Le competenze digitali sono un tema chiave dell’innovazione del servizio sanitario nazionale, per tutti gli attori coinvolti: i pazienti, i clinici, i tecnici, gli informatici, i manager.
Indubbiamente come in qualsiasi altro percorso che riguarda la salute e le cure, al centro dell’innovazione ci sono gli strumenti di formazione. Quelli che riconoscono titoli o punteggi per il personale in servizio, sono due: la formazione ECM, educazione continua in medicina, e la formazione universitaria. La prima serve soprattutto all’aggiornamento di competenze acquisite, è fatta principalmente attraverso convegni e i punteggi acquisiti concorrono all’obbligo formativo, dovuto per ogni professionista. La formazione universitaria, più complessa e strutturata, ma anche spesso più costosa, aiuta ad acquisire nuove competenze, a volte abilitanti all’esercizio di attività professionali, attraverso i corsi di perfezionamento, i Master universitari di primo livello, – annuali o biennali, riservati alle lauree triennali – e i master universitari di secondo livello, riservati alle lauree magistrali.
Il progetto SALUTEDomani
Il progetto SALUTEDomani, presentato al Senato a luglio ha creato uno spazio e un metodo per collaborare, per far nascere nuove idee, per fare sintesi, per attuare. Oltre le frammentazioni, con spirito di comunità e responsabilità collettiva intorno a tre Tavoli Tecnici:
- SaluteDomani – Competenze Digitali
- SaluteDomani – Dati e Intelligenza Artificiale
- SaluteDomani – Fragilità e Telemedicina
Sul tema delle competenze digitali il progetto ha avuto un forte endorsement da parte della Ministra Cristina Messa, Ministra dell’università e della ricerca, che ha indicato come il ruolo dell’università non può che essere chiave nel processo di trasformazione digitale del SSN.
La Community dei Digital Health Champions
Sulle competenze digitali è stata proposta la Community dei Digital Health Champions: “Uno dei principali ostacoli all’innovazione in sanità è la mancanza di cultura digitale negli operatori sanitari, unita alla carenza di competenze per utilizzare tecnologie e dati. Attuare la trasformazione digitale significa agire anche sul cambiamento culturale dell’ecosistema salute. Non è facile, non è automatico, non si tratta semplicemente di imparare a utilizzare una nuova tecnologia, ma di comprenderla, per poterne sfruttare le potenzialità e identificare i limiti. Si tratta di costruire, con tutti gli attori del sistema, nuove rappresentazioni del sistema sanitario. Occorre mettersi in gioco: imparare nuove regole, abbandonare strade conosciute, sperimentare tecnologie e nuovi percorsi organizzativi. La sanità digitale rappresenta un cambio di paradigma fondato su alcuni elementi focali: 1) il punto di cura diventa il paziente, non solo la clinica o l’ospedale, 2) i percorsi di cura sono personalizzati, creati su misura 3) si rafforzano le partnership, la condivisione dei dati e le forme di collaborazione, utili ad acquisire sapere, superando la vecchia cultura a silos. Un modello bio-psico-sociale-digitale e un nuovo ruolo per i medici.
Per promuovere un processo virtuoso di cambiamento culturale e sviluppo di competenze, si propone di creare una Community di Digital Health Champions, con competenze tecnologiche, mediche, strategiche e di processo, per il governo clinico della trasformazione digitale in Sanità attraverso un Percorso di Alta Formazione con rilascio di titolo universitario (Master). I corsi saranno in modalità ibrida e saranno tenuti dalle Università presso le proprie sedi e/o presso le strutture sanitarie, con un’articolazione Nord, Centro, Sud. La formazione sarà multidisciplinare per una solida integrazione delle competenze.(…) All’interno delle strutture sanitarie, i Digital Health Champions saranno delle figure professionali apicali, riconosciute e valorizzate nei percorsi di carriera, e inserite nella Direzione Strategica”
Purtroppo, la caduta del governo ha impedito alla Ministra Messa ed a tutti gli attori di SALUTEDomani di dare un seguito immediato agli impegni presi e, almeno per l’anno accademico 2022-2023, i Digital Health Champion sono “messi in panchina”.
