Lo scenario

PNRR, come si fa in concreto la digitalizzazione delle PA locali: un modello operativo

Governance e attuazione della Missione 1 del PNRR, indirizzo dedicato alla digitalizzazione, è differente dai modelli operativi pensati per gli altri ambiti del Piano: gli enti potranno ottenere i fondi accedendo a bandi di gara e raggiungendo determinati KPI, le verifiche e la rendicontazione sono affidate al MITD

Pubblicato il 07 Mar 2022

Andrea Tironi

Project Manager - Digital Transformation

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Il modello di messa a terra della parte digitalizzazione (M1C1) del PNRR, derivante dall’esperienza del Fondo Innovazione, è di grande aiuto agli enti locali e la sua governance e attuazione sono molto diverse rispetto al resto del PNRR.

In un recente incontro organizzato da ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e dal MEF (Ministero Economica e Finanze) sul PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) indirizzato in particolare agli enti locali (comuni) di piccole dimensioni, tra le prime cose enunciate è stato detto che di M1C1 – digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA non si sarebbe parlato perché governato e rendicontato a livello centrale.

Dopo questa dichiarazione è emerso come la rendicontazione di tutte le altre misure (tranne M1C1) fosse stata semplificata in modo da rendere più agevole la rendicontazione dei progetti ad opera dei comuni verso il MEF (che poi a sua volta deve rendicontare all’Europa).

PA digitale: tutti i tasselli che devono andare a posto nel 2022

Digitalizzazioni PA locali, gli interventi

Su M1C1 il Ministero dell’innovazione tecnologica e transizione digitale (MITD) ha stabilito che la rendicontazione deve farla il MITD, mentre gli enti devono solo fare il lavoro di execution di quanto indicato, secondo le proprie specificità. I fondi verranno erogati sotto forma di voucher per finanziare alcune misure indicate in padigitale2026.gov.it, menù Misure, selezione Comuni, tipologia standard. La tipologia standard prevede che gli enti locali prenderanno dei fondi iscrivendosi al bando, raggiungendo degli obiettivi (KPI) in un tempo definito e quindi con semplicità compilando un form autodichiarativo su cosa hanno fatto. Quanto fatto viene verificato dal MITD non solo in sede autodichiarativa, ma controllando le piattaforme utilizzate per raggiunger egli obiettivi (es. pagoPA, app IO, SPID, CIE)

Il modello è quello del Fondo innovazione 2021, dove gli enti hanno dovuto:

  • iscriversi alla richiesta di contributo
  • raggiungere gli obiettivi
    • 10 servizi su App IO
    • 70% dei servizi erogati su pagoPa con 2 transazioni
    • 1 servizio con SPID
    • 1 servizio con CIE
  • certificare di aver raggiunto gli obiettivi con un modulo firmato digitalmente entro il 31.01.2022
  • riceveranno erogazione contributo nel periodo Maggio-Luglio 2022

Ad esempio, la misura 1.4.3 Adozione PagoPA e App IO del PNRR potrebbe richiedere (lo sapremo nei prossimi mesi ):

  • Iscrizione online alla misura
  • conseguimento degli obiettivi
    • es. 100% servizi su pagoPA con 2 pagamenti
    • es. 20 servizi su App IO
  • certificazione da parte dell’ente con modulo online e firma digitale del conseguimento obiettivo entro ipotizziamo il 31.12.2022
  • erogazione contributo a seguito di verifica del MITD (o altri) sulle piattaforme pagoPA e App IO degli obiettivi raggiunti

Cosa viene definito dal MITD

    1. Il progetto: questo è unico a livello nazionale (es. 20 servizi su App Io) generando uniformità a livello nazionale e centralizzando la governance e la progettazione. Evitando quindi cittadini di serie A e B digitali.
    2. Gli obiettivi da raggiungere (KPI), comuni a tutti i territori.
    3. Tempi di esecuzione
    4. Tempi di erogazione fondi
    5. Modalità di erogazione fondi
    6. Dà le stesse opportunità a tutti gli enti ovvero genera uniformità ed equità

Il MITD, inoltre, sapendo che la PA è “povera” di personale ICT e esperti di digitalizzazione per la fase di progettazione, nonché di “rendicontatori”, ha quindi preso in carico sia la fase di progettazione del cambiamento (definendo il percorso) sia la fase di rendicontazione (effettuandola per conto degli enti).

