Dal 15 maggio Whatsapp cambierà alla luce della nuova informativa privacy. È ormai evidente che questa volta non ci saranno rinvii, bisogna quindi capire cosa accadrà in concreto, mentre si riaccendono le polemiche intorno a questa scelta..
Modifiche di Whatsapp dal 15 maggio
Whatsapp è un servizio del gruppo Facebook, non una non-profit, quindi, in tutta onestà, è assolutamente legittima la decisione di modificare alcuni trattamenti. Questa volta inoltre, differentemente da quanto accaduto nei mesi scorsi, Whatsapp ha fornito ampio margine e numerose informazioni per consentire ai clienti di decidere se restare o migrare verso altri servizi.
Il fronte privacy aperto: Germania allo scontro
Sì, in punta di diritto Facebook-Whatsapp ha probabilmente la via spianata verso le modifiche privacy: allo stato sono deboli gli strumenti legali per opporvisi, come descritto in questo articolo.
Ma la questione è più complessa di quanto appare. Non si può sottovalutare il fronte privacy, nella doppia accezione della pressione delle authority e della sensibilità degli utenti a riguardo. Entrambi gli aspetti sono di crescente rilevanza, negli ultimi mesi, in particolare nei confronti di Facebook.
Proprio oggi il Commissario di Amburgo per la protezione dei dati e la libertà di informazione (HmbBfDI) ha intentato un procedimento contro Facebook Ireland Ltd. chiedendole di non raccogliere alcun dato dagli utenti di WhatsApp né di elaborarlo per i propri scopi. Una richiesta esplicitamente collegata alle modifiche del 15 maggio.
Mentre in Italia il Garante Privacy ha già espresso dubbi sulla chiarezza della nuova informativa.
È possibile che la linea morbida scelta da Whatsapp – non disabilita subito chi rifiuta le modifiche, ma va a una progressiva disattivazione di funzioni – sia dettata non solo da motivi competitivi (non vuole perdere utenti) ma anche dalle innegabili tensioni sul fronte privacy.
Fin qui i fatti, ma ora che può succedere?
A quanto risulta, il Garante tedesco ha intenzione di portare la questione in Europa, all’EDPB, che quindi (ma sarebbe la prima volta) potrebbe estendere il blocco tedesco a tutta la UE. Anche da noi, quindi.
Il punto è che il Garante tedesco non crede alle parole di Facebook secondo cui non ci sarebbe, da noi, condivisione di dati di Whatsapp tra le due piattaforme. Il nostro Garante invece si era limitato a dire che non era chiaro agli utenti che non c’era questa condivisione.
Se Facebook mente, sarebbe una cosa enorme: ci sarebbero profili antitrust oltre che privacy.
A.L.
Ma nei fatti cosa cambia?
Il problema principale è a tal riguardo la mancanza di risposte chiare.
Whatsapp, come vedremo ha dedicato diverse pagine a spiegare il cambiamento in atto, ma la sensazione è che per capire davvero cosa sta accadendo sia necessario leggere tra le righe.
Non a caso, l’Autorità di Amburgo (tra le più attive un Europa) si è già pronunciata ritenendo illeciti i nuovi termini d’uso dell’app di messaggistica. “Questo ordine cerca di garantire i diritti e le libertà dei molti milioni di utenti che hanno dato il loro consenso ai termini di utilizzo in Germania”, ha detto il responsabile della protezione dei dati personali di Amburgo, Johannes Caspar, che ha chiesto alle autorità dei 27 Paesi Ue di agire allo stesso modo e di emettere una sentenza di blocco in tutte le nazioni.
Stando al Garante della regione tedesca i termini d’uso di Whatsapp sarebbero poco chiari e, in effetti, anche solo per scrivere il presente commento è stato per me necessario destreggiarmi tra diversi link.
Come farebbe l’utente medio, non giurista, a comprendere le variabili in gioco?
Stando a quanto riporta il sito ufficiale di Whatsapp la maggior parte dei cambiamenti riguarderà i servizi business. Non è ben specificato quali saranno i nuovi servizi ma, leggendo tra le righe, sembra di capire che per le grandi aziende sarà più facile incrociare i dati degli utenti Whatsapp e utenti Facebook.
