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Creare contenuti social, nuova frontiera del lavoro: come va il business

Ancora una volta i colossi del Web sono riusciti a cogliere i mutamenti dello scenario economico e a girarli a loro vantaggio: si fanno largo così i contenuti a pagamento sui social, in grado sia di migliorare la qualità delle informazioni sia di garantire un congruo corrispettivo a chi li crea. Ecco le maggiori iniziative

Pubblicato il 07 Feb 2022

Angelo Alù

studioso di processi di innovazione tecnologica e digitale

influencer

Rispetto alla classica fruizione delle piattaforme sociali ove i relativi contenuti sono distribuiti alla generalità degli iscritti secondo il tradizionale approccio della gratuità, in attuazione della originaria filosofia idealistica sottesa allo sviluppo evolutivo di tali strumenti comunicativi, sono in atto nuovi test che consentono agli utenti, come inedito servizio in abbonamento, di pagare contenuti extra generati da creatori “qualificati”, con il duplice scopo di personalizzare il flusso qualitativo delle informazioni e, al contempo, attirare persone in grado di indirizzare il traffico verso le piattaforme, ricevendo in cambio un pagamento come corrispettivo incentivante legato alla capacità di stimolare l’interazione del proprio seguito di followers.

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Si tratta di una tendenza che sta cominciando a svilupparsi in modo sempre più diffuso tra le big tech esistenti: non solo quindi nell’ambito degli storici colossi social (come Facebook, Instagram, Twitter, YouTube), ma anche se si osservano le recenti iniziative delle nuove piattaforme emergenti (come TikTok), a dimostrazione di un’inarrestabile intraprendenza imprenditoriale che non a caso quantifica le grandi multinazionali tecnologiche, in termini di prodotto interno lordo, come la terza economia più grande del mondo, determinando la nascita di un nuovo ecosistema distribuito di successo.

Instagram creator subscription

Instagram, ad esempio, sta offrendo, in via sperimentale, il servizio Creator Subscriptions, che prevede la possibilità di attivare abbonamenti mirati, al costo oscillante da 0,99 a 99,99 dollari in base alle differenti opzioni disponibili proposte dai creatori titolari degli accounts “social star”, per l’accesso esclusivo a storie, foto e post video con durata di visualizzazione limitata, al pari della selettiva partecipazione a riservate sessioni di streaming video in tempo reale.

Investendo nel settore del marketing degli influencer destinato a raggiungere presto un valore economico superiore a 10 miliardi di dollari, il sistema Instagram Creator Accounts è rivolto proprio ad una ristretta cerchia di influencer e personaggi pubblici, che hanno circa 3 miliardi di followers complessivi, per testare l’utilizzo innovativo di una serie di strumenti e funzionalità in grado di analizzare il flusso dei propri dati, aumentando il proprio reddito mensile.

In particolare, lo strumento “Subscriber Lives” consente di trasmettere contenuti esclusivi agli abbonati, interagendo più intensamente, al pari del servizio “Subscriber Stories” e “Subscriber Badges” che offre la visualizzazione di commenti e messaggi in grado di identificare facilmente gli utenti abbonati.

Le iniziative di Facebook

Non è una novità assoluta per la “galassia” Meta che, già da tempo, impegnandosi a rinunciare alla propria quota di commissione sugli acquisti di abbonamenti fino al 2023, con Facebook è impegnata a progettare strumenti di monetizzazione per consentire agli influencer di guadagnare sui contenuti prodotti. Emblematico, in questo senso, il progetto “Supporting Independent Voices” per fornire supporto a scrittori, esperti e giornalisti che pubblicano informazioni in modo indipendente, con l’intento di facilitare la condivisione del relativo flusso comunicativo incentivando l’attività editoriale online, unitamente alla piattaforma “Facebook Journalism Project” che consente ai creatori/editori di ottenere guadagni dalle interazioni personalizzate con il proprio target, grazie all’incremento di specifiche abilità oggetto di corsi di formazione, programmi di finanziamento e partnership in grado di realizzare un modello interattivo e sostenibile di giornalismo di qualità strettamente connesso allo sfruttamento efficace delle funzionalità “social” per diffondere notizie a livello globale, combattere la disinformazione, promuovere l’alfabetizzazione giornalistica, finanziare nuove iniziative e condividere le migliori pratiche che aiuteranno gli utenti a reperire facilmente nuovi contenuti.

