L'analisi

DEF 2022, la guerra si fa sentire ma non frena la riforma del Fisco

Il 6 aprile 2022 il Consiglio dei Ministri ha approvato il DEF – Documento di economia e Finanza per l’anno 2022, adesso il testo dovrà essere definito con gli emendamenti in discussione alla Camera: tra le novità proposte l’obbligo di fattura elettronica ai forfettari, eliminazione Irap e misure per la lotta all’evasione

Pubblicato il 07 Apr 2022

Daniele Tumietto

Dottore commercialista

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Il Consiglio dei Ministri il 6 aprile ha approvato il DEF – Documento di economia e Finanza per l’anno 2022 all’unanimità. Ora il testo sarà definito dagli emendamenti che si stanno discutendo alla Commissione Finanze della Camera dei Deputati. Vediamo le principali novità proposte.

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DEF 2022, la situazione economica in Italia

La situazione economica generale, dopo l’inizio della guerra in Ucraina con l’invasione da parte della Russia, è sensibilmente peggiorata. I dati presentati dal presidente del Consiglio in sedi di conferenza stampa successiva all’approvazione del DEF 2022, prevedono una crescita del Pil per l’Italia fissata al 3,1%, le precedenti stime erano assestate al 4,7%, e il deficit è confermato al 5,6%.

Purtroppo, ma necessariamente, il Documento di economia e finanza è molto diverso da quanto si ipotizzava fino a poco più di un mese fa, l’incertezza economica, l’evoluzione della guerra e la posizione della Cina nonché l’avvio di una serie di sanzioni economiche su numerose materie (beni, servizi e tecnologia) con la Russia, portano ad avere clima e un’aspettativa verso il futuro che certamente sarà molto diverso da quello che si aspettava, e il quadro politico nazionale sembra vivere un momento di tensioni e contrasti che dal 19 aprile si renderanno visibili e definiti perché in tale data il disegno di legge approderà in aula per la discussione parlamentare.

Obbligo fatturazione elettronica per forfettari

L’obbligo di fatturazione elettronica obbligatoria per i contribuenti in regine forfettario diventerà una facoltà da luglio 2022 e un obbligo da gennaio 2023. Quindi nessuna sanzione fino a fine anno per i contribuenti inadempienti.

Tale rinvio è determinato dalla necessità per i professionisti di adeguare le proprie attività alle nuove regole, agevolando anche i commercialisti. Ricordiamo che la Commissione europea ha approvato la propria decisione che autorizza l’Italia a introdurre il predetto obbligo, poi pubblicata nella Gazzetta Ufficiale Europea del 17 dicembre 2021.

La lotta all’evasione è una priorità per l’Italia che dovrà raggiungere gli obiettivi concordati con Bruxelles. La diffusione dell’obbligo di fattura elettronica al regime forfettario è motivata dal fatto che negli ultimi due anni, questa ha portato significativi aumenti del gettito.

Riforma del Fisco

In merito alla riforma del fisco si sta ancora discutendo in merito alla proposta delle nuove aliquote fiscali, ipotizzate una al 15% e l’altra al 26%, e si attende il dibattito in commissione dato che gli impatti sono importanti per molti settori (il debito pubblico su tutti con una tassazione dei titoli di stato che ora è al 12,5%).

Si è ipotizzato anche un aumento delle tasse sulle locazioni abitative, quindi incidente anche sulla cedolare secca, ma il tema della tassazione immobiliare e della riforma del Catasto rappresenta un ambito molto delicato dove le posizioni all’interno della maggioranza sono differenti.

Si è riproposto lo strumento del cashback che ora riguarderebbe, almeno a livello prioritario, solo le spese sanitarie che i contribuenti sostengono nel corso dell’anno e che permettono il recupero del 19% in sede di dichiarazione dei redditi. La proposta prevede che tape percentuale venga incassata subito e sul conto corrente attraverso l’app IoApp.

Flat Tax

In merito alla Flat Tax del 15% per i lavoratori autonomi proposta dall’esecutivo, che consentirebbe alle partite Iva (con redditi fino a 65 mila euro) di pagare solo il 15% di Irpef, aliquota più bassa rispetto alle aliquote ordinarie. Contemporaneamente per i redditi fino a 100 mila euro si prevede un’aliquota maggiore per un biennio, alla cui fine poi si rientrerà nel regime di tassazione ordinaria.

Su tutto il tema della riforma del fisco, comunque, il Governo ha disposto che vi sia una clausola di salvaguardia che “non deve derivare un incremento della pressione tributaria rispetto a quella derivante dall’applicazione della legislazione vigente”.

L’eliminazione dell’IRAP

Altro tema significativo e collegato alla eliminazione dell’IRAP e l’esecutivo sta cercando di avviare una soluzione che supero gradualmente l’attuale normativa introducendo un nuovo sistemi che assicuri gettiti sufficienti a sostenere il sistema sanitario nazionale sena però incidere sui redditi da lavoro dipendente e da pensione.

Verso una revisione delle sanzioni

Sembra esserci, finalmente, un atteggiamento meno duro del Fisco verso le sanzioni amministrative specie se formali o meramente formali. Questo dovrebbe portare ad una globale revisione delle sanzioni, razionalizzando il sistema semplificando la vita ai contribuenti (basta chiedere documenti che la PA ha già) e utilizzando i dati provenienti dalla fatturazione elettronica e dalla trasmissione dei corrispettivi per migliorare l’attività di controllo e accertamento razionalizzando le banche dati della PA.

Appare degno di nota anche il passaggio nella delega fiscale che riguarda il “rispetto del principio di equità orizzontale” e “l’autonomia tributaria degli enti territoriali”.

Aspetti importanti che servono per incrementare la lotta all’evasione “anche attraverso la piena utilizzazione dei dati che affluiscono al sistema informativo dell’anagrafe tributaria, il potenziamento dell’analisi del rischio, il ricorso alle tecnologie digitali e alle soluzioni di intelligenza artificiale”.

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