,81 miliardi
  • salute con 15,63 miliardi.

Ovviamente l’execution sarà fondamentale, e quindi Recovery Fund e Fondo Complementare avranno medesimi obiettivi e condizioni, pertanto avranno milestones ed obiettivi riferiti ad ogni progetto e le opere finanziate saranno caratterizzate da un costante monitoraggio.

In merito ai criteri adottati per lo spostamento di progetti nel Fondo Complementare si segnalano:

  • il rispetto del budget in presenza di richieste superiori ai 195,5 miliardi (del Recovery Fund),
  • il rispetto del focus digitale e green,
  • DHSH e Aiuti di Stato, ovverosia che gli investimenti e le riforme inclusi non devono danneggiare l’ambiente, DNSH è l’acronomo di “Do No Significant Harm”,
  • i progetti saranno scelti in base alla complessità ed al coinvolgimento di diverse parti.

Le 6 missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza saranno accompagnate anche da 2 riforme strutturali:

  • la Giustizia,
  • la Pubblica Amministrazione.

Le altre riforme abilitanti sono:

  • le semplificazioni per la concessione di permessi e autorizzazioni e
  • interventi sul codice degli appalti.

Si osserva dalla lettura del documento che il Governo pensa anche a riforme settoriali specifiche come nuove regole per la produzione di rinnovabili e interventi sul contratto di programma per le Ferrovie.

La Governance del PNRR

In merito alla governance del PNRR viene indicato che si applicherà “responsabilità diretta delle strutture operative coinvolte: ministeri ed enti locali e territoriali per la realizzazione degli investimenti e delle riforme entro i tempi concordati e la gestione regolare corretta ed efficace delle risorse”. Inoltre “monitoraggio, rendicontazione e trasparenza”, si legge, saranno “incentrate al Ministero dell’economia che monitora e controlla il progresso dell’attuazione di riforme e investimenti e funge da punto di contatto unico per le comunicazioni con la Commissione UE”.

PNRR, tutti i fondi per ogni riforma

Infine, diamo indicazione delle missioni e delle riforme ad esse collegate, con il relativo stanziamento economico indicato nelle tabelle:

SettoreImporto

(in mld)

Ambito investimenti
Digitalizzazione – è costituita da 3 componenti e si pone come obiettivo la modernizzazione digitale delle infrastrutture di comunicazione del Paese, nella Pubblica Amministrazione e nel suo sistema produttivo. Una componente è dedicata ai settori che più caratterizzano l’Italia e ne definiscono l’immagine nel mondo: il turismo e la cultura.

40,32

  • ammodernamento della pubblica amministrazione;
  • incentivi all’innovazione per il settore privato;
  • diffusione della banda ultralarga in tutta Italia.
Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica – si struttura in 4 componenti ed è volta a realizzare la transizione verde ed ecologica della società e dell’economia italiana coerentemente con il Green Deal europeo. Comprende interventi per l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare, programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili, lo sviluppo della filiera dell’idrogeno e la mobilità sostenibile. Prevede inoltre azioni volte al risparmio dei consumi di energia tramite l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato e, infine, iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico, la riforestazione, l’utilizzo efficiente dell’acqua e il miglioramento della qualità delle acque interne e marine.59,47
  • sviluppo delle rinnovabili;
  • rafforzamento delle reti elettriche;
  • sostegno all’economia circolare con il potenziamento della gestione dei rifiuti.
Infrastrutture per la Mobilità Sostenibile – è articolata in 2 componenti e si pone l’obiettivo di rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale e potenziare la rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al Mezzogiorno. Promuove la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali nelle aree del territorio che presentano maggiori rischi. Prevede investimenti per un sistema portuale competitivo e sostenibile dal punto di vista ambientale per sviluppare i traffici collegati alle grandi linee di comunicazione europee e valorizzare il ruolo dei porti dell’Italia meridionale.

25,40

  • rafforzamento delle ferrovie regionali;
  • estensione dell’alta velocità.
Istruzione e Ricerca – Istruzione e ricerca: pone al centro i giovani ed affronta uno dei temi strutturali più importanti per rilanciare la crescita potenziale, la produttività, l’inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali del futuro. È divisa in 2 componenti e punta a garantire le competenze e le capacità necessarie con interventi sui percorsi scolastici e universitari degli studenti. Sostiene il diritto allo studio e accresce la capacità delle famiglie di investire nell’acquisizione di competenze avanzate. Prevede anche un sostanziale rafforzamento dei sistemi di ricerca di base e applicata e nuovi strumenti per il trasferimento tecnologico.

30,88

Per scuola e università si punta principalmente a sviluppare:

  • capacità digitali;
  • competenze STEAM.
Inclusione e Coesione – è suddivisa in 3 componenti e comprende una revisione strutturale delle politiche attive del lavoro, un rafforzamento dei centri per l’impiego e la loro integrazione con i servizi sociali e con la rete degli operatori privati. Si interviene in sostegno alle situazioni di fragilità sociale ed economica, alle famiglie, alla genitorialità (a cui contribuisce anche il Piano asili nido, previsto nella Missione 4) e alle persone con disabilità o non autosufficienti. Si rafforza infine la Strategia nazionale delle aree interne rilanciata dal Piano Sud 2030, con interventi sulle infrastrutture sociali e misure a supporto dei giovani e finalizzate alla transizione ecologica.

