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Le leggi banda larga che l’industria si aspetta

Ci sono grandi aspettative, date le buone premesse degli ultimi mesi. In primis bisogna completare il regolamento scavi. Al contempo, sistemare la vexata quaestio dell’elettromagnetismo

Pubblicato il 09 Dic 2014

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Non v’è dubbio che sulla “questione digitale” il clima italiano, a partire dal Digital Venice, stia cambiando verso.

Con Sblocca Italia è stato finalmente riconosciuto il ruolo strategico delle infrastrutture di Tlc per il rilancio della crescita. In questo modo è stata aperta la strada sia al credito d’imposta per la realizzazione della rete a banda ultra larga, così come già previsto per altre infrastrutture quali, ad esempio, quelle di trasporto, che a una serie di semplificazioni procedurali, con evidenti benefici per la realizzabilità delle opere. Di particolare rilevanza, per quanto riguarda la rete fissa, la possibilità di giungere alla definizione di un testo unico che disciplini tutte le tecniche di posa della fibra sull’intero territorio nazionale e l’estensione delle semplificazioni all’infrastrutturazione degli edifici. Sulla banda larga mobile vi sono una serie di apprezzabili semplificazioni autorizzative per gli interventi minori, mentre rimane l’impegno a lavorare sui limiti di emissioni elettromagnetiche – oggi i più stringenti in Ue – per adeguarli alla media europea. Con il Piano Strategico per la Banda Ultra Larga il Governo ha predisposto il primo vero documento di politica industriale per lo sviluppo delle reti di telecomunicazioni di nuova generazione, su cui sarà possibile avviare un serio e costruttivo confronto con gli Operatori. Nel testo sono previsti provvedimenti positivi che vanno nel senso di ridurre i costi di posa della fibra ottica, realizzare il catasto di tutte le infrastrutture del sotto e sopra suolo, agevolare l’accesso alle risorse, stimolare lo sviluppo della domanda. A ciò si aggiungono altre iniziative importanti degli ultimi mesi, fra cui il piano del Miur per la “#buona scuola” in cui viene assegnato un ruolo cruciale alla diffusione delle tecnologie digitali , il “Patto per la sanità digitale” del Ministero della Salute, la Strategia di Crescita Digitale 2014-2020 presentata in questi giorni dall’Agid.

Le semplificazioni banda larga che ci aspettiamo

Ne emerge un quadro di notevole rafforzamento dell’azione del Governo negli ultimi mesi, nella direzione di spingere il Paese verso la trasformazione digitale in maniera più sistemica e strutturale rispetto al passato. Da qui è legittimo il crearsi, da parte degli operatori di Tlc, di grandi aspettative quanto a capacità risolutive dei problemi che ancora permangono sul tappeto e a incisività nel superamento delle resistenze al cambiamento che ancora si manifestano.

In coerenza con il ruolo di opera di urbanizzazione primaria riconosciuto all’infrastruttura di telecomunicazioni, ora ci si attende una netta accelerazione sull’attuazione delle semplificazioni previste e tutt’ora nel limbo dei regolamenti ministeriali. In particolare è importante citare due misure inserite nel decreto Crescita 2.0 del 2012.

In primis il completamento del Regolamento degli scavi per la posa in opera della fibra ottica. La misura, com’è noto, è necessaria per semplificare le opere edilizie e ridurne i costi. La nuova norma deve consentire l’uso dei materiali speciali per il riempimento delle micro e mini trincee di scavo e il ripristino del manto stradale. L’adozione di questo provvedimento porterà a risparmi dell’ordine del 30%, accelerando così, a parità di investimenti già pianificati dagli operatori, la copertura in fibra del territorio nazionale. Per questo gli operatori confidano che la nuova impostazione, che l’atto dovrà avere come “testo unico” di riferimento per tutte le tecniche di posa, permetta di superare velocemente le gli irrigidimenti pregressi che non hanno più ragione d’essere.

Al contempo occorre dare seguito attuativo al comma 8 dell’art. 14 del Crescita 2.0, che dispone l’emanazione di linee guida sulla rilevazione delle emissioni elettromagnetiche, individuando l’esigenza di uniformare sul territorio nazionale le modalità di misura e verifica del rispetto dei limiti di legge. Tale provvedimento è necessario per accelerare sulla copertura del territorio nazionale con rete mobile a 4G. In questi due anni il tema è stato approfondito attraverso la collaborazione tra Ministero dell’Ambiente, Fub e Asstel, che ha già portato a interventi legislativi di perfezionamento della norma primaria e alla definizione dei primi decreti contenenti le linee guida in questione. È stato infatti concesso parere positivo dalle commissioni Ambiente di Camera e Senato al primo decreto contenente le linee guida per portare a 24 ore il periodo di rilevazione dell’emissione e per accompagnare tale modifica con il potenziamento degli strumenti di controllo a disposizione delle Arpa, che potranno infatti avvalersi di data base accessibili online, messi a disposizione dagli Operatori, in cui riscontrare in modo puntuale la potenza di emissione di ciascun impianto.

Per arrivare a concludere l’iter di questo primo decreto attuativo è ora necessaria la firma del Ministro dell’Ambiente. Rimangono da disciplinare in modo più puntuale altri due aspetti, rinviati dalla legge del 2012 alle linee guida, che riguardano la definizione delle pertinenze suscettibili di permanenza umana superiore alle 4 ore (su cui, pertanto, secondo la normativa vigente devono essere applicati limiti di qualità prudenziali molto contenuti) e i coefficienti di attenuazione da utilizzare per l’elaborazione delle rilevazioni. Anche per tali provvedimenti si è in attesa che il Ministero dell’Ambiente invii gli schemi, in corso di redazione, alle commissioni parlamentari per il parere consultivo, per poi proporli alla firma del Ministro.

Dunque, l’emanazione di tali provvedimenti è decisiva per semplificare e velocizzare l’infrastrutturazione a banda ultralarga del Paese. I contenuti sono stati, in parte, concordati e definiti in due anni di faticoso e laborioso lavoro di approfondimento a più voci fra istituzioni pubbliche e operatori, in parte ancora da perfezionare. Ora sono ostaggio per lo più di passaggi burocratici, i quali possono essere accelerati solo da una manifesta volontà politica Un concreto segnale di discontinuità rispetto al passato e di efficacia della strategia governativa sarà quello di concludere gli iter entro l’anno.

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