Quello degli NFT è un fenomeno esploso durante il 2021 e che ha toccato diversi settori: dal mondo dell’arte a quello del calcio. Rappresentano un elemento fortemente disruptive, con potenzialità in gran parte ancora da esplorare. Benché il loro utilizzo nella creazione di nuovi modelli di business sia stato intuito, rimangono ancora diversi nodi da sciogliere. Siamo solo nella fase iniziale di adozione e i progetti registrati oggi mostrano ancora un utilizzo basilare di questa tecnologia. Questa fase sta tuttavia solamente gettando le basi per sviluppi futuri particolarmente interessanti.
NFT e mondo dell’arte
Gli NFT sono una particolare tipologia di asset digitali unici e non interscambiabili, che vengono emessi e trasferiti su una piattaforma Blockchain. Questi token vengono utilizzati per rappresentare la proprietà o dei diritti associati a un bene digitale o fisico. La tecnologia Blockchain garantisce che ogni NFT sia davvero unico e non replicabile. Creando così una scarsità digitale e rendendoli inoltre facilmente trasferibili e scambiabili. Diversi artisti si sono lanciati in questo nuovo settore, utilizzando questi strumenti per digitalizzare le loro creazioni del passato o per dare vita a nuove opere d’arte completamente digitali. È ormai celebre il caso dell’artista americano Mike Winkelmann, in arte Beeple, e della sua opera d’arte digitale battuta all’asta a marzo 2021 come NFT dalla famosa casa Christie’s per ben 69,3 milioni di dollari.
Anche altri oggetti digitali hanno trovato un mercato: a marzo 2021 il primo tweet della storia è stato venduto per 2,9 milioni di dollari e a giugno 2021 l’immagine di un cane Shiba Inu (niente più di un meme) venduta come NFT ha raggiunto una quotazione di ben 4 milioni di dollari. A ben vedere non si tratta di un fenomeno completamente nuovo. Una prima diffusione degli NFT può essere ricondotta al 2017, quando divenne popolare tra una nicchia di appassionati una collezione di figurine digitali di gattini chiamati CryptoKitties, creati da un’azienda canadese di nome DapperLabs.
Non fungible token (NFT): così la blockchain cambia il mercato dell’arte
A seguito del fenomeno dei Cryptokitties, il mercato degli NFT è rimasto sostanzialmente stabile per molti mesi. Nel 2021 però il fenomeno è nuovamente esploso, questa volta uscendo dai confini delle nicchie di entusiasti e addetti ai lavori per approdare regolarmente su testate giornalistiche generaliste e programmi televisivi.
NFT, i dati della diffusione
Oggi risultano emessi oltre 74 milioni di NFT, guardando solo ai digital collectibles e alle 447 principali collezioni (fonte: cryptoslam.io) a novembre 2021. Secondo un rapporto di NonFungible.com a fine 2020 il mercato degli NFT valeva circa 150 milioni di dollari, mentre oggi (novembre 2021) il volume totale di NFT scambiati sfiora i 10 miliardi di dollari. Gli utenti coinvolti in questo settore erano circa 64 mila un anno fa, oggi sono oltre 400 mila, la metà dei quali è entrata negli ultimi tre mesi. Di fronte a tali cifre e alla peculiarità degli oggetti venduti, è facile capire come l’attenzione dei media si sia rivolta verso questo settore. Tuttavia, la rilevanza degli NFT va ben oltre i prezzi a cui alcuni di questi oggetti digitali sono stati venduti e soprattutto non riguarda solo il mercato consumer, ma anche il mondo business e pubbliche amministrazioni.
Secondo i dati dell’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger del Politecnico di Milano, il fenomeno degli NFT sta assumendo una rilevanza crescente anche nei progetti di aziende e pubbliche amministrazioni in tutto il mondo. Prendendo infatti in considerazione i progetti che vedono l’utilizzo di token, sia fungibili sia non fungibili, nell’ultimo anno i progetti con NFT sono cresciuti in maniera sostanziale.
