Legal health

Assistenza territoriale e telemedicina: i nuovi standard mettono al centro il cittadino

Il nuovo modello di assistenza territoriale introdotto dal Dm “Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel SSN” prevede e garantisce l’erogazione di prestazioni assistenziali anche mediante telemedicina. Per la sua effettiva realizzazione sarà fondamentale il ruolo delle Regioni

Pubblicato il 29 Giu 2022

Elisa Stefanini

Partner di Portolano Cavallo

Claudio Todisco

associate, Portolano Cavallo

Sanità digitale: l'importanza dell'anonimizzazione

Il 3 maggio 2022 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la delibera del Consiglio dei ministri che dà il via libera all’adozione del decreto del Ministero della Salute recante i “Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale”.

Nonostante la mancata intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, dovuta all’opposizione della Regione Campania, il Governo ha deciso di procedere ugualmente con l’adozione del decreto anche per rispettare le tempistiche fissate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (“PNRR”). L’intervento si inserisce infatti nell’ambito delle riforme previste dalla sesta missione del PNNR, componente n. 1, denominata “Reti di prossimità, strutture di telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale”, con scadenza programmata il prossimo 30 giugno.

Assistenza territoriale nel PNRR: il digitale non basta se i modelli sono vecchi

Il nuovo modello di organizzazione dell’assistenza territoriale si pone l’obbiettivo di mettere al centro il cittadino, assecondando i bisogni di salute dell’utente indipendentemente dal contesto di vita e dall’area geografica di appartenenza, nonché seguendo una logica di integrazione dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali.

Al contempo, il nuovo assetto prevede e garantisce l’erogazione di prestazioni assistenziali anche mediante la telemedicina, in tutte le sue declinazioni[1]. L’erogazione a distanza di servizi sanitari assume dunque sempre più una connotazione concreta e un ruolo centrale nella programmazione delle nuove modalità di assistenza e cura del cittadino.

Naturalmente, per la sua effettiva implementazione sarà fondamentale il ruolo delle Regioni, atteso che questi servizi si collocano nell’alveo di una materia – la “tutela della salute” – di legislazione concorrente ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione. Spetterà dunque alle Regioni e alle Province autonome di Trento e di Bolzano l’effettiva “messa a terra” dei modelli e degli standard previsti dalle norme a oggi vigenti, nel rispetto dei principi ivi stabiliti.

Il nuovo assetto territoriale

Il Documento delinea un nuovo e innovativo modello di organizzazione dell’assistenza territoriale, che intende fornire risposte efficaci alla necessità – sempre più avvertita – di costruire una rete di assistenza alternativa alle strutture ospedaliere, rimodulando le prestazioni e i servizi offerti di modo che siano il più possibile vicini all’utente, sino a raggiungerlo presso il suo domicilio.

WHITEPAPER

Predictive Analytics in Telemedicina: oggi si può, grazie ad AI e Cloud

HealthTech
Pharma

L’obbiettivo è quello di garantire livelli uniformi di assistenza primaria su tutto il territorio nazionale, mediante l’individuazione di standard strutturali, tecnologici e organizzativi comuni, riducendo le disuguaglianze attraverso un modello di erogazione dei servizi che permetta di superare le attuali criticità, in particolare la mancata erogazione uniforme dei Livelli essenziali di assistenza (“LEA”) ed il limitato sviluppo della rete territoriale, anche con riferimento ai bisogni assistenziali delle persone nel tempo.

Perno del nuovo modello è il Distretto sanitario, articolazione organizzativo-funzionale dell’Azienda sanitaria locale (ASL), con una popolazione stimata di circa 100.000 soggetti, all’interno del quale:

  • sviluppare strutture di prossimità, come le Case della Comunità[2], quale punto di riferimento per la risposta ai bisogni della popolazione di riferimento;
  • potenziare le cure domiciliari affinché la casa possa diventare il luogo privilegiato dell’assistenza;
  • integrare l’assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale nonché lo sviluppo di équipe multiprofessionali che prendano in carico la persona a 360 gradi, con particolare attenzione alla salute mentale e alle condizioni di maggiore fragilità;
  • integrare logiche sistematiche di medicina di iniziativa[3] e di presa in carico del paziente, attraverso la stratificazione della popolazione per intensità dei bisogni, utilizzando algoritmi predittivi che grazie alla crescente disponibilità di dati digitali permettono di differenziare le strategie di intervento;
  • implementare modelli di servizi digitalizzati sia per l’assistenza a domicilio, sfruttando strumenti di telemedicina e di telemonitoraggio, sia per l’integrazione della rete professionale che opera sul territorio e in ospedale.

L’erogazione dei servizi di telemedicina

La programmazione dell’assistenza territoriale nell’ambito dei Distretti sanitari prevede “standard” minimi su tutto il territorio, quali le nascenti Case della Comunità e gli Ospedali della Comunità, che dovranno garantire l’erogazione dei propri servizi anche mediante la telemedicina.

A tale fine i medici e gli altri professionisti sanitari facenti parte delle equipe multiprofessionali[4] dovranno essere adeguatamente formati all’utilizzo di tali tecnologie. Per quel che riguarda la figura dell’Infermiere di Famiglia o Comunità[5] è espressamente previsto che lo stesso utilizzi “sistematicamente” strumenti digitali, di telemedicina e di teleassistenza.

