conflitti e tecnologie

La resistenza ucraina a suon di droni e crowdfunding: uno sguardo sul futuro della guerra

Nel conflitto russo-ucraino i droni hanno dato il loro contributo nella difesa di Kiev. Le forniture sono state però possibili solo grazie al crowdfunding. Ma ormai ci sono pochi dubbi: la battaglia tecnologica rappresenta il futuro della guerra

Pubblicato il 14 Apr 2022

Marco Santarelli

Chairman of the Research Committee IC2 Lab - Intelligence and Complexity Adjunct Professor Security by Design Expert in Network Analysis and Intelligence Chair Critical Infrastructures Conference

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Sono stati degli operatori di droni a fermare un convoglio russo che si stava dirigendo all’occupazione della capitale ucraina. Appena dopo una settimana dallo scoppio del conflitto, la Russia stava pianificando un importante attacco contro Kiev da nord, ma l’offensiva è fallita grazie all’azione di 30 forze speciali ucraine e operatori di droni su quad, che in una serie di imboscate notturne, hanno fermato un convoglio di veicoli corazzati e camion di rifornimento.

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La controffensiva sostenuta dal crowdfunding

È stata l’unità di ricognizione aerea chiamata Aerorozvidka a fornire propri operatori di droni. Quest’unità ha otto anni di vita e ha iniziato a operare come gruppo di volontari specialisti IT e hobbisti, che progettavano da sé le proprie macchine e ora sembra sia una forza essenziale per la resistenza ucraina. Nell’organizzazione di questa azione di difesa, se missili anticarro e antiaerei sono arrivati da finanziatori occidentali, componenti come modem avanzati e termocamere sono arrivati nelle mani di Aerorovidka solo attraverso un crowdfunding, raccolta fondi pubblica, e contatti personali, per ovviare ai controlli sulle esportazioni che vietano l’invio in Ucraina di queste strumentazioni.

Il comandante dell’unità, il tenente colonnello Yaroslav Honchar, nel resoconto dell’imboscata vicino alla città di Ivankiv, che ha contribuito a fermare la vasta e pesante offensiva russa, ha dichiarato che i combattenti ucraini su quad sono stati in grado di avvicinarsi alla colonna russa che avanzava di notte, attraversando la foresta su entrambi i lati della strada che porta a sud verso Kiev dalla direzione di Chernobyl. I soldati ucraini erano equipaggiati con occhiali per la visione notturna, fucili da cecchino, mine detonate a distanza, droni dotati di termocamere e altri in grado di lanciare piccole bombe da 1,5 kg. Il risultato è stato la distruzione dei due o tre veicoli alla testa del convoglio russo e di molti altri veicoli nelle altre due notti successive. Nonostante i russi abbiano poi diviso la colonna di attacco in unità più piccole per avanzare più speditamente verso Kiev, la difesa ucraina è riuscita ad attaccare il deposito di rifornimenti e a paralizzarli. Il primo echelon della forza russa era bloccato senza calore, senza olio, senza bombe e senza gas e tutto questo è accaduto grazie al lavoro di 30 persone.

A quanto pare, è merito dell’unità Aerorozvidka anche la sconfitta di un attacco aereo russo all’aeroporto di Hostomel, appena a nord-ovest di Kiev, nel primo giorno di guerra, in cui protagonisti sono stati di nuovo i droni, che hanno permesso di localizzare, prendere di mira e bombardare circa 200 paracadutisti russi nascosti a un’estremità del campo di volo.

Le affermazioni di Honchar non possono essere facilmente verificate in tutti i dettagli, ma la difesa americana ha comunque confermato che l’arresto della colonna corazzata intorno a Ivankik è opera degli controattacchi ucraini descritti.

Com’è nata la difesa aerea ucraina

Tanti sono i filmati di combattimento aereo che sono stati diffusi e che mostrano l’importanza dei droni nella resistenza ucraina alla Russia.

L’unità aerea è stata avviata da giovani ucraini con formazione universitaria che avevano fatto parte della rivolta di Maidan del 2014 e si sono offerti di utilizzare le loro competenze tecniche nella resistenza contro la prima invasione russa in Crimea e nella regione del Donbas.

