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Come i bandi Infratel sono un’arma contro il digital divide e un’opportunità per gli operatori

In generale i bandi richiedono la copertura del 99% delle aree in situazione di digital divide, con servizio minimo di 10 o 20 Mbps in downlink, la garanzia di accesso contemporaneo almeno al 40% dell’utenza e una banda minima di 2Mbps per utente. E obbligano a fare un’offerta wholesale. Ecco l’esperienza di Ngi con il fixed wirless

Pubblicato il 13 Ott 2014

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I bandi MISE/Infratel per lo sviluppo della banda larga in Italia sono uno strumento vincente contro il digital divide e una opportunità di business per gli operatori. Senza dubbio.

Il digital divide è uno dei problemi infrastrutturali più importanti del nostro paese. Di fatto una connettività a banda larga all’altezza delle esigenze odierne risulta effettivamente disponibile soltanto nei grandi centri urbani, al di fuori dei quali si è instaurata una situazione di grave carenza, dato che si tratta di aree in cui gli operatori tradizionali non investono perché non risulterebbe conveniente, per esempio, posare fibra ottica.

Il risultato di questo “impasse” è ben rappresentato nei dati pubblicati dall’Ocse all’inizio di quest’anno : l’Italia si trova al ventesimo posto, nell’elenco dei 34 Paesi che ne fanno parte, per penetrazione del broadband mobile (sotto la soglia del 60%), e al ventiquattresimo per quanto riguarda la banda larga su linea fissa. Risalire questa classifica è naturalmente un obbiettivo vitale, perchè questo deficit tecnologico incide in modo molto significativo sull’economia nazionale, rappresentando, secondo le stime Agicom, ben tre o quattro punti di PIL.

La soluzione ideale, sia sotto l’aspetto delle performance garantite, come sotto quello economico, è offerta dalle odierne tecnologie di fixed wireless, soluzioni capaci di prestazioni molto elevate e perfettamente adattabili alla specifica configurazione del nostro territorio.

Per risolvere operativamente questa situazione Il MISE (Ministero per lo Sviluppo Economico) attraverso Infratel, società in-house al Ministero stesso, ha emesso, a partire al 2013, una serie di bandi a livello regionale per l’implementazione di infrastrutture capaci di offrire connettività a banda larga in tutte quelle aree che sarebbero diversamente destinate all’isolamento digitale. L’obiettivo finale è l’abbattimento digital divide per il 99% della popolazione residente nazionale.

I bandi MISE prevedono un modello di finanziamento misto, pubblico fino al 70% dell’investimento a fondo perduto, mentre almeno il 30% è a carico dell’operatore che vince il bando stesso.

Uno degli aspetti chiave di questa formula consiste nel fatto che è previsto per l’operatore vincitore del bando l’obbligo di mantenimento della proprietà stessa e di realizzare un’offerta in wholesale per 7 anni agli altri operatori. L’offerta wholesale deve essere effettuata secondo criteri di non discriminazione, parità di trattamento e trasparenza, così come è previsto dal Codice delle Comunicazioni Elettroniche e AGCOM.
Questa modalità costituisce perciò da un lato una soluzione efficace per l’azzeramento del digital divide, e dall’altro prevede nuove opportunità di business anche per gli operatori che non hanno partecipato o vinto il bando.

In generale i bandi richiedono la copertura del 99% delle aree in situazione di digital divide, con servizio minimo di 10 o 20 Mbps in downlink, la garanzia di accesso contemporaneo almeno al 40% dell’utenza e una banda minima di 2Mbps per utente.

I band sono stati emessi su base regionale, e sono già stati assegnati per quanto concerne Lazio, Liguria, Marche, Campania, Emilia Romagna e Umbria, mentre sono in attesa di assegnazione per Calabria, Veneto, Sicilia e Toscana.

Una delle aziende protagoniste di questa importante fase di sviluppo dell’infrastruttura di rete a banda larga è NGI, operatore specializzato nella connettività broadband wireless, che si è aggiudicata sino ad ora 4 bandi regionali (Liguria, Marche, Emilia Romagna e Umbria) sui 5 ai quali ha partecipato. NGI, azienda privata totalmente italiana, opera sul territorio dal 1999 e possiede la rete wireless indipendente più estesa in Italia, conosciuta con il brand EOLO, già presente in oltre 4300 comuni di 11 regioni italiane.

Nell’ambito delle attività relative ai bandi vinti, NGI costruirà oltre 300 nuove strutture (pali e tralicci), realizzando una rete con tecnologia mista fibra ottica/ponti radio (backhauling) e accesso radio punto–multipunto, utilizzando il protocollo EOLOwave capace di fornire fino a 20Mbps in download e 2Mbps in upload sui collegamenti condivisi e fino a 1 Gbps per i collegamenti dedicati.

Per dare un’idea dell’impatto reale sul territorio, si possono prendere ad esempi i due ultimi bandi vinti da NGI, per Emilia Romagna e Umbria: il progetto coinvolgerà in Emilia Romagna 204 comuni in cui sono presenti oltre 2.500 imprese e 150.000 abitazioni, mentre in Umbria beneficeranno della nuova connettività 54 comuni, per un totale di 1.000 aziende e 27.000 abitazioni, attualmente prive di collegamento veloce a Internet. Per agevolare l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione, NGI fornirà inoltre una connessione gratuita a ciascun Municipio incluso nelle aree dei bandi.

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