In un Paese in cui i rappresentanti della cosiddetta terza età sono una quota non trascurabile dell’intera popolazione è necessario porre l’accento su quali siano le reali esigenze che a oggi si prospettano nell’ambito dei servizi assistenziali, anche alla luce dell’emergenza Covid, affinché vengano garantiti standard qualitativi adeguati.
In quest’ ottica, la digitalizzazione offre effettive opportunità di realizzo di un sistema che sia improntato al miglioramento delle performance di assistenza sanitaria e che non può prescindere dalla creazione di network orientati a un modello di crescita sostenibile.
Un Paese longevo: come migliorare anche la qualità della vita
La popolazione anziana oggi è la stessa di 50 anni fa? Evidenze empiriche dimostrano che l’Italia è un Paese che invecchia ma la speranza di vita, oggi, non ha le stesse caratteristiche del passato. Secondo quanto riportato dalle recenti rilevazioni, il nostro Paese è caratterizzato da una popolazione “adulta” in netto incremento; gli ultrasessantenni, infatti, rappresentano il 30% della popolazione totale con una crescita del 10% rispetto agli anni ’60, percentuale che arriverà a soglie ben superiori nei prossimi 15 anni (Istat).
Inoltre, i progressi storicamente continui hanno garantito la crescita della speranza di vita, interessando in particolare proprio le età più avanzate. Se negli anni ‘60 un uomo di 65 anni poteva aspettarsi di vivere ancora 13 anni e una donna altri 15, oggi un sessantacinquenne conta di poter vivere altri 20 e una donna quasi 23 (Istat). Facile da immaginare è, dunque, lo scenario che si prospetta per il prossimo futuro, in cui sempre più emergente sarà la necessità di far sì che gli anni guadagnati siano effettivamente accompagnati da condizioni di vita migliori, anche e soprattutto nella fase di età avanzata, in cui il carico di patologie croniche, comprese quelle disabilitanti è sempre maggiore.
È questa una delle direttrici verso cui deve orientarsi non solo il progresso medico ma anche quello sociale, in cui un ruolo non trascurabile è rivestito dalle strutture assistenziali per anziani (RSA) nella ricerca di nuovi modelli di business che, anche grazie alle opportunità offerte dalla digitalizzazione, possano garantire uno sviluppo sostenibile nel tempo. L’emergenza epidemiologica da Covid-19, nella quale tutt’oggi ci troviamo, ha posto tali strutture al centro del dibattito politico e sociale, enfatizzando la non prorogabile necessità di garantire un adeguato standard qualitativo nella presa in carico dei residenti. Inoltre, se si considera il ruolo che le stesse hanno nella gestione delle prime fasi di dimissione ospedaliera, va da sé che i servizi di monitoraggio dei segni premonitori di aggravamento dello stato di salute debbano essere in grado di far attivare tempestivamente gli interventi clinico/assistenziali volti a ridurre i re-ricoveri post dimissione ospedaliera, problema, quest’ultimo, che in Italia interessa l’11,9% dei pazienti geriatrici (SDO, 2018).
A oggi, dunque l’implementazione di soluzioni che rientrano nel più ampio paradigma della Salute Digitale offrono la concreta possibilità di migliorare la qualità dei servizi assistenziali, in una prospettiva patient‑centered che consenta di monitorare efficacemente lo stato di salute dei residenti. La possibilità di interconnessione tra i principali stakeholders attivi nel network dell’assistenza sanitaria e le tecnologie abilitanti per il monitoraggio costante da remoto, garantiscono un reale supporto per una più responsabile e consapevole presa in carico dei residenti.
Una soluzione tecnologica integrata per la gestione dei residenti delle RSA
É in tale contesto che si inserisce il progetto “Digitalizzazione nei Processi di Gestione e Monitoraggio dei Pazienti nelle RSA in Italia” del Laboratorio VIMASS dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope. Esso si pone quale strumento di supporto a un più consapevole ripensamento delle scelte gestionali e operative nel modello organizzativo delle RSA italiane. Studi preliminari hanno, infatti, permesso di evidenziare le principali opportunità e criticità per lo sviluppo di soluzioni digitali nei servizi sanitari assistenziali, enfatizzando i principali driver strategici e operativi che possano effettivamente contribuire a un miglioramento, in termini di efficienza ed efficacia, del servizio erogato.
