Considerando questo scenario, la sfida più importante per lo sviluppo del sistema sanitario nei prossimi anni è garantire che la conversione digitale nel settore sia caratterizzata da un elevato livello di interoperabilità.
In questo scenario, l’integrazione tra tecnologie come intelligenza artificiale, IoT, soluzioni di cyber security e le garanzie di catena del valore offerte dalle tecnologie blockchain, promuove un utilizzo dei dati caratterizzato da maggiore efficacia. Consente inoltre la ricostruzione scrupolosa del percorso di cura permettendo, dunque, di analizzare e perfezionare le prestazioni del sistema sanitario e dando un’ulteriore spinta allo sviluppo di prodotti e tecnologie innovative che garantiscano alta qualità delle prestazioni sanitarie e, di conseguenza, maggiore valore per i cittadini.
Il contesto
Il biennio 2020-21 sarà tristemente ricordato nei libri di storia per via delle vittime e dei disagi causati dal Covid-19 che, a causa della pressione esercitata sul sistema sanitario, ha portato alla luce una serie di emergenze e ritardi, evidenziando nuove necessità di intervento nella gestione della salute pubblica. D’altro canto, tutto ciò ha spinto il sistema sanitario a innovarsi con un ritmo senza precedenti, verso un nuovo modello organizzativo, connected care, fortemente caratterizzato dalla digitalizzazione, attraverso tecnologie digitali e sicure.
Sanità digitale nel post-covid: nuovi strumenti per vincere vecchie sfide
Questa, infatti, è la soluzione più efficace per garantire la creazione di un sistema sanitario, connesso, di precisione, contraddistinto da miglioramento continuo nei processi organizzativi e nell’ottimizzazione del rapporto con i pazienti.
Le opportunità in tal senso non mancano ed è d’obbligo sfruttare le tecnologie digitali attualmente a disposizione per ottenere processi di cura maggiormente coordinati tra fornitori e settore sanitario e sociale.
Il programma EU4Health
Un riconoscimento addizionale dell’importanza della digitalizzazione del sistema sanitario è arrivata dall’Unione Europea e dal suo programma EU4Health che rappresenta una concreta risposta istituzionale alle carenze segnalate dal Covid-19, in quanto prevede un investimento per la salute di 9,4 miliardi di euro, sotto forma di finanziamenti ai paesi membri dell’Unione Europea, il cui obiettivo deve essere l’adeguamento dei sistemi sanitari ai più elevati livelli di efficienza ed efficacia attraverso la digitalizzazione e lo sviluppo in ricerca e innovazione.
Il processo di digitalizzazione, però, non è da intendersi come la semplice implementazione di nuove tecnologie all’interno delle aziende sanitarie o la digitalizzazione di prodotti o servizi, ma deve assumere i contorni di una vera e propria trasformazione digitale, determinando la completa riorganizzazione dei processi lavorativi tradizionali in funzione di e attraverso l’impiego di strumenti digitali.
Affinché ciò possa avvenire, è necessario ripensare i modelli di business, cambiando radicalmente, oltre a strategia e processi aziendali, anche la forma mentis delle risorse umane all’interno di aziende e sistemi sanitari cercando di sviluppare il complesso di conoscenza, esperienza e mentalità digitali, oggi riassumibile con l’espressione Digital Mindset. Solo nel caso in cui l’adozione di software e strumenti digitali sia accompagnata dal parallelo sviluppo di Digital Mindset, tale processo di trasformazione digitale potrà dirsi raggiunto.
Fondamentale affrontare la sfida dell’interoperabilità. L’interoperabilità consiste nella capacità di più sistemi di essere interconnessi, di scambiare informazioni ed essere in grado di utilizzarle. Lo scambio di informazioni, con le tecnologie presenti nella nostra epoca, non rappresenta di per sé uno scoglio. La reale difficoltà sta nella capacità dei singoli sistemi di diffondere informazioni che siano facilmente comprensibili e utilizzabili dagli altri nodi della rete, garantendo però un notevole livello di sicurezza ai dati trasmessi che, nel sistema sanitario, corrispondono ai dati sensibili degli utenti.
