una nuova internet

Perché il Metaverso potrebbe (davvero) essere la nuova “internet revolution”

Il Metaverso potrebbe anche rappresentare, come “chiusura del cerchio”, l’infrastruttura di un nuovo “campo di gioco” in grado di definire la territorialità globale di una nuova società digitale a trazione big tech. Creando però un ecosistema aperto e miliardario a vantaggio di molti

Pubblicato il 02 Nov 2021

Angelo Alù

studioso di processi di innovazione tecnologica e digitale

facebook

Mentre gli Stati sono alle prese con gli adempimenti della “routine” istituzionale quotidiana spesso senza un’idea di futuro su come sarà la società nei prossimi decenni, da Mark Zuckerberg arriva una prospettiva organica e audace di evoluzione dell’umanità che riflette (di certo tra luci e ombre) la configurazione di un nuovo sistema interoperabile e decentralizzato dalle implicazioni economiche, sociali e politiche senza precedenti.

Il progetto, ormai lo sappiamo tutti, è il Metaverso e quali che siano le ragioni che hanno spinto il CEO di Facebook a lanciarlo proprio ora – semplice riposizionamento del brand o vera e ripulitura dell’immagine dell’azienda dopo le ultime dure accuse sugli effetti collaterali da dipendenza algoritmica – sta di fatto che si tratta di un obiettivo tecnologico ambizioso, che vale la pena cercare di comprendere.

Meta, una nuova versione di Internet

In occasione della conferenza annuale “Connect”, nell’annunciare la ridenominazione della holding societaria che presto assumerà il nome “Meta” (stando alle parole dell’imprenditore, per “costruire servizi migliori”), Zuckerberg ha spiegato in dettaglio come la sua azienda intende costruire una nuova versione di Internet, fondata sulla definitiva integrazione tra mondo fisico e digitale, come spazio di interazioni reali tra persone che – nella vesta di “avatar” – lavorano, giocano, sviluppano relazioni interpersonali incontrandosi secondo le dinamiche “normali” della vita quotidiana tramite l’utilizzo di visori Oculus VR di Facebook per consentire l’accesso alla dimensione inedita della realtà aumentata, implementando la versione professionale già in uso dell’app “Horizon Workrooms” che consente ai lavoratori di Oculus di entrare negli uffici virtuali e tenere riunioni, con l’obiettivo di raggiungere entro il prossimo decennio un miliardo di persone, nonché centinaia di miliardi di dollari di commercio digitale e opportunità di lavoro per milioni di creatori e sviluppatori.

Il metaverso di Facebook: la realtà aumentata come distruzione sociale

La descrizione di Metaverso conferma la progettazione di un ambiente “ibrido” di esperienze sociali che si intensificheranno nel “prossimo decennio” come emblema delle nuove tecnologie sociali fondanti la nuova era di Internet, prendendo atto di un rapido cambiamento dell’evoluzione digitale che ha progressivamente mutato le dinamiche della condivisione dai testi ai contenuti multimediali (foto e video), sino a rendere necessaria la creazione di una piattaforma “immersiva” in grado di assicurare una percezione di presenza reale con qualsiasi tipo di prodotto e di interazione umana come “sogno” in cui – secondo le parole rese note in occasione del lancio del progetto con cui è stato diffuso anche un film sull’uso di Metaverso – gli utenti saranno in grado di teletrasportarsi istantaneamente come un ologramma, con la possibilità di dedicare più tempo a sé stessi, ridurre il traffico e l’inquinamento.

Un mondo iper-connesso da svariati miliardi di dollari

Un vero e proprio mondo totalmente iper-connesso, insomma, che esprime sul piano pratico, un nuovo paradigma di interrelazione tecno-umana destinato a proiettare le persone verso un’inedita era senza soluzione di continuità con il passato, con l’effetto immediato di generare, nel breve termine, anche benefici occupazionali tangibili, visto che Facebook ha dichiarato che sta creando 10.000 nuovi posti di lavoro nell’Unione Europea come parte di una complessiva strategia di crescita che include la costruzione di Metaverso, annunciando inoltre l’avvio di un programma di investimenti per garantire che il nuovo mondo del Metaverso sia costruito in modo responsabile.