19,81

Le priorità sono:

  • la riforma delle politiche attive;
  • il sostegno all’imprenditoria femminile.
Salute – si articola in 2 componenti ed è focalizzata su due obiettivi: il rafforzamento della rete territoriale e l’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con il rafforzamento del Fascicolo Sanitario Elettronico e lo sviluppo della telemedicina.

15,63

  • ricostruire la rete di medicina territoriale;
  • ammodernare l’intero sistema, con investimenti in telemedicina;
  • fascicolo sanitario elettronico;
  • formazione del personale sanitario.

Di seguito ecco lo schema dei fondi a disposizione per i progetti del PNRR, in cui sono considerati per i calcoli (simulati) sono pari a sovvenzioni RRF, prestiti RRF per nuovi progetti, componente anticipata FSC dei prestiti sostitutivi, fondi REACT-EU e Fondo Nazionale Complementare, per un totale di 182,7 miliardi.

La maggior parte dei fondi NGEU per nuovi progetti è ipotizzato che venga destinata al finanziamento di investimenti pubblici (spese in conto capitale a carico delle amministrazioni pubbliche), mentre la parte rimanente verrebbe destinata a incentivi per gli investimenti delle imprese, a ridurre i contributi fiscali sul lavoro e, in misura limitata, a spesa pubblica corrente e trasferimenti alle famiglie.

Per i fondi erogati attraverso prestiti questi sono considerati costi di indebitamento, più bassi rispetto a quelli applicati sui titoli di Stato italiani. Al fine di tenere conto delle ricadute positive di tali programmi sull’economia italiana, si è ipotizzato nel PNRR che l’intero ammontare delle sovvenzioni destinate agli altri Paesi UE venga destinato ad investimenti, pertanto prudenzialmente, non si considerano gli altri fondi del pacchetto NGEU a livello comunitario. 

Risorse del PNRRImporto (in mld)
Sovvenzioni

68,9

Prestiti per nuovi progetti53,5
Prestiti per progetti esistenti

69,1

Totale RRF (Dispositivo per la Ripresa e Resilienza)

191,5

Fondo Complementare

31,0

REACT-EU (Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa)

13,5

Totale risorse aggiuntive per valutazione di impatto

182,7

Si evidenzia che l’importo sopra indicato come totale, non è il risultato della semplice somma degli importi delle voci sopra esposte in tabella, perchè si è tenuto conto anche dell’impatto derivante dall’anticipazione delle risorse del fondo sviluppo e coesione (considerate nel PNRR). 

Tutte le iniziative del PNRR hanno come riferimento le milestone di implementazione, come illustrato nella figura che segue, relativamente a diverse iniziative delle Missioni 1, 2 e 5, con orizzonti differenti nell’arco temporale 2021-2026:

L’impatto delle CSR – Raccomandazioni specifiche per Paese

Il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza deve affrontare efficacemente le sfide individuate nelle Raccomandazioni specifiche per Paese (Country Specific Recommendations – CSR), inclusi i relativi aspetti di bilancio, così come le raccomandazioni espresse a norma dell’articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011, se del caso, rivolte allo Stato membro interessato, o in altri documenti pertinenti adottati ufficialmente dalla Commissione nell’ambito del semestre europeo.

Le CSR rilevanti ai fini del PNRR sono quelle del 2019 e del 2020. La Commissione poco tempo fa ha rilevato un maggiore grado di conformità per quanto riguarda le CSR 2020, per questo il PNRR risponde prevalentemente alle CSR 2019 non ancora soddisfatte. In particolare, quanto riguarda le Raccomandazioni 2019 con riferimento alla politica fiscale, nella CSR 1 il Consiglio raccomandava di ridurre la pressione fiscale sul lavoro, e di compensare tale riduzione con una revisione delle agevolazioni fiscali e una riforma dei valori catastali non aggiornati, nonché il contrasto all’evasione, in particolare nella forma dell’omessa fatturazione. Pertanto, il potenziamento dei pagamenti elettronici obbligatori, l’abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti sono alcune delle azioni da realizzare. Infine, l’attuazione piena delle passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica e creare margini per altra spesa sociale e spesa pubblica favorevole alla crescita è imprescindibile.

La CSR 2 del 2019 invita ad intensificare il contrasto del lavoro sommerso; garantire che le politiche del mercato del lavoro e le politiche sociali siano efficacemente integrate e coinvolgano soprattutto i giovani e i gruppi vulnerabili; sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro garantendo l’accesso a servizi di assistenza all’infanzia e a lungo termine di qualità; migliorare i risultati scolastici e promuovere il miglioramento delle competenze, in particolare rafforzando le competenze digitali.

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