I tre livelli di interoperabilità
L’efficacia, in tal senso, dei sistemi digitali è descritta da tre differenti livelli di interoperabilità, ognuno dei quali essenziale per la piena integrazione dei sistemi sanitari: interoperabilità tecnica, sintattica e semantica. Con interoperabilità tecnica si intende la capacità di scambiare i dati e, come già detto, le tecnologie attualmente disponibili rendono possibile lo scambio di elevate quantità di informazioni, assicurando anche la protezione di tali informazioni, persino attraverso l’utilizzo di chiavi crittografate.
Il secondo livello di interoperabilità è determinato dalla sintassi, attraverso la standardizzazione del formato dei file trasmessi all’interno della rete. Tale livello può essere garantito grazie alla definizione di standard internazionali come, ad esempio, il Fast Healthcare Interoperability Resources.
Infine, l’interoperabilità semantica che è garantita dall’uniformazione del linguaggio attraverso sistemi costruiti sulla falsariga della Classificazione ICD (Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati), che evita ambiguità facilitando la comprensione per i professionisti sanitari e la gestione attraverso elaboratori elettronici.
I vantaggi dell’interoperabilità in Sanità
I vantaggi derivanti da un sistema sanitario caratterizzato da piena interoperabilità sono facilmente percepibili: il percorso di un paziente sarebbe consultabile con velocità, e certezza dei dati, da ogni struttura che eroga servizi sanitari, oltre che dal paziente stesso. Inoltre, tutto ciò produrrebbe ottimizzazione del lavoro e migliore allocazione delle risorse, oltre a maggiore sicurezza per i pazienti, le cui terapie in corso o patologie pregresse sarebbero conoscibili da ogni professionista sanitario interessato. Per non parlare delle infinite possibilità nei campi della ricerca grazie alla possibilità di raccogliere, con pochissime difficoltà, una mole enorme di informazioni e di collaborare agevolmente con strutture sanitarie geograficamente distanti, anche per la raccolta di informazioni relative a patologie i cui dati disponibili sono molti rari.
In conclusione, la digitalizzazione, se attuata correttamente, è essenziale per garantire che i sistemi sanitari siano realmente interconnessi e, dunque, in grado di garantire ai cittadini dell’Unione Europea un’eccellente qualità della vita e del lavoro e per consentire ai Paesi di competere nel mondo. Tuttavia, l’Italia non è tra gli Stati caratterizzati da maggiore spinta innovativa e sono, dunque, utili le iniziative volte a delineare lo stato dell’arte e a suggerire sviluppi positivi.
La ricerca Vimass e Ibno
In tale direzione va collocata la partnership tra il VIMASS e l’Italian Blockchain National Observatory (IBNO) per la realizzazione di un progetto di ricerca che vede coinvolti anche il Dipartimento di Economia, Management e Istituzioni – Università degli Studi di Napoli “Federico II”, la società Cryptodiamond S.r.l. e l’associazione Italia4Blockchain. L’obiettivo sarà l’analisi e l’individuazione delle applicazioni delle tecnologie DLT e blockchain nel settore sanitario e farmaceutico, attraverso la partecipazione di imprese, startup e stakeholders per tratteggiare la direzione verso cui deve tendere il progresso tecnologico e comprendere l’utilità apportata da tali tecnologie a user e provider.
Inoltre, sarà analizzata la compatibilità della tecnologia blockchain con il GDPR e in che modo si debbano muovere le istituzioni per calarsi nella nuova realtà tecnologica ed emanare un orientamento regolatorio che dia maggiore certezza interpretativa ai principi del regolamento, al fine di rimuovere le attuali incompatibilità.
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Questo articolo è il secondo di una serie di articoli della rubrica del VIMASS Lab per Agenda Digitale. Ogni mese sarà pubblicato un contributo sui temi più importanti relativi alla Sanità digitale, con particolare riferimento ai temi legati alle attività di ricerca del laboratorio.
VIMASS Lab – Valore, Innovazione, Management e Accesso nei Sistemi Sanitari
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