Telemedicina: cosa si aspettano i pazienti e perché è importante la compartecipazione alla salute

In coerenza con l’obiettivo portato avanti dalla riforma in esame di aumentare l’accessibilità e ridurre le diseguaglianze nell’accesso alle cure, nonché di garantire un approccio quanto più omogeneo possibile sul territorio, è previsto che i sistemi che erogano prestazioni di telemedicina – operanti a qualsiasi livello aziendale, regionale, interregionale e/o nazionale – devono:

  • interoperare con i diversi sistemi nazionali (ANA, NSIS, TS, PAGOPA, SPID, etc.) e regionali (FSE, CUP, etc.) a supporto dell’assistenza sanitaria, garantendo il rispetto degli standard di interoperabilità nei dati;
  • supportare la convergenza di processi e strutture organizzative, anche superando la frammentazione tecnologica;
  • supportare l’attivazione di servizi di telemedicina per i singoli pazienti, in base alle indicazioni del Progetto di Salute[6];
  • uniformare le interfacce e le architetture per la fruizione delle prestazioni di telemedicina, sia per l’utente che per il professionista, in un’ottica di semplificazione, fruibilità e riduzione del rischio clinico, assicurando anche l’integrazione con i sistemi di profilazione regionali/nazionali (es., lo SPID);
  • mettere a disposizione servizi strutturati in modo uniforme e con elevati livelli di sicurezza, sull’intero territorio, sviluppati con approccio modulare e che garantiscono il rispetto delle vigenti indicazioni nazionali.

Inoltre, il Documento si sofferma sul ruolo dei professionisti sanitari nell’accesso alla fruizione di prestazioni di telemedicina da parte dell’assistito, integrando quanto già in parte previsto dalle “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina” approvate in Conferenza Stato-Regioni il 17 dicembre 2020.

Sul punto, il Documento esplicita la responsabilità professionale dei medici, nonché degli altri professionisti sanitari per le sole attività di teleassistenza, nel:

  • individuare gli strumenti più idonei all’erogazione di prestazioni a distanza in favore del singolo paziente secondo canoni di proporzionalità, appropriatezza, efficacia e sicurezza;
  • valutare l’idoneità del singolo paziente a ricevere la prestazione dal proprio domicilio, anche mediante verifica della sua capacità d’uso degli strumenti tecnologici necessari, che deve diventare parte dell’anamnesi (ad es., se il paziente è in grado di utilizzare smartphone, tablet, pc o comunque può apprenderne l’utilizzo anche con l’aiuto dei familiari).

Riguardo i requisiti minimi e gli standard di servizio necessari all’erogazione di prestazioni in telemedicina il Documento rimanda espressamente a quanto previsto dalle citate Indicazioni nazionali del 17 dicembre 2020.

La telemedicina sempre più al centro dell’assistenza sanitaria

Il nuovo modello di organizzazione dell’assistenza territoriale che va delineandosi anche grazie all’intervento in esame prevede una centralità sempre maggiore del cittadino e, parallelamente, l’utilizzo sempre più capillare di strumenti digitali e di telemedicina. Grazie anche alla spinta data del PNNR, l’effettiva implementazione di tali novità appare sempre più prossima e concreta.

Il Documento è da leggersi congiuntamente alle recenti “Linee guida organizzative contenenti il modello digitale per la realizzazione dell’assistenza domiciliare”, approvate con Decreto del Ministero della Salute del 29 aprile e pubblicate in Gazzetta Ufficiale il 24 maggio 2022 e anch’esse adottate nell’ambito della sesta missione del PNNR, che danno grande risalto all’utilizzo della telemedicina nello specifico contesto delle cure domiciliari.

Note

Come già anticipato, l’effettiva implementazione di tali servizi non potrà prescindere da un ruolo attivo delle Regioni, che dovranno mettere in pratica quanto previsto dal legislatore nazionale nel rispetto dei principi e degli obbiettivi stabiliti.

  1. Per una definizione delle singole prestazioni di telemedicina, si vedano in particolare le “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina”, approvate in Conferenza Stato-Regioni il 17 dicembre 2020.
  2. La Casa della Comunità è definita come il luogo fisico di prossimità e di facile individuazione dove i cittadini possono accedere all’assistenza sanitaria e sociosanitaria.
  3. La medicina di iniziativa è definita come un modello assistenziale fondato su di un’assistenza proattiva all’individuo, dalle fasi di prevenzione ed educazione alla salute, sino alle fasi della condizione morbosa.
  4. Oltre ai medici di medicina generale e ai pediatri gli infermieri, i farmacisti, gli psicologi e gli assistenti sociali, nonché altri professionisti della prevenzione e della riabilitazione.
  5. Definito quale figura professionale di riferimento ai fini l’assistenza infermieristica all’interno della comunità di riferimento.
  6. Il Progetto di Salute è lo strumento di programmazione, gestione e verifica dell’assistenza territoriale previsto dal Documento.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Video & Podcast
Analisi
Social
Iniziative
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati