tecnologie e creatività

L’AI ora sa creare i fumetti: che ne sarà dei comics dopo “The Abolition of Man”

Uscirà a ottobre il primo racconto per immagini realizzato in gran parte da una IA. Insomma, non sarà ancora senziente, come preannunciato dall’ingegnere di Google poi messo in congedo, ma l’intelligenza artificiale si appresta a rivoluzionare il mondo dei comics. Ecco come

Pubblicato il 20 Lug 2022

Onofrio Catacchio

Docente di Arte del Fumetto Accademia di Belle Arti Bologna

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La notizia risale a qualche settimana ma è passata decisamente in sordina, persa tra le cronache del conflitto russo-ucraino, le speculazioni geopolitiche globali e quelle di politica nazionale. Diffuso con molta poca enfasi è rimasto circoscritta ai siti dedicati all’editoria a fumetti USA l’annuncio dalla Living the Line Books e dalla Diamond Comics, due case editrici di settore, il lancio di una nuova, pionieristica miniserie a fumetti interamente illustrata da un computer.

Il titolo, sibillino, è “The Abolition of Man”, si compone in un arco di quattro uscite che dal prossimo ottobre verranno distribuite negli store USA nel classico formato comic book.

L’utilizzo di tecnologie avanzate per la creazione di fumetti non è certo una novità; il mondo dei comics è sempre stato attento e ricettivo alle innovazioni e all’impiego di tecnologie avanzate che affiancano o sostituiscono le tecniche tradizionali ma Carson Grubaugh, illustratore “analogico” pluripremiato e nominato agli Eisner – gli oscar del fumetto negli USA – ha creato la serie a fumetti non “al computer” ma in collaborazione con un sistema di generazione di immagini AI chiamato MidJourney.

Dal fumetto ai webtoones: così il digitale trasforma la “letteratura disegnata”

Come nasce “The Abolition of Man”

Un metodo di creatività artificiale che qualsiasi utente può sperimentare nella trasposizione diretta parola–immagine su Google Imagen o sull’analogo di IBM DALL E 2 . Ma quella di Grubaugh è una innovazione più radicale: l’autore ha fornito all’IA il testo di “The Abolition of Man”, romanzo distopico e visionario scritto nel 1943 da Clive S. Lewis, autore del più noto “Le Cronache di Narnia”. Le immagini suggerite dalle parole di Lewis all’IA, compongono le sequenze del fumetto dando luogo ad un racconto per immagini lirico e visivamente straniante, decisamente lontano dall’impatto spettacolare e ultradinamico che caratterizza la maggior parte degli albi statunitensi dedicati all’epica supereroistica.

Oltre agli estratti dal libro di Lewis, Grubaugh ha inserito nella programmazione dell’IA modelli rappresentativi di natura pittorica ma questi dispositivi sono già, in linea di massima, orientati a questo genere di visualizzazione. Tuttavia, la combinazione di testo e immagini si tiene assieme grazie quel collante “non visibile” che riesce a fonderle in un flusso narrativo ed emotivo unico che da sempre caratterizza il buon fumetto.

Cosa ne sarà ora di disegnatori e sceneggiatori?

Ma la comparsa di un racconto per immagini realizzato in gran parte da una IA, sebbene sapientemente programmata da un “mentore-autore” umano renderà obsoleta la categoria degli sceneggiatori e quella dei disegnatori? Costoro finiranno come i cocchieri in seguito all’apparizione del motore a scoppio?

Di certo Abolition of Man, nonostante si mimetizzi con gli innumerevoli comic book in uscita negli store per ideazione, realizzazione e produzione, sovverte molte delle regole che strutturano l’industria dei comics così come la conosciamo.

Per vocazione e opportunità il fumetto ha sempre teso a sconfinare in territori attigui a quello strettamente legato all’ambito editoriale. Oggi più che mai i fumetti costituiscono, oltre a un serbatoio enorme di storie e personaggi, una sorta di area-test per molti settori della creatività e dell’intrattenimento: dalle serie tv ai cinecomic, dai webtoon ai video-games fino ad arrivare agli NFT.

Come l’IA allarga il perimetro creativo

Le tecnologie su più fronti hanno reso gli autori maggiormente autonomi rispetto ai processi realizzativi e gli editori più agili nelle strutture rispetto a quelli produttivi; l’arrivo dell’IA allarga il perimetro creativo e potrebbe portare a uno sviluppo nel medio periodo che sarà molto interessante valutare.

In questo la figura pionieristica di Carson Grubaugh ci viene in aiuto prefigurando la sostituzione al ruolo di autore/sceneggiatore/disegnatore quella di progettista di storie per immagini, sommando alla dimensione artigianale, affascinante e attrattiva che finora lo ha caratterizzato, quella di ideatore di prodotti espressivi ad alto contenuto tecnologico.

Grazie all’interrelazione con le nuove tecnologie miglioreranno, sincronizzandosi, i tempi che intercorrono tra l’idea e la sua realizzazione rendendo più agile e capillare la diffusione su più canali e piattaforme del “prodotto” iniziale fino a svilupparne esponenzialmente tutte le possibilità.

Almeno fino quando LaMDA non abbandonerà la mano del suo interlocutore e imparerà a camminare da sola.

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