Pertanto, la ricerca applicata dovrebbe essere sempre più orientata allo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche integrate per la gestione dei residenti delle RSA che, combinando strumenti di digitalizzazione e automazione con dispositivi e sensori all’avanguardia, sia in grado di fornire un valido supporto allo staff responsabile nel garantire un alto standard qualitativo di assistenza, massimizzando l’efficacia e l’efficienza sia clinica, sia operativa e migliorando la compliance alle linee guida fornite dalla normativa vigente. La realizzazione di una soluzione modulare che possa essere completamente personalizzata in considerazione delle diverse tipologie di RSA esistenti e delle specifiche esigenze che possono presentarsi, a seconda del grado di specializzazione dei servizi erogati, può rappresentare un punto di svolta per un auspicabile cambiamento nel modello assistenziale.
In particolare, il supporto fornito agli assistenti sanitari non dovrebbe interessare esclusivamente il monitoraggio quotidiano e a lungo termine dello stato di salute dei residenti ma dovrebbe costituire un valido aiuto anche nella formulazione, nella fornitura e nel coordinamento del piano di assistenza e di cura, processi nei quali tanto il telemonitoraggio, quanto il patient empowerment sono elementi chiave. Infatti, solo un modello assistenziale che faccia leva su un approccio patient-centred può effettivamente assurgere a fattore abilitante alla fornitura di un set informativo che sia funzionale alla gestione dei piani assistenziali individualizzati (PAI). Inoltre, in un’ottica di integrazione multi-stakeholders, attraverso l’interoperabilità dei sistemi informativi, dovrebbe essere garantita l’accessibilità al sistema anche da parte di operatori sanitari esterni (specialisti, fisioterapisti, dietisti, farmacisti), offrendo la possibilità di registrare le informazioni rilevanti da condividere con lo staff interno ed eventualmente con i caregivers o i parenti dei residenti. Funzioni amministrative e di gestione del personale dovrebbero essere altresì supportate, al fine di garantire l’ottimizzazione nei tempi e nelle risorse dei processi organizzativi.
L’effettivo contributo della digitalizzazione nei servizi assistenziali
Una soluzione di questo tipo promuove essenzialmente un approccio olistico al benessere fisico e mentale dei residenti e deve essere implementata con un forte orientamento alle performance qualitative dei servizi erogati. L’obiettivo è, infatti quello di fornire un supporto operativo e una base informativa adeguata che sia funzionale a un più consapevole processo decisionale all’interno delle RSA, ponendo in connessione i principali attori coinvolti nei piani di assistenza. Risorse e informazioni eterogenee, combinate sinergicamente, strutturano un sistema patient-centered in cui ogni residente è una realtà a sé stante da considerare in tutte le sue specifiche caratteristiche ed esigenze.
I benefici derivanti dall’utilizzo di siffatte infrastrutture digitali da parte di operatori sanitari sono più che mai evidenti e in linea con le esigenze che a oggi si prospettano nel contesto socio-economico. Il risparmio di tempo e la maggiore efficienza nell’implementazione dei processi di gestione e cura dei residenti è la prima caratteristica non trascurabile. Il monitoraggio clinico da remoto contribuisce a un miglioramento nel processo di rilevazione dei dati garantendo anche una maggiore tracciabilità e trasparenza in fase di analisi. Quest’ultima è guidata in primo luogo dallo staff sanitario che può però avvalersi di una base informativa ampia, a integrazione delle sue competenze professionali, avendo un quadro clinico completo e in costante aggiornamento, tale da ridurre il rischio di errori decisionali, anche in un’ottica di valutazione tempestiva degli interventi. La condivisione dei dati, durante l’intero percorso di assistenza è, infatti, essenziale a garantire un processo di cura ben strutturato. In definitiva, la digitalizzazione in ambito sanitario rappresenta una sfida più che mai attuale, ma la scelta di promuovere un reale cambiamento nei processi di assistenza può davvero fare la differenza in un percorso di crescita che sia sostenibile nell’ orizzonte temporale di lungo periodo.
*Questo è il terzo contributo della rubrica realizzata per Agenda Digitale dal VIMASS, laboratorio di ricerca in management e innovazione in sanità dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope. Ogni mese sarà pubblicato un contributo sui temi più importanti e attuali nel campo della sanità digitale, con particolare riferimento ai temi legati alle attività di ricerca del laboratorio.