intelligenza artificiale

Data governance e IA: perché le incertezze del Parlamento europeo sono preoccupanti

La STOA, Comitato costituito da 20 deputati del Parlamento europeo, in rappresentanza delle varie Commissioni parlamentari, ha pubblicato un documento di pesanti critiche al regolamento europeo sull’intelligenza artificiale. Mette però così in luce contraddizione in seno alle istituzioni europee

Pubblicato il 19 Lug 2022

Franco Pizzetti

professore emerito diritto costituzionale all'Università di Torino, ex Garante Privacy

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Ne mese di luglio del 2022 la STOA (Scientific Forsight Unit del Parlamento europeo ha pubblicato un corposo documento intitolato “Governing data and artificial intelligence fo all (Model for sustainable and just data governance).

Il “Governing data and artificial intelligence fo all” della Stoa

Come è noto la STOA (Scientific and Technological Options Assestement) è un Comitato costituito da 20 deputati del Parlamento europeo, in rappresentanza delle varie Commissioni parlamentari, che si avvale di apposite strutture e servizi di studio pe la valutazione delle opzioni scientifiche e tecnologiche.

Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale in ritardo, ecco perché

I documenti prodotti sono dunque sotto la responsabilità delle unità di ricerca di volta in volta costituite rispetto ai singoli temi: in questo caso il documento pubblicato è stato predisposto da Joan Lopez Solano, Aaron Martin, Siddarth de Souza and Lionel Taylor come membri del Global Data Justice project della Università di Tilburg, che hanno operato su incarico  della STOA e sotto la guida  della Scientific Foresight Unity insieme al Direttorato generale del Servizio Ricerche del Parlamento (EPRS) che opera nell’ambio del Segretariato del Parlamento europeo.

Il Rapporto è stato inoltre sottoposto alla valutazione di un gruppo di analisti nominativamente indicati e ringraziati in premessa allo studio pubblicato. Per la STOA il Direttore Responsabile è stato Philip Boucher.

Basta già il lungo elenco di esperti coinvolti e la complessa articolazione dei gruppi di ricerca e delle strutture titolari di compiti di guida dei lavori per comprendere la potata, e anche la complessità, del documento.

Intelligenza artificiale e UE

Quello che più colpisce tuttavia è che il documento stesso, fin dal suo titolo e più specificamente poi dal paragrafo 6, mostra di considerare la normativa contenuta nella proposta della Commissione UE intitolata “Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce regole armonizzate sull’Intelligenza Artificiale”, presentata dalla Commissione il 21.4.2021, come una normativa ispirata a trattare la regolazione della AI come una regolazione di governance dei dati, tanto da affermare al paragrafo 6.4.1. che “The Data Act reproduces a long-standing tradition of defining data as a commodity for private exploitation. The regulation could instead aim to resist corporate-led ecosystem based on the extraction and commodification of data. This proposal could create the conditions for private profit. The Data Act is the opportunity to define the conditions for a data governance model based on the idea of data as a common resource that lives outside the private value creation framework to advance toward a public interest discourse around data”.

Questa impostazione, certamente interessante anche per la sua novità, conduce poi i redattori dello studio a muovere critiche pesanti alla proposta di Regolamento della Commissione, tanto da far pensare che la approvazione del Regolamento non avrà vita facile.

Inoltre proprio questa parte dello studio e delle conclusioni alle quali esso perviene è quella che lascia più perplessi.

È impossibile, infatti, non registrare la profonda differenza di impostazione che vi è fra lo studio della STOA e la proposta della Commissione che dichiaratamente ed esplicitamente afferma che la IA è una “tecnologia” e non un sistema di governance dei dati.

Più ancora di questa differenza di impostazione concettuale è tuttavia la diversità di impostazione di fondo dei due documenti che lascia profondamente perplessi.

Infatti la impostazione seguita dalla Commissione, coerentemente con tutta la logica che presiede al Digital Package, è quella di assicurare che l’evoluzione della tecnologia digitale (e quindi anche quella della tecnologia IA) non frammenti il Mercato Unico come fondamento stesso della Unione.

In questo senso il Regolamento per la Intelligenza Artificiale è attento soprattutto a garantire che questa tecnologia sia usata nel medesimo modo, e nel rispetto delle medesime regole, relativamente alla valutazione di rischio dei trattamenti per gli interessati, su tutto il territorio dell’Unione.

Evitare la frammentazione delle regole AI

Il tema non è affatto quello di assicurare l’uniformità di una nuova forma di governance dei dati di volta in volta utilizzata (compresi quelli comuni a tutti i cittadini europei e per tutti potenzialmente disponibili grazie al Data Act) ma è invece, appunto, quello di evitare ogni frammentazione legata a diversità regolatorie che possano incidere anche sullo sfruttamento economico dei dati di volta in volta trattati con questa tecnologia.

Detto questo non vi è dubbio che anche la prospettiva di considerare la Intelligenza Artificiale e le sue applicazioni come una forma sui generis di governance dei dati è suggestiva. In questo caso tuttavia il risultato al quale perviene il documento della STOA è poco convincente in sé e preoccupante per una corretta valutazione dello sviluppo digitale in Europa. Per questo merita che il documento della STOA e l’attività stessa di questa struttura del Parlamento europeo siano sottoposte a una analisi più ampia di quanto sia stato possibile fare in questa breve nota.

Lo sforzo che la UE sta compiendo anche per riacquistare la sovranità digitale, e cioè, come sottolinea molto opportunamente il documento della STOA, l’autonoma sulla regolazione e l’uso dei propri dati e di quelli prodotti dai suoi cittadini o comunque utilizzati e raccolti sul suo territorio, richiede determinazione e soprattutto la rimozione immediata di ogni elemento di incertezza concettuale e normativa.

Dunque è bene che anche il documento della STOA sia esaminato con attenzione e che le apparenti contraddizioni col Regolamento per la Intelligenza Artificiale siano tempestivamente chiarite e superate.

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