In tale prospettiva, Zuckerberg sta mettendo a disposizione dei propri iscritti una crescente varietà di strumenti per ottenere guadagni legati alla condivisione dei contenuti, come ad esempio il sistema di abbonamento dei fan per sostenere i creator preferiti con un pagamento mensile periodico, o il servizio Stars che consente ai fan di acquistare e inviare stelle ai creator nei commenti sotto ai video, con la possibilità di monetizzare le dirette streaming e ottenere una ricompensa per aver creato una base di fan fedeli, sulla base di un obiettivo prefissato. Parimenti interessanti sono le inserzioni in-stream che abilitano l’accesso a più tipi di video da monetizzare con le inserzioni, contribuendo alla fidelizzazione e all’interazione del pubblico.

Twitter Super Follows

Dello stesso tenore anche il servizio “Super Follows” promosso da Twitter che consente agli abbonati di pagare contenuti bonus generati dai propri creatori preferiti. Twitter, con costi bassi variabili da 2,99 a 9,99 dollari al mese, ha lanciato infatti il progetto di sviluppo della piattaforma “Revue” che consente agli utenti scrittori, esperti e giornalisti di condividere le proprie notizie rivolte ad un pubblico fidelizzato con la possibilità di monetizzare i tweet grazie ad una funzione di pagamento, integrata da un servizio che rende gratuito e facile per chiunque avviare e pubblicare newsletter editoriali con l’obiettivo di far crescere il numero di lettori più velocemente grazie a contenuti coinvolgenti, offrendo agli utenti sottoscrittori il 5% dei ricavi generati dal sistema della newsletter.

La “mancia” ai creator preferiti su TikTok

Seguendo la medesima strategia, sulla falsariga dei social network più consolidati, TikTok recentemente ha iniziato a sperimentare una nuova funzionalità che consente agli utenti di donare una vera e propria “mancia” ai propri creatori preferiti (con un numero di follower di almeno 100.000 e una buona reputazione online), mediante l’invio di piccole somme di denaro da erogare anche in forma anonima, come forma di supporto che consente agli iscritti di monetizzare i propri contenuti guadagnandosi da vivere grazie alla pubblicazione periodica delle proprie attività.

YouTube Shorts

Anche YouTube è pronta a lanciare – a partire dalla versione beta iniziale disponibile in India – il servizio “YouTube Shorts”: una nuova funzionalità di cortometraggi che paga i creatori per la produzione di video brevi di pochi secondi, così da monetizzare sui propri contenuti multimediali diffusi online sulla base di specifici indicatori in grado di monitorare il livello di viralizzazione dei video (tempo di visualizzazione, durata, target, ecc.).

Conclusioni

In un mutato scenario economico – che ancora una volta i colossi del Web riescono a cogliere con indubbia lungimiranza – non sorprende la crescita esponenziale, in perfetta linea con la pervasiva nascita di nuove prospettiva occupazionali legate allo sviluppo dei lavori del futuro, dei cosiddetti “baby influencer” che, al netto della loro giovinezza, pur essendo ancora in tenera età, stanno diventando talmente popolari online al punto da ottenere redditi da capogiro, come si evince dall’ultimo studio di Forbes che ha reso pubblica la lista degli youtuber più retribuiti del 2021, collocando al primo posto il 23enne “MrBeast”, stuntman e acrobata, con un reddito di 54 milioni di dollari, grazie alle performance dei suoi video in grado di raggiungere 10 miliardi di visualizzazioni, che gli hanno consentito di rientrare nella “Celebrity 100”.

Fanno parte della “Top 10” anche “Nastya”, una bambina di 6 anni, diventata una star nell’attività di scartare giocattoli (unboxing), e “Ryan Kaji”, un influencer di 10 anni che guadagna 30 milioni l’anno.

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