Volodymyr Kochetkov-Sukach, fondatore dell’unità, era un banchiere d’investimento ucciso in azione nel 2015 nel Donbas. Questo può accadere perché i russi possono agganciare la firma elettronica del drone e colpire rapidamente con i mortai; quindi, le squadre di Aerorozvidka devono lanciare e correre.

Honchar, comandante dell’unità, è un ex soldato diventato consulente di marketing IT, tornato nell’esercito dopo la prima invasione russa. Taras, che ha chiesto di non usare il suo cognome, era un consulente di gestione, specializzato nella raccolta di fondi per l’unità e si è unito a tempo pieno come combattente solo lo scorso febbraio.

Inizialmente i droni utilizzati sono stati quelli commerciali di sorveglianza, ma subito dopo i primi giorni di conflitto, si è passati alla progettazione diretta di droni sia di sorveglianza che di grandi macchine da 1,5 metri a otto rotori in grado di lanciare bombe e granate anticarro con propulsione a razzo. Inoltre, l’unità, grazie ai tanti ingegneri e professionisti al suo interno, ha anche progettato il sistema Delta, un sistema di sensori lungo le linee del fronte che permetteva di vedere i movimenti del nemico in tempo reale in una mappa digitale. Al momento, grazie ad Elon Musk, stanno utilizzando il sistema satellitare Starlink, che fornisce dati in diretta alle unità di artiglieria ucraine, per poter azzerare gli obiettivi russi.

Nel 2019 l’unità è stata sciolta, ma di nuovo riformata non appena la difesa ucraina ha avvertito, lo scorso ottobre, la minaccia russa sul territorio nazionale.

La difficoltà nelle forniture

Come già anticipato, non è stato semplice per l’unità aerea Aerorozvidka armarsi adeguatamente per la resistenza contro l’invasione russa, così come sostituire in tempo utile la strumentazione persa, a causa di una fornitura limitata di droni e componenti. Per il ministero della difesa si tratta ancora di equipaggiamento estraneo, essendo adottato da poco tempo dalle forze armate e questo aspetto ha rallentato gli appalti. A ciò si è aggiunta la difficoltà di ottenere alcuni modem avanzati e termocamere americani e canadesi in quanto soggetti a controlli sulle esportazioni.

Per tutti questi motivi, l’unità ha dovuto ricorrere a un crowdfunding e contatti personali tramite siti web per ottenere sostegno economico.

Marina Borozna, ex-studentessa di economia all’università con Taras, ha dichiarato in merito: “So che ci sono persone che vogliono aiutarli a combattere, persone che vogliono fare un po’ più dell’aiuto umanitario. Se si vuole affrontare la causa principale di questa sofferenza umana, bisogna sconfiggere l’invasione russa. Aerorozvidka fa un’enorme differenza e hanno bisogno del nostro sostegno”. Per questo motivo sta studiando una strategia per acquistare ciò di cui l’unità ha bisogno e trovare il modo per far passare le forniture attraverso il confine. Con la Borozna, anche Klaus Hentrich, biologo molecolare a Cambridge, che ha affermato: “Io stesso ero in un’unità di ricognizione di artiglieria, quindi mi sono subito reso conto dell’impatto smisurato che ha Aerorozvidka. Danno effettivamente occhi alla loro artiglieria. Dove possiamo fare la differenza è radunare il sostegno internazionale, che si tratti di contributi finanziari, aiuto per ottenere componenti tecnici più difficili da trovare o donazioni di comuni droni civili”.

Il futuro della guerra

Sul modo di combattere e resistere di Aerorozvidka, il comandante Honchar ha paragonato le sue forze a un alveare di api, che se lavorano come un’unica forza, unita e compatta, può sconfiggere una grande forza. L’unità aerea Aerorozvidka sta anche cercando di superare il jamming russo, parte della guerra elettronica condotta in Ucraina in parallelo alle bombe, alle granate e ai missili. Al momento, Aerorozvidka aspetta che i russi spengano le loro attrezzature di disturbo per lanciare i loro droni e poi invia le sue macchine allo stesso tempo. L’unità concentra poi la sua potenza di fuoco sui veicoli di guerra elettronica. Secondo Honchar, la battaglia tecnologica rappresenta il futuro della guerra.

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