Nel resto delle misure (ovvero tutte tranne le M1C1), invece ogni ente potrà portare il suo progetto. Tale progetto verrà realizzato seguendo alcune linee guida indicate a livello di bando (che non è standard ma progettuale) ma può variare da territorio a territorio. Inoltre, è possibile che gli enti più strutturati sotto il profilo bandi e fondi possano essere più bravi (e quindi meritevoli o capaci) di ricevere fondi, mentre altri territori rimangano all’asciutto, per mancanza di competenze non tanto specifiche sulla progettualità quanto sulle fasi di monitoraggio fondi e rendicontazione.

Cosa manca agli enti pubblici

La “povertà” di competenze degli enti locali è significativa se rapportata alle fasi di acquisizione e messa a terra di fondi. Questo si evince bene considerando le fasi di una progettazione e raccolta fondi che sono:

  1. Raccolta Esigenze e Progetti
    1. (concetto di target group) e (concetto di demand driven)
  2. Creazione di una rete di relazioni
    1. (concetto di cooperation tra stakeholder) e (concetto di eligible participants e composition of participants)
  3. Monitoraggio fondi per i progetti
  4. Partecipazione ai bandi per i progetti in forma singola o aggregata
    1. (concetto di result oriented -> impact)
  5. Messa a gara progetti
  6. Realizzazione progetti
  7. Monitoraggio progetto
    1. (concetto di result oriented -> impact)
  8. Rendicontazione progetti
    1. (concetto di result oriented -> impact)

Le carenze

La carenza si nota principalmente nelle fasi:

  • raccolta esigenze (a volte gli enti nemmeno sanno che esigenze hanno)
  • creazione di una rete di relazioni (spesso ai bandi soprattutto europei è importante partecipare in cordate che comprendano attori pubblici, privati, università …). Farsi questa rete partendo oggi, richiede un tempo che il PNRR non dà, essendo un percorso di diversi anni.
  • monitoraggio fondi per i progetti: individuare che fondi ci sono e poi inventarsi i progetti per prenderli, ha poco senso. Ha più senso raccogliere esigenze e poi vedere che fondi ci sono per realizzarle. Negli enti locali spesso perfino gli amministratori ragionano inversamente.
  • partecipazione ai bandi: la cultura richiesta per la fase di partecipazione ai progetti è assente nelle PA, ovvero non c’è personale in grado di leggere un bando e parteciparvi seguendo i requisiti
  • monitoraggio dei progetti: per il PNRR sarà cruciale e quindi gli enti dovranno attivarsi facendo un’attività che solitamente non fanno se non a tempo perso, con il rischio di non prendere i fondi
  • rendicontare i progetti è un tema complicato, che richiede esperienza per essere completato con precisione

Mentre nelle fasi di:

  • messa a gara (con il pnrr dovranno passare dalle CUC provinciali)
  • realizzazione

anche grazie al supporto degli uffici tecnico o dei di professionisti locali o mediante bandi di assegnazione dei lavori, gli enti sono più capaci di rispondere alle esigenze.

Questo spiega bene perché il MITD nell’M1C1 si è preso in carico tutti i punti indicati, da 1 a 6 (escluso 5), lasciando solo la fase di realizzazione agli enti locali. Probabilmente questo è il modo più efficiente per riuscire ad utilizzare al meglio i fondi del PNRR, sicuramente più facile da attuare nel mondo digitale che nel mondo fisico, del resto di efficacia testata con il Fondo Innovazione.

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