Distribuzione per anno dei progetti operativi per tipologia di token. Fonte: Osservatori Digital Innovation
Le sperimentazioni
Tra i 52 progetti token-based monitorati da inizio 2021 oltre l’85% ha sperimentato gli NFT, principalmente nel settore finanziario. Gli NFT si stanno diffondendo anche ne i progetti delle aziende “tradizionali” attive nel settore Media & Arts (ne è un esempio l’ultimo annuncio di TikTok) e nel settore dell’Agrifood, dove i token non fungibili possono essere utilizzati come digital twin dei prodotti per il loro tracciamento agroalimentari lungo le filiere. I casi d’uso sono numerosi e vanno ben al di là del singolo ambito dei collectible, questo grazie alle caratteristiche peculiari degli NFT.
Dal momento che si tratta di token su una Blockchain, il possesso di un NFT può essere dimostrato con certezza ad ogni osservatore, senza la necessità di attori che ne garantiscano o ne certifichino la proprietà. Oggi questa caratteristica può essere sfruttata ad esempio da un social media come Twitter per verificare il possesso dell’immagine del profilo utilizzata dagli utenti, ma in futuro è possibile immaginare impatti significativi in ambiti disparati, dalla lotta all’evasione fiscale alla gestione dei di proprietà e ai diritti d’autore.
La gestione dei diritti di proprietà è sicuramente uno dei casi che, proprio per le loro caratteristiche, si allinea meglio al tema degli NFT. Sono già attive in tutto il mondo sperimentazioni di registri di proprietà basati su blockchain, un caso particolarmente interessante è ad esempio quello di HMLR (Her Majesty’s Land Registry), il catasto inglese, che ha proprio utilizzato gli NFT per rappresentare i diritti di proprietà relativi a degli asset real estate trasferiti tra più utenti.
Casi d’uso reali
Oltre a sperimentazioni di questo sono però già presenti anche dei casi reali. Alla fine di maggio, è stata ad esempio realizzata una prima transazione reale relativa a un immobile e basata su Blockchain e svolta utilizzando proprio un NFT: un appartamento in Ucraina è stato venduto all’asta come token non fungibile. L’appartamento, situato a Kiev e di proprietà del Founder di TechCrunch Michael Arrington, è stato venduto grazie alla collaborazione con la società Propy. L’asta per l’appartamento è stata condotta attraverso Propy sulla piattaforma pubblica di Ethereum e l’aggiudicatario ha pagato 36 Ether (la criptovaluta generata dal protocollo Ethereum), pari al tempo a $ 93.429,72.
Nonostante queste sperimentazioni e casi di successo resta tuttavia ancora da vedere come questa tecnologia possa adattarsi per soddisfare le esigenze di questo tipo di transazioni riguardanti asset reali. Si sollevano infatti non pochi interrogativi dal punto di vista legale per quanto riguarda l’associazione dei diritti di proprietà a dei corrispondenti NFT. Proprio per questo motivo risulta ad oggi più semplice utilizzare queste tecnologie per la gestione di diritti connessi a beni più facilmente digitalizzabili o già nativamente digitali. È il caso, ad esempio, dei già citati diritti d’autore.
Quest’ultimo ambito ha visto recentemente diverse sperimentazioni innovative basate sugli NFT. La Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE) ha ad esempio intrapreso un progetto per rappresentare digitalmente i diritti dei propri artisti, rendendoli facilmente scambiabili su un’infrastruttura pubblica e trasparente basata sulla Blockchain di Algorand. L’uso di NFT e le caratteristiche della tecnologia Blockchain permettono anche una maggiore trasparenza dei pagamenti delle royalities, con vantaggi per tutte le parti interessate. Questi primi casi di applicazione dimostrano solamente in minima parte le potenzialità della tokenizzazione, che per le sue caratteristiche è applicabile a svariati ambiti, abilitando non solo un più efficiente e immediato trasferimento della proprietà, ma anche una serie di nuovi casi d’uso associati proprio ad essa.
Le prospettive future del mercato NFT
Gli NFT stanno infatti possono essere utilizzati anche come strumento che garantisce il diritto di voto, per valorizzare l’appartenenza a una community o per offrire privilegi ai propri clienti o sostenitori, possessori di un relativo token. Inoltre, le innovazioni sul piano tecnologico degli NFT potrebbero offrire in futuro ulteriori possibilità. Ad esempio, un nuovo standard tecnico nella creazione degli NFT riguarda la possibilità di frazionare un token non fungibile in sotto parti fungibili e scambiabili. Ciò significa poter creare degli NFT, che pur rappresentando un unico bene, possono poi essere frazionati in sotto parti e venduti come “shares” dell’NFT originario. Proprio come se fossero detentori di azioni di un bene del mondo reale.