Il Punto

Super Green Pass a lavoro, scatta l’obbligo per gli over 50: ecco come adeguarsi

Mentre il virus fortunatamente rallenta, le misure per contrastarlo restano, e in parte pure aumentano, a fronte dell’obbligo dal 15 febbraio del super Green pass al lavoro per i lavoratori over 50. Vediamo cosa comporta, sia dal lato del lavoratore che del datore. Tutto quello che c’è da sapere anche sul versante privacy

Pubblicato il 15 Feb 2022

Chiara Ponti

Avvocato, Privacy Specialist & Legal Compliance e nuove tecnologie – Baccalaureata

green pass illecito privacy

Scatta oggi 15 febbraio l’obbligo di Super Green Pass per i lavoratori over 50. Immaginiamo, allora, di entrare in un’azienda qualsiasi per scoprire cosa accade o dovrà accadere dal 15 febbraio e fino al 15 giugno 2022. E di conseguenza in che modo lavoratori e datori possono adeguarsi alle nuove regole.

Obbligo super green pass sul lavoro: “corridoio” Covid e la verifica diversificata

Eccoci all’ingresso. Nella migliore delle ipotesi ci troviamo di fronte a un “corridoio” Covid. Non che oggi non ci sia già, ma dal 15 febbraio dovrà essere ancora più marcato specie per tutte quelle aziende che hanno deciso di effettuare i controlli all’ingresso e “a tappeto”.

Green pass aziende, guida agli obblighi per lavoratori e datori

Le aziende dovranno infatti effettuare un controllo diversificato sia che esso avvenga in modo manuale per il tramite di una persona autorizzata e debitamente designata, ovvero automatizzato ex se. In quest’ultimo caso, possiamo immaginare che ci sarà un totem con installata l’app VerificaC19. Quest’ultima, è stata aggiornata introducendo la voce “lavoro (base<50anni – rafforzata>=50anni)”, che sostanzialmente evita di dover preselezionare il tipo di controllo adeguato a seconda dell’età dei soggetti verificati.

I (nuovi) adempimenti per obbligo vaccino over 50

Vediamo ora quelli che sono i (nuovi) adempimenti, analizzandoli prima lato datori di lavoro, e poi lato lavoratori.

Lato datori di lavoro

I datori di lavoro sono tenuti a ulteriori adempimenti.

Oltre all’aggiornamento del protocollo aziendale Covid devono preoccuparsi dei “soliti” adempimenti privacy tra cui:

  • aggiornare le informative e i registri del trattamento anche in ordine alla conservazione dei dati specie se l’azienda ha dato la possibilità di consegnare copia del certificato verde al datore di lavoro al fine di semplificare le verifiche;
  • effettuare un’eventuale DPIA specie se adeguano il controllo del super Green pass in maniera automatizzata, accertandosi che i dati non siano trattati in maniera esorbitante rispetto alle finalità dichiarate nell’informativa;
  • potenziare le nomine ex art. 2 quaterdecies del D.lgs 196/2003 in combinato disposto con l’art. 29 GDPR;
  • adeguare e testare le misure tecniche e organizzative.

Lato lavoratori “senior”

Le novità non riguardano tutti i lavoratori, ma in particolare quelli senior (over 50) i quali dovranno vaccinarsi per accedere ai luoghi di lavoro, né più né meno come sanitari, insegnanti e quelle altre categorie professionali per le quali sussiste già da tempo tale obbligo.

Gli under 50 invece potranno accedere al luogo di lavoro se muniti di Green pass base (da tampone).

Obbligo vaccinale per gli over 50: adempimenti, facoltà e responsabilità

I lavoratori under 50 quindi potranno continuare ad accedere al proprio posto di lavoro purché in possesso di un Green pass “base”, come introdotto dal 15 ottobre scorso.

Il possesso del Green pass rafforzato dovrà essere verificato a tutti, anche ai soggetti esterni ultracinquantenni che svolgono attività lavorativa, a qualsiasi titolo, all’interno dell’azienda (ad esempio: fornitore, consulente, clienti, visitatori, ecc.).

Le verifiche del Green pass, a prova di privacy

Richiamando quanto scritto all’inizio in merito al cosiddetto “corridoio” Covid, ribadiamo che solo in caso di dipendente con più di cinquant’anni (ovvero per i nati dal 1972), il datore di lavoro o soggetto da questi designato, potrà/dovrà selezionare la modalità̀ di verifica — tramite l’app VerificaC-19 e/o con il pacchetto di sviluppo per applicazioni Software Development Kit-SDK— relativa al possesso del “Green pass rafforzato”.

Tali verifiche dovranno avvenire in piena tutela privacy, vale a dire senza tuttavia rendere visibili le informazioni che ne hanno determinato la relativa emissione.

Gli autorizzati/designati al trattamento

I soggetti preposti alla verifica del possesso delle certificazioni verdi in corso di validità devono essere appositamente autorizzati[1] dal Titolare del trattamento (azienda nella persona del datore di lavoro) e devono ricevere le opportune istruzioni in merito al trattamento dei dati connesso all’attività di verifica, con particolare riferimento alla possibilità di utilizzare la modalità di verifica del super Green pass esclusivamente nei casi in cui sia consentito dalla legge.

Facoltà di consegna del Green pass (base o rafforzato)

Resta ferma la possibilità di consegnare il Green pass (base o rafforzato) al proprio datore di lavoro, al fine di semplificare e razionalizzare le verifiche; tuttavia, quest’ultimo è chiamato ad effettuare una puntuale verifica sulla perdurante validità della certificazione del lavoratore, effettivamente in servizio, attraverso la lettura del codice a barre bidimensionale della copia in suo possesso. Tale controllo avviene sempre tramite app VerificaC-19 ovvero in quelle modalità automatizzate di cui agli allegati G e H.

Le ricadute e responsabilità privacy

Partiamo con il dire quelle che sono le ricadute specie nel caso in cui il lavoratore si avvalga della facoltà di consegnare il proprio Green pass in azienda, verosimilmente all’ufficio personale.

In tale ipotesi, l’azienda/datore di lavoro/titolare del trattamento dovrà preoccuparsi in ordine alla conservazione dei dati contenuti nei certificati verdi, di adottare tutte le misure tecniche e organizzative adeguate al grado di rischio connesso al trattamento stesso.

Circa le responsabilità, rammentiamo che le modalità di verifica dell’obbligo restano sì disciplinate dal DPCM 17 dicembre 2021, con tutto ciò che ne consegue specie nei casi di verifica automatizzata.

Smart working e Green pass (base o super): assoluto silenzio

Nulla vien detto, invece, circa taluni aspetti controversi come da FAQ governative.

Ci riferiamo, più nello specifico, a quelle disposizioni normative che, anche dopo le introdotte modifiche, non pongono affatto esclusioni se si lavora in smart working. In questo contesto, resta infatti confermato che ai fini dello svolgimento del lavoro in modalità agile non è richiesto alcunché: né il possesso del certificato verde base né, tanto meno, quello super, aumentando dunque le discriminazioni già in atto.

___________________________________________________

  1. Per maggiori approfondimenti si rimanda al volume monografico «Gli “autorizzati” al trattamento dei dati personali. Una guida pratica», edito Pacini Giuridica – Collana Itinerari Privacy, ottobre 2021, a cura della scrivente insieme a Monica Perego

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 3