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Istruzione tecnica, Asstel: “La riforma ITS sia leva per formare esperti in cybersicurezza”

Tutto il mondo telco guarda con enorme interesse ai nuovi “Istituti tecnologici superiori”: auspica una riforma che dia impulso a un percorso formativo in grado di creare profili professionali di avanguardia da inserire in una filiera altamente tecnologica. In particolare, va incrementata l’attenzione per la cybersicurezza

Pubblicato il 27 Mag 2022

Laura Di Raimondo

direttore Asstel

its

Dopo l’approvazione in commissione cultura del Senato, la riforma del sistema degli Istituti Tecnici Superiori – ITS – inizia il suo iter d’aula. Si tratta di un passo importante per portare l’istruzione tecnica al centro del sistema formativo scolastico, un percorso al quale sia il mondo delle imprese sia i territori potranno dare il loro contributo per programmare un’offerta formativa in linea con le sfide del futuro e, cosa non meno importante, in grado di offrire chance occupazionali ai diplomati.

ITS: perché sono strategici nella formazione delle competenze digitali

Già oggi, alle fine del percorso tecnico scientifico, la percentuale di giovani che trova lavoro supera l’80%: una quota che potrebbe aumentare ulteriormente se la riforma saprà cogliere le esigenze e le tendenze più promettenti.

Perché le telco guardano con interesse alla riforma ITS

Tutto il mondo telco guarda con enorme interesse ai nuovi “Istituti tecnologici superiori”- che verranno ribattezzati ‘ITS Academy’- poiché tra le aree di intervento individuate figurano ad esempio le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ambiti che il ministero dell’Istruzione dovrà estendere entro breve tempo dall’entrata in vigore della legge.

Il mondo delle Tlc, innovativo per sua natura, considera prioritario l’intervento su specifiche aree formative e, vista l’importanza dei tirocini e stage aziendali, auspica una riforma che consenta di dare impulso ad un percorso formativo che miri alla creazione di profili professionali di avanguardia da inserire in una filiera altamente tecnologica, nella quale il mismatch rispetto ai profili richiesti supera ormai il 50%, dato cresciuto sensibilmente durante la pandemia. La spinta verso il digitale come elemento fondamentale di sviluppo, dunque porta con sé la necessità di formare figure professionali che abbiano nel proprio bagaglio di conoscenze, ad esempio, le nuove competenze digitali, come cybersecurity, innovazione e transizione green, tutti temi questi che possono rappresentare una grande opportunità legata a questa riforma degli ITS e al finanziamento straordinario del Pnrr.

Aumentare l’attenzione per la cybersicurezza

Pensiamo, in particolare, che l’attenzione per la cybersicurezza vada incrementata, anche alla luce dell’attuale momento storico. Come si legge nel Global security Outlook 2022, il passaggio accelerato al lavoro a distanza durante la pandemia, insieme ai recenti attacchi informatici di alto profilo, hanno portato la sicurezza informatica al primo posto tra le priorità dei policy maker e delle imprese. Di contro, la maggior parte degli esperti (i ‘cyber leader’ che hanno contribuito alla realizzazione del rapporto) è consapevole della difficoltà attuale di rispondere a un incidente di sicurezza informatica a causa della carenza di competenze. Per questo motivo, il reclutamento di talenti nel campo si prospetta come una delle sfide globali più importanti, ed a farle eco è una percezione di vulnerabilità informatica sempre più diffusa. Ed in tale contesto, non è solo importante trovare professionalità adatte alla sfida, ma anche trattenerle per via della grande responsabilità che il ruolo innegabilmente comporta.

L’obiettivo globale, dunque non solo nazionale, è quello di realizzare la “resilienza informatica”, ovvero la capacità di rispondere ad un evento avverso che potrebbe avere conseguenze incalcolabili. L’Italia sta compiendo un percorso virtuoso in tal senso, ma la strada è lunga: pensare alla formazione è un passo che andava compiuto e che va implementato tenendo presente anche la voce degli operatori, del mondo scolastico ed accademico. Una formazione di alto profilo che, come imprese, ci vedrà in prima fila, coinvolti nel rendere ancora più efficace l’azione degli ITS. Senza dimenticare come questa riforma avrà riflessi importanti sulla pubblica amministrazione, più che mai esposta per molteplici ragioni ai cyberattacchi che mettono a rischio indistintamente tutti i cittadini. Bene, dunque, anche il piano strategico 2022-2026, che vede nel rafforzamento delle cybersecurity un elemento chiave per la tutela delle istituzioni stesse.

Conclusioni

L’innalzamento qualitativo e quantitativo delle competenze professionalizzanti presenti nel nostro Paese è un fattore indispensabile per la produttività e l’innovazione delle imprese e della PA. Per questo gli ITS rappresentano un anello fondamentale della catena dell’innovazione e una grande opportunità per la crescita economica spinta dalla digitalizzazione. È un tempo nuovo del lavoro, e abbiamo l’obbligo di costruire opportunità e generare nuovo valore per le nostre ragazze e ragazzi.

Siamo certi che l’obiettivo di raddoppiare gli iscritti, così come concordato con l’Europa, sia raggiungibile, ma per renderla possibile, si dovrà realizzare una vera e propria alleanza tra scuola, imprese e territori. Un patto strutturale e non episodico, in grado di dare a tutti i giovani le stesse opportunità -al nord come al sud – e incentivando le ragazze ad abbracciare tecnologie e scienze. Questa sarebbe una rivoluzione a tutto tondo.

Laura Di Raimondo

Direttore Asstel

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