La governance dell’Agenda Digitale vede operare figure istituzionali diverse. Non ci sono dubbi tra chi decide e ha responsabilità: ci sono vari compiti che ciascuno cerca di svolgere cercando di trovare le soluzioni miglior, dando un pezzetto di contributo perché il lavoro da fare è enorme.
La proposta dell’Osservatorio Agenda Digitale di un luogo in cui discutere è ben accetta, qualunque luogo che aumenti la partecipazione va bene. La sfida però è realizzarlo in modo che sia realmente rappresentativa di tutto il mondo attuale, molto variegato. Va considerato che la rappresentatività è una cosa che si dimostra con il lavoro.
Siamo tutti d’accordo che il digitale sia fondamentale, ma il vero blocco allo switch off della Pubblica Amministrazione è la corruzione e la gestione del potere, perché la totale informatizzazione permette trasparenza e la simmetria informativa e il potere si basa sull’asimmetria: questo è il problema da superare. Poi ognuno può fare il suo, ascoltando il suo ma ognuno per il suo ruolo.
E’ sacrosanto che le imprese vadano consultate ma bisogna considerare il rischio del conflitto di interesse: la decisione spetta sempre al politico, che devono interessarsi. C’è anche motivo per essere ottimisti: le tecnologie vanno avanti velocemente e offrono buone opportunità.