E’ possibile contribuire alla ricostruzione di una comunità partendo dalla cultura e utilizzando le nuove tecnologie?
È la sfida che ci siamo posti come team dell’Università degli Studi di Udine, sede di Gorizia, composto da studentesse e docenti: è nato così il progetto a favore della popolazione di Amatrice colpita dal sisma, Unebook per Amatrice (unebook.uniud.it), da un laboratorio trasversale a più insegnamenti legati alla comunicazione e alle Relazioni Pubbliche.
Le competenze digitali e l’etica della condivisione dei Millenials in sinergia con giovani docenti hanno implementato un progetto di comunicazione online ed offline con l’obiettivo di donare una biblioteca digitale laddove quella tradizionale è andata distrutta.
Esistono diverse esperienze di utilizzo dei social network e della rete per ricostruire e riattivare comunità dopo i disastri, sia naturali che bellici, già discussi su Agendadigitale.eu in precedenti articoli, ma non ci risultano esperienze pregresse che utilizzino dei lettori digitali: questa è la direzione intrapresa dal gruppo di lavoro.
«I nuovi strumenti digitali – sostiene Tommaso Mazzoli, tra gli ideatori del progetto, docente di Comunicazione mobile e dei nuovi media – possono dimostrarsi utili anche nell’emergenza. Lì dove è impossibile ricreare in tempi brevi una biblioteca possiamo portare degli e-reader. Ho pensato così che potessimo provare a contattare Amazon».
Del tutto inaspettatamente – per chi scrive – e in tempi rapidi, anche se con Natale alle porte, Amazon ci ha risposto per donare 20 kindle e delle gift card attraverso le quali i giovani raggiunti da questo progetto potessero scegliere il loro libro preferito. Queste le motivazioni di Giulia Poli, Head of Kindle Content per Amazon in Italia: «Per noi questa donazione ha un significato particolare, in linea con la nostra mission volta ad estendere il più possibile l’accessibilità alle opportunità che siamo in grado di offrire. I kindle nascono con la finalità di portare la lettura digitale e facilitare, anche nei luoghi più remoti, l’accesso alla cultura sfruttando la comodità di un archivio digitale. In questo caso ci permetteranno di donare una biblioteca elettronica alla città di Amatrice, duramente colpita dal terremoto dello scorso agosto».
La presentazione del Progetto a Gorizia, il 14/02/2017
Abbiamo allora individuato, attraverso il contatto con l’amministrazione comunale di Amatrice, un’associazione culturale, dal nome della quale abbiamo capito che sarebbe stata perfetta per questo progetto: Amatrice 2.0, un gruppo di giovani attivi per la ricostruzione del territorio e della comunità.
«Siamo partiti in pochissimi e ora collaboriamo con un’Università importante e con Amazon per perseguire gli obiettivi dell’associazione, è motivo di orgoglio. Crediamo moltissimo in questo progetto perché siamo sicuri che sarà estremamente utile e siamo felici di contribuire insieme al suo successo», descrive così la loro motivazione a collaborare, Maurizio Cavezza, Presidente di Amatrice 2.0.
Sicuramente la reticolarità del web ha reso possibile che dei perfetti sconosciuti collaborassero insieme, da luoghi e organizzazioni tanto diverse per scopi e grandezza. Un tempo, senza i nuovi media, se non impensabile, un’azione simile avrebbe richiesto molto più tempo e passaggi.
Il progetto vede la partecipazione del Laboratorio di ricerca sul web sociale, adattivo e semantico Sasweb (sasweb.uniud.it), la sua responsabile, professoressa Antonino Dattolo, commenta così la partecipazione sua e dei suoi studenti: «Le attività di ricerca e di didattica attive presso il polo universitario goriziano si incontrano in questo promettente progetto di solidarietà, che parte dal nostro territorio per estendersi al resto d’Italia».
Attraverso queste istanze abbiamo reso, nella nostra didattica, la flipped classroom setting abituale e siamo, con questa iniziativa, andati oltre: non solo classe ribaltata dunque, ma dilatata e connessa al mondo, anche attraverso azioni concrete rese possibili dal web, che possono unire associazioni giovanili, università e multinazionali, a fin di bene, questa è una vera rivoluzione digitale. Marco Corbatto, dottorando esperto informatico e multimediale, che segue anche lui il progetto, lo descrive come «un esempio concreto di didattica attiva e trasversale, un laboratorio in cui ognuno ha contribuito con competenze diverse per lo stesso nobile obiettivo».
Chi scrive, come referente del progetto, non può essere di certo imparziale, da qualche giorno va canticchiando “Sono un ragazzo fortunato, perché mi hanno regalato un sogno”: per chi ha fatto ricerca, studio, didattica e comunicazione è davvero la realizzazione di un sogno poter aiutare concretamente un territorio colpito oggi dal terremoto come quaranta anni fa il nostro, il Friuli, attraverso le discipline che insegna, con studenti e colleghi, associazioni di volontariato e un brand mondiale. Insieme agli studenti, condividiamo conoscenza con tutti coloro che ci affiancano, non solo i colleghi, ma anche Elena Cottini, Operations PR Manager di Amazon per l’Italia, conquistata dall’entusiasmo che le mail del gruppo hanno saputo veicolare – analogico umano nel digitale – e dal progetto stesso, tanto da aprirsi future connessioni possibili, di sapere, didattica ed esperienza, sulle relazioni pubbliche e il web: il potere illimitato della rete, è stato rappresentato come nuova magia con lo spirito del “tutto è possibile”, da Derricke de Kerkhove, delfino di colui che per primo avevo avuto la visione di un sapere interconesso e fruibile da schermi, sempre lui , Marshall McLuhan, e parafrasandolo, una volta ancora, potremmo chiudere così: il dono è il messaggio.
Il momento della consegna dei Kindle al team di Unebook per Amatrice, presenti associazioni e istituzioni culturali di Gorizia
Articoli precedenti sull’uso dei social sull’attivismo sociale o nei processi di pace
www.agendadigitale.eu/infrastrutture/711_internet-per-le-emergenze-casi-di-studio.htm