le disposizioni

Smart Working nella PA, verso la “nuova normalità”: ecco le ultime norme

L’esperienza del lavoro da casa ha accelerato la rivoluzione del lavoro anche in ambito pubblico che fra i segnali di ripresa fa un passo verso una “nuova normalità” fatta di servizi in presenza, ma anche di lavoro agile per il suo prossimo futuro

Pubblicato il 24 Mag 2021

Victoria Parise

Avvocato giuslavorista in Firenze, DPO e Consigliere ASSODATA, Partner dello studio The Legal Match

Employee Experience

L’articolo 1 del Decreto-legge 30 aprile 2021 il D.L. n. 56/2021  “Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi” si ha modificato alcuni aspetti della disciplina in materia di “lavoro agile” all’interno degli uffici delle pubbliche amministrazioni.

Un intervento normativo ad hoc per la Pubblica Amministrazione

In parziale continuità con il D.L. n. 52 del 22 aprile 2021 (cosiddetto Decreto delle Riaperture[1]), l’articolo 1 del D.L. n. 56/2021 si occupa della disciplina del lavoro agile in vigore, ma nel settore del lavoro pubblico.

Appare evidente che le maggiori difficoltà di implementazione ed efficienza del sistema dello smart-working nella Pubblica Amministrazione, nonché della mancanza di una regolamentazione della materia al di fuori delle specifiche contingenze emergenziali dell’ultimo anno, hanno portato il legislatore alla realizzazione di un intervento normativo ad hoc per la Pubblica Amministrazione.

Infatti, se da una parte il D.L. n. 56/2021 prevede che le Pubbliche Amministrazioni possano continuare a ricorrere allo smart-working secondo le modalità semplificate[2] fintanto che i contratti collettivi del pubblico impiego non avranno definito una specifica disciplina del lavoro agile, entro il termine fissato al 31 dicembre 2021, l’articolo 1 del D.L. n. 56/2021 ha introdotto la rimozione dell’obbligo di applicazione del lavoro agile ad almeno il 50% del personale in forza all’interno dello stesso ufficio.

Conseguentemente i dipendenti pubblici potranno continuare a lavorare da casa laddove il perdurare dell’emergenza sanitaria da Covid-19 lo renda necessario a condizione che l’erogazione dei servizi rivolti a cittadini e imprese avvenga con regolarità, continuità ed efficienza e nel rigoroso rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente.[3]

La sopracitata disposizione lascia a ogni ente e ufficio discrezionalità nel valutare il numero e le turnazioni dei dipendenti in regime di smart-working, dettato anche dall’urgenza di risolvere le difficoltà e i ritardi accumulati nel periodo emergenziale.

Volendo razionalizzare gli interventi del legislatore in questo ambito vedremo che:

  • Con il DL Riaperture (Decreto-legge 30 aprile 2021, n. 56), dunque, il Governo ha prorogato lo smart-working, oltre i termini originariamente fissati del DL Milleproroghe 2021 (al 31 marzo 2021):
    • Per la pubblica amministrazione, al massimo fino al 31 dicembre 2021 senza il vincolo del 50% dei dipendenti obbligati al lavoro agile (nel rispetto dell’erogazione dei servizi ai cittadini e con continuità ed efficienza).
    • Per il comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, fino al termine dello stato di emergenza connessa al COVID -19.
  • Oltre alla proroga al 31 dicembre 2021 per lo smart working nella Pubbliche Amministrazioni, il Decreto Riaperture permette:
    • alle Pubbliche Amministrazioni di adottare misure organizzative volte a fissare obiettivi annuali per l’attuazione del telelavoro e del lavoro agile (art. 14, comma 1, primo periodo, Legge 7 agosto 2015, n. 124);
    • entro il 31 gennaio di ciascun anno, le Amministrazioni Pubbliche di redigere il Piano organizzativo del lavoro agile (POLA)[4] che ne individua le modalità attuative.

POLA – Piano organizzativo del lavoro agile

Cosa prevede il POLA – Piano organizzativo del lavoro agile:

Per le attività che possono essere svolte in smart-working, le Amministrazioni, nel Piano organizzativo del lavoro agile (POLA) potranno:

  • prevedere che almeno il 15% dei dipendenti possa avvalersene;
  • garantire che gli stessi non subiscano penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera;
  • definire le misure organizzative, i requisiti tecnologici, i percorsi formativi del personale, anche dirigenziale, e gli strumenti di rilevazione e di verifica periodica dei risultati conseguiti.

In caso di mancata adozione del POLA, il lavoro agile si applica almeno al 15% dei dipendenti, ove lo richiedano (art. 14, comma 1, terzo e quarto periodo, Legge 7 agosto 2015, n. 124). [5]

Secondo il Piano Organizzativo del Lavoro Agile le Pubbliche Amministrazioni sono tenute, nel prossimo triennio, all’elaborazione e all’applicazione progressiva e graduale di un programma di sviluppo per un regime ordinario di smart-working.

Si tratta dunque di un ritorno alla “nuova normalità”, in particolare i segnali di una ripresa del lavoro in presenza ci sono, ma sembra che l’esperienza emergenziale abbia accelerato il passo verso la nuova normalità fatta anche di lavoro agile.

Note

  1. Che ha prorogato per i datori di lavoro privati l’utilizzo dello “smart-working  semplificato” fino al 31 luglio 2021, dando quindi la possibilità alle aziende di ricorrere allo smart-working anche senza la formalizzazione obbligatoria del contratto individuale tra l’azienda e il dipendente.
  2. anche stabilite dall’art. 263 del Decreto Rilancio (D.L. 19 maggio 2020, n. 34)
  3. Addio alla soglia minima del 50% per lo smart-working nella Pubblica Amministrazione, di Livio Bossotto
  4. previsto dall’art. 14 della L. n. 124/2015, così come modificato dall’art. 263 del Decreto Rilancio, e dal D.M. 9 dicembre 2020 del Ministero per la pubblica amministrazione 
  5. Antonio Mazzucca, https://www.insic.it/sicurezza-sul-lavoro/prevenzione-infortuni-articoli/pa-e-smart-working-diritto-alla-disconnessione-e-proroga-al-31-dicembre-2021/

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