A dimostrazione che Zuckerberg fa davvero sul serio è stato previsto un poderoso investimento iniziale per il progetto, quantificato in svariati miliardi di dollari per lo sviluppo iniziale, con conseguente riduzione dell’utile operativo di circa 10 miliardi di dollari (7,25 miliardi di sterline) nel 2021. Somma di certo significativa, sebbene comunque sostenibile per una società che ha generato un reddito netto di 29 miliardi di dollari lo scorso anno grazie all’ormai collaudato sistema di advertising legato al flusso dei contenuti pubblicati quotidianamente nelle sue piattaforme.

Meta, un obiettivo tecnologico ambizioso

La circostanza che il progetto di Zuckerberg si materializzi in un momento storico in cui il governo degli Stati Uniti sta tentando di arginare lo strapotere dell’azienda californiana (ormai al centro di una quotidiana attenzione “bipartisan” alla ricerca di criticità e responsabilità per giustificare l’avvio di riforme legislative sfavorevoli e restrittive con finalità punitive e sanzionatorie a discapito degli interessi imprenditoriali del “Colosso digitale”) è probabile che costituisca una possibile strategia difensiva finalizzata alla propria autoconservazione di fronte ai continui attacchi ricevuti.

Al contempo, però, non vi è dubbio che lo sviluppo di Metaverso rappresenta un obiettivo tecnologico ambizioso, peraltro, non improvvisato ma da tempo preparato e implementato grazie all’erogazione di rilevanti investimenti miliardari, a partire dall’acquisto del sistema Oculus VR come spazio virtuale di incontro, insieme a molti altri progetti sempre più basati sull’interazione uomo-macchina, di certo, a riprova di una visione chiara sul futuro ecosistema “real-virtuale” immaginato da Zuckerberg come porta di accesso a esperienze digitali emblema della nuova architettura di Internet.

Conclusioni

Se dunque di fronte all’incremento di un popolo “social” di quasi 3 miliardi di utenti (iscritti soltanto alla piattaforma di Facebook), si consolidano le “regole del gioco” nella gestione dei rapporti virtuali che intercorrono online in nome di una “sovranità digitale” di cui sono portatori ormai dominanti attori non statali in grado di occupare spazi politici sempre più rilevanti nella nuova governance globale anche mediante iniziative dalle sembianze paragiurisdizionali (emblematica in tal senso la creazione da parte di Facebook del “Oversight Board” presentato come una sorte di “Corte Suprema”, con il compito di emettere decisioni “definitive” e “vincolanti” sui contenuti consentiti e rimossi), nell’ambito di tale complesso scenario che vede rafforzare anche il primato economico dei “Colossi del Web” come la terza economia più grande del mondo, Metaverso potrebbe rappresentare, come “chiusura del cerchio”, l’infrastruttura di un nuovo “campo di gioco” in grado di definire la territorialità globale di una nuova società digitale a trazione “Big-tech”?

Difficile immagine con certezza cosa accadrà nei prossimi anni e prevedere se Zuckerberg riuscirà effettivamente a far funzionare il nuovo universo “immersivo” che ha in mente.

Allo stato attuale, di certo, emerge il tentativo di tracciare la strada verso una nuova prospettiva evolutiva declinata al futuro, di cui Zuckerberg assume inevitabilmente la guida non solo in una veste di imprenditore creativo ma anche come aspirante politico visionario con il compito di (auto)governare il nuovo ordine “tecno-globale” in un mondo sempre più pervasivamente connesso.

Un Viaggio nel futuro, anche il titolo del mio nuovo libro.

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