L’accordo del G7 sulla tassa minima globale al 15% per le società multinazionali è un importante risultato diplomatico e una grande notizia. Anche se la sua portata andrebbe contestualizzata meglio.
I numeri della tassa globale per le multinazionali
Quando sarà implementato, aiuterà a contrastare la corsa al ribasso degli Stati (come l’Irlanda) per attrarre le sedi fiscali delle multinazionali. Si prevede un gettito di 80miliardi per gli Stati; 2,7 miliardi per l’Italia
La Spagna ha già approvato il piano (la Spagna non fa parte del G7). I negoziatori sperano di espandere l’accordo al G20 nel 2021. Il G20 rappresenta circa l’80% del commercio internazionale.
Tassa globale multinazionali, attenzione
Ma non dimentichiamo alcuni fatti:
- l’aliquota media globale dell’imposta sulle società è del 23% (era circa il 40% negli anni ’80)
- negli Stati Uniti è improbabile che questa svolta passi presto perché i trattati internazionali richiedono una maggioranza di due terzi al Senato, e i repubblicani stanno votando contro *tutto* quello che l’amministrazione Biden sta proponendo (il Senato degli Stati Uniti è diviso al 50 e 50)
- tutto questo non risolverà presto il problema dello spostamento dei profitti (BEPS) delle aziende IT per due motivi.
- I trattati che permettono il sandwich olandese esistono ancora ed esisteranno per molti anni a venire;
- per eludere il precedente punto, le tasse aziendali IT devono essere pagate dove risiedono gli utenti, non dove sono fiscalmente situati le sedi fiscali delle aziende, e anche questo richiederà del tempo.
Tuttavia, è un primo passo importante nella giusta direzione. Ne seguiranno altri.