Si legge nel sito della società:
“la messaggistica con le aziende è diversa dalla messaggistica tra privati. Alcune aziende di grandi dimensioni necessitano di servizi di hosting per gestire la comunicazione. Ecco perché forniamo alle aziende la possibilità di usare i servizi di hosting sicuri di Facebook per gestire le chat WhatsApp con i clienti, rispondere alle domande e inviare informazioni utili, come ad esempio le ricevute d’acquisto. Tuttavia, se comunichi con un’azienda telefonicamente, tramite email o WhatsApp, l’azienda può vedere le tue conversazioni e potrebbe utilizzare queste informazioni per finalità di marketing, che potrebbero comprendere anche le inserzioni su Facebook. Contrassegniamo chiaramente le conversazioni con le aziende che scelgono di utilizzare i servizi di hosting di Facebook per assicurarci che tu abbia questa informazione”.
Cosa comportano le novità privacy di Whatsapp
Come vediamo, tutto gira attorno al fatto che gli utenti business utilizzeranno l’hosting di FB, ma cosa comporta questo?
Il sito americano di FB ci dice che quando una società sceglie di farsi ospitare dal servizio di Facebook, quest’ultima ha diritto di raccogliere i dati degli utenti e di utilizzarli per finalità di marketing.
Si legge a tal riguardo:
“When Facebook acts as a hosting provider to a business, it will use the messages it processes on behalf of and at the instruction of the business. This is an industry standard practice among many companies that offer hosting solutions. While Facebook will not automatically use messages to inform the ads that a user sees, as is always the case, businesses will be able to use chats they receive for their own marketing purposes, which may include advertising on Facebook”.
E’ quindi questo probabilmente il fulcro di tutto. Whatsapp consentirà alle imprese di fare business utilizzando nuove funzionalità del servizio di messaggistica, di contro, raccoglierà nuovi dati sugli utenti che, sino ad oggi non erano in alcun modo tracciati.
E’ la fame di dati che ha spinto a questo cambiamento, non a caso, l’altra grande modifica riguarda la messaggistica non business per la quale è previsto un maggiore scambio di informazioni tra Whatsapp e Facebook.
Che succede se rifiutiamo le modifiche
Serve però il consenso per procedere con tali trattamenti. Cosa accade se decidiamo di non rilasciarlo?
In tal caso Whatsapp ci consentirà, per un periodo non ancora stabilito, di utilizzare tutta una serie di funzioni limitate, come le chiamate in entrata e le notifiche dei messaggi, impedendo quindi la fruizione del servizio nella sua totalità.
Si legge nel comunicato:
- Non potrai accedere all’elenco delle chat, tuttavia potrai rispondere alle chiamate e alle videochiamate in arrivo. Se hai abilitato le notifiche, potrai toccarle per leggere o rispondere ai messaggi, o richiamare in caso di chiamata o videochiamata persa.
- Dopo alcune settimane con funzionalità limitate, non potrai ricevere chiamate in arrivo o notifiche e WhatsApp interromperà l’invio di messaggi e chiamate al tuo telefono.
Corretto quanto sta facendo Whatsapp?
Ma Whatsapp può obbligarci a rilasciare un simile consenso?
Sappiamo tutti che il consenso deve essere libero e specifico, dovendo metterci Whatsapp i condizione di decidere di continuare ad usare il servizio senza accettare queste nuove funzionalità.
In tal senso l’European Data Protection Board è stato molto chiaro nelle linee guida sul consenso, precisando che
“è altamente inopportuno “accorpare” il consenso all’accettazione delle condizioni generali di contratto/servizio o “subordinare” la fornitura di un contratto o servizio a una richiesta di consenso al trattamento di dati personali che non sono necessari per l’esecuzione del contratto o servizio. Si presume che il consenso prestato in una tale situazione non sia stato espresso liberamente”.
Di contro, però, la Cassazione in una sentenza di cui abbiamo già trattato, ha affermato che è legittimo legare la fruizione di un intero servizio ad un trattamento, per così dire, supplementare, e ciò in quanto la libertà di scelta viene garantita dalla fungibilità, potendo l’utente scegliere di utilizzare servizi forniti da terzi, se non d’accordo con tali termini di servizio.
Tendenzialmente, quindi, esistono precedenti che legittimerebbero la scelta di Whatsapp.
I punti aperti
Tuttavia, restano due gli aspetti che la società di Facebook dovrebbe comunque tenere in considerazione:
- 1- come visto, le Autorità di Controllo, a prescindere da quanto stabilito dalla Cassazione, tendono a seguire la liea dettata dall’EDPB ritenendo non libero un siffatto consenso;
- 2-la fame di dati potrebbe portare Facebook a perdere un numero enorme di utenti i quali già da mesi hanno avviato una migrazione verso Telegram e Signal che potrebbe portare ad inaspettate conseguenze.
Sono quindi di non poco rilievo gli scenari che si prospetta per Whatsapp. Chissà se basterà per far cambiare ancora idea al sistema di messaggistica più usato al mondo.