Nella seduta di ieri le Commissioni Giustizia e Attività Produttive della Camera dei Deputati hanno approvato un parere sullo schema di Decreto Legislativo attuativo delle disposizioni della Direttiva 2019/1151 in tema di costituzione online di società SRL/SRLS.
La proposta votata è stata frutto di confronti e mediazioni durati settimane, su un tema caldo e impattante come quello della semplificazione per le imprese.
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La proposta originaria del Governo prevedeva di delegare alla sola figura del notaio la possibilità di costituire nuove società e che – per i processi online – si utilizzasse una piattaforma creata e gestita dal Consiglio Nazionale del Notariato tramite Notartel SpA, in regime di monopolio.
Da relatore del provvedimento ho accolto la documentazione pervenuta da Assintel Confcommercio, Confindustria, AssoSoftware Confindustria, Confartigianato, AssoProfessioni, dalle Camere di Commercio e da tantissimi operatori nel settore delle imprese innovative e delle realtà produttive in generale.
Le principali osservazioni avanzate dal mercato si possono sintetizzare in due punti:
- consentire a una pluralità di soggetti di potere gestire le procedure per costituire nuove SRL/SRLS, specie in caso di statuto standard. Questo secondo quanto previsto dalle finalità della stessa Direttiva Europea che non prevede affatto un’esclusività della figura del notaio e che, invece, parla esplicitamente di “atto pubblico” facendo dunque riferimento anche ad altri pubblici ufficiali titolati o ad altre forme che consentano pubblicità.
- Scongiurare un rischio di posizione monopolistica e di affidamento diretto – per norma – della piattaforma telematica sopracitata, dato che questo si tradurrebbe in una posizione di dominanza che genererebbe sovra-costi e scarsa qualità del servizio, che è l’effetto tipico di ogni mercato privo di concorrenza.
Il parere della Camera su decreto legislativo
Il parere approvato oggi interviene in questo senso esprimendo:
- nelle premesse: “rilevato, al riguardo, che le Commissioni riunite, all’esito di un approfondito dibattito che ha visto confrontarsi diverse posizioni sul tema, hanno valutato circa l’opportunità che il Governo svolga un ulteriore approfondimento per verificare la possibilità di consentire la costituzione delle predette società tramite piattaforme telematiche presso le Camere di Commercio, utilizzando modelli standard adottati con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico;”
- nelle osservazioni: “a) all’articolo 2, comma 1, si valuti l’opportunità di precisare che la piattaforma telematica sia predisposta e gestita dal Consiglio nazionale del notariato nel rispetto di quanto previsto dal Codice degli appalti;”
Si tratta dunque di una formulazione chiara nei suoi intenti, che evidenzia al Governo criticità, mostrando possibili vie alternative per questo provvedimento. E’ la migliore formulazione possibile per chiedere un impegno serio del governo in questa direzione? Sicuramente no, è un punto di caduta politico di una maggioranza molto larga ed eterogenea e di due commissioni – la Attività Produttive e la Giustizia – che si sono confrontate per settimane su posizioni anche agli antipodi.
L’ingerenza del Governo
Rilevo inoltre come il dibattito sia stato alimentato anche da irrituali prese di posizione da parte del Governo e del Ministero della Giustizia in particolare, intervenuto informalmente in sede di dibattito parlamentare con una nota molto discutibile nei suoi contenuti e nella sua forma. Nello specifico il Ministero della Giustizia ha sostenuto la legittimità di quello che tutti gli operatori di mercato hanno definito come monopolio, questione in aperto contrasto rispetto alle norme antitrust comunitarie, in grado di esporre il paese a un rischio di procedura di infrazione.
Mi interrogo sull’opportunità di certe ingerenze nel pieno dibattito parlamentare e farò pervenire richieste di spiegazioni alle istituzioni interessate, chiedendo approfondimenti nel merito specie sul tema della concorrenza.
Ora però, chiusa questa importante fase parlamentare, la palla passa al Governo, che dovrà intervenire sullo schema di Decreto Legislativo in esame recependo le indicazioni del Parlamento (pur non essendo formalmente obbligato a farlo), non solo valutando il parere approvato oggi ma anche considerando quello approvato dalla Commissione Politiche Europee sia alla Camera che al Senato, molto più vincolante di quello approvato in congiunta Attività Produttive – Giustizia. Per questo risultato va ringraziato il Sen. Nannicini che da tempo è impegnato su questo fronte.
Spero davvero che l’esecutivo si comporti di conseguenza ma ho alcuni dubbi. Da interlocuzioni con il Governo sono emerse – a volte anche in modalità poco rituali – divergenze notevoli.
Il Ministero della Giustizia considera la figura del notaio insostituibile per la costituzione di nuove imprese, anche se attraverso modelli standard. Lo stesso dicastero ritiene poi che l’unica via sia affidare la realizzazione e la gestione della piattaforma telematica per queste pratiche proprio al Consiglio Nazionale del Notariato.
A nulla sono servite le mie obiezioni di carattere antitrust, i miei richiami alle norme e ai principi europei sulla concorrenza tanto osannati in altre sedi.
I prossimi passi
E’ dunque importante che siano gli stessi operatori di mercato a continuare a segnalare all’esecutivo la necessità di un radicale cambio di rotta, all’insegna della semplificazione e della modernità per questo paese e per il nostro sistema produttivo.
Abbiamo all’orizzonte il “Disegno di Legge per la Concorrenza” e posso anticipare un mio ulteriore intervento in quella sede proprio per cercare di favorire questo cambio di rotta più che mai necessario.
Alla politica dico: vogliamo davvero semplificare la vita ai cittadini e alle imprese? Bene. Farlo significa toccare quegli interessi che si annidano nella burocrazia. La politica prenda il coraggio di rompere gli schemi e di far fare a tutti noi dei passi in avanti importanti e concreti.
Monitorerò attentamente la questione e solleciterò anche in altre sedi il Governo per arrivare a un risultato concreto, e cioè a un nuovo Decreto Legislativo che consenta semplificazioni reali ed effettive e soprattutto che non porti l’Italia ad essere messa in imbarazzo di fronte all’Unione Europea.