Sanità digitale, perché non decolla? Le sfide urgenti da affrontare
Un master di II livello sulla sanità digitale
Non tutto è rimasto nel vuoto e sono stato contattato per organizzare un master di II livello sulla sanità digitale e sulla telemedicina presso una università privata romana, la Unicamillus e ho deciso di raccogliere la sfida: quali sono i temi chiave per dare competenze immediatamente operative a chi ha una Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia, in Ingegneria Biomedica, in Scienze Infermieristiche e in Scienze Biologiche? Questi sono i profili operativi coinvolti e che avevamo immaginato come community dei digital health champion. Quali possono essere i docenti migliori per gli argomenti indicati?
Ho disegnato un Master universitario di II livello articolato in dieci macroaree di insegnamento:
- Sanità Digitale: applicazione all’area medica e a quella della assistenza socio/sanitaria dell’Information and Communication Technology ICT
- La Telemedicina: un’opportunità e una necessità clinica
- La Telemedicina: modelli organizzativi aziendali
- Il domicilio come luogo di salute e di benessere
- Esperienze pratiche di telemedicina
- Big Data Analytics in Sanità
- Sanità senza confini: aspetti etici regolatori e di organizzazione
- Medicina e diritto nell’era digitale
- Dispositivi Medici
- Il ruolo delle professioni sanitarie
Ovviamente ognuna delle macroaree ha lezioni tematiche specifiche, disegnate con docenti che hanno esperienze operative nel settore. È stata una sorpresa ed un onore scoprire come ci sia una grande disponibilità anche di decisori istituzionali di altissimo profilo a traferire le loro competenze e molti hanno partecipato anche alla progettazione del corso. Tutti i docenti hanno una grandissima esperienza pratica sul tema che trattano ed è stato un punto chiave per le scelte e per qualche esclusione illustre. I temi affrontati nelle lezioni spaziano in questi settori principali:
- Mobile Health, telemedicina e fascicolo sanitario elettronico;
- Interazioni tra Sanità elettronica e Telemedicina;
- Sinergie tra sanità pubblica, integrativa e digitale;
- Nuove tecnologie digitali nei processi di cura e diagnosi;
- Telemedicina al servizio della cardiologia, della pneumologia, dell’endocrinologia;
- La Teleassistenza domiciliare;
- Uso delle applicazioni per smartphone e terapie digitali;
- Big Data Analytics, AI e Machine Learning in Sanità;
- Etica, deontologia e digitale e
- Diritti del paziente, Sicurezza e privacy nella sanità digitale;
- Il ruolo del TSRM .
Nasce poi il secondo problema: un master frontale di 160 ore, rivolto a professionisti sempre super impegnati come può essere reso fruibile in tutt’Italia e diventare un “di più” rispetto agli impegni quotidiani? Abbiamo deciso di concentrare le lezioni il sabato mattina ed è venuta in aiuto una metodica che durante il COVID abbiamo imparato a conoscere bene: la DAD, la didattica a distanza. Lezioni frontali, con il docente, interattive, non registrate ma in aula virtuale, fruibili da casa, dal luogo di lavoro, serve solo la connessione ad internet ed un dispositivo, pc, tablet o smartphone. Sarà possibile rivederle, saranno registrate ma sarà valida solo la presenza “live” nell’aula virtuale. Anche così si tratta di un bell’impegno, è obbligatorio partecipare almeno al 70% delle lezioni ma si tratta di una formazione completa e di un titolo che ha un valore che sarà sempre più riconosciuto nei prossimi anni.
Conclusioni
Speriamo che con il prossimo governo si possa riprendere il percorso iniziato dei Digital Health Campion. A proposito: “ma tu Pillon, che parli tanto spesso di telemedicina e sanità digitale, ha un titolo abilitante?” Come faceva un famoso giornalista televisivo mi faccio una domanda e do la risposta: “sì, ho un master di II livello in eHealth, master che ho contributo a progettare, oltre 10 anni fa, forse il primo in Europa, ed a cui ho partecipato anche come discente”. P.S. mi sono “masterizzato” con il massimo dei voti, ma non con la lode, peccato, ho avuto la lode alla specializzazione ed alla laurea ma evidentemente “nemo profeta in patria”!