La formazione diventa sempre più un punto imprescindibile per lo sviluppo delle giovani menti per le future generazioni: un percorso che deve necessariamente partire già dalle scuole secondarie di primo grado in Italia passando poi fino ai licei e alle università.
Molti dei cosiddetti nativi digitali guardano con sfiducia il percorso scolastico e ancor più quello accademico, stretti in una morsa tra paura per il loro futuro e il pensiero di cercare fortuna altrove. Quest’ultimo elemento che è ben noto alle cronache con l’aumento del fenomeno della fuga dei cervelli che la Corte dei conti ha evidenziato essere aumentato di oltre il 40% dal 2013 ad oggi.
Un cambio di impostazione che unisca l’innovazione e il digitale dei programmi di formazione, aprendo sempre più anche a casi pratici oltre che teorici, favorendo le sperimentazioni in nuovi processi di apprendimento per le giovani menti degli studenti, si potrebbe rilevare come l’ingrediente mancante per una vera rivoluzione della didattica all’insegna delle nuove tecnologie.
Le startup più promettenti del settore
Le nuove tecnologie abilitanti hanno aperto nuove frontiere sulla formazione aperta sia ai più giovani ma anche ai meno giovani che vogliono colmare il divario digitale circa le loro competenze lavorative e professionali. Ecco così arrivare il mondo delle startup con numerosi casi di successo.
Docebo
Tra i casi più noti quello di Docebo, fondata da un italiano, Claudio Erba, ha ora sede in Canada (ma anche a Monza) ed è una delle più grandi aziende mondiali del settore. La piattaforma elearning Docebo allinea le esigenze formative dell’organizzazione con quelle degli utenti, progettando una learning experience più coinvolgente ed efficace grazie a un ecosistema formativo che sfrutta algoritmi di Intelligenza Artificiale. Docebo è utilizzata da più di 6 milioni di utenti ed è stata scelta da 1.700 aziende in oltre 68 paesi e consente alle organizzazioni di offrire ai propri dipendenti, partner e clienti in tutto il mondo una learning experience automatizzata e personalizzata, trasformando la formazione in un vantaggio competitivo.
Labsitters
Degna di nota anche Labsitters che propone corsi in lingua a domicilio in inglese, francese e spagnolo. I laboratori in lingua sono studiati per bambini dai 3 anni fino ai preadolescenti di 13 anni. È possibile scegliere tra un laboratorio individuale o di gruppo, a seconda delle disponibilità del genitore: nei giorni, orari e per la durata più adatta. Ogni corso è personalizzato sulle esigenze del bimbo o del gruppo di bambini, in base al loro livello. Per i bambini dai 6 anni in su sono previste pillole di grammatica e fonetica, utile per aiutare i bambini a costruirsi delle basi solide su cui poter crescere nel loro percorso di apprendimento della lingua straniera. Lo scopo è quello di far apprendere una lingua ai bambini divertendosi, attraverso attività di gioco in un ambiente a loro familiare: casa loro o quella di un amico per i piccoli gruppi.
Schoolr
E ancora di particolare interesse il caso di Schoolr che seleziona gli esperti che si candidano a insegnare e tenere le lezioni su qualsiasi tipo di materia. A quel punto sono gli studenti a scegliersi quello più indicato, orientandosi in base alla tariffa e al rating di ciascuno. La piattaforma offre un’aula virtuale che, grazie alla webcam, permette ai ragazzi di fare esercizi, condividere i compiti di scuola e interagire con i tutor. In sostanza fanno come se fossero uno accanto all’altro. Tutto è in full HD e fruibile da vari dispositivi grazie a un semplice link. La lavagna virtuale sviluppata dalla startup è lo strumento principale e non simula un foglio di carta ma punta a portare gli utenti a studiare in un modo nuovo, offrendo una nuova interazione online.
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Conclusioni
I giovani e le future generazioni rappresentano il caposaldo su cui la politica e il sistema produttivo devono investire. Tema evidenziato in particolare dall’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori che, come punto di riferimento per l’innovazione in Italia, aveva presentato ai ministri in persona delle politiche giovanile e della pubblica istruzione il suo Manifesto a sostegno dei giovani e della formazione scolastica e accademica con proposte di rinnovamento dell’attuale sistema formativo all’insegna di un approccio evolutivo e maggiormente dinamico per gli studenti.
Una sfida socio-culturale che il Next Generation Eu ha concentrato in tutte le sue sei missioni, evidenziando nella sua stesura un cambio di paradigma sia nell’approccio che nel metodo nei confronti di coloro che andranno a creare la classe lavorativa e dirigenziale del nostro Paese. Ai bonus, alle detrazioni, alle semplificazioni, l’ANGI ha aggiunto la necessità di processi nuovi e alternativi che possano tracciare un percorso che valorizzi una prospettiva di crescita strutturale, rigenerando fiducia e investimento sulle nuove energie nel Sistema Paese.
Il nostro Paese è una vera “fabbrica” di innovatori e pionieri d’impresa che creano e contaminano percorsi di studi ed esperienze lavorative senza distinzione tra “avviati” o “startupper”. Allo stesso modo l’ecosistema in cui tale linfa d’impresa si sviluppa deve necessariamente evolversi, valorizzando politiche pubbliche che soddisfino i requisiti anche della competitività aziendale, del merito e dell’impatto sociale: un nuovo patto sociale tra imprenditoria, istituzioni e classe lavorativa affinché si vadano a rafforzare le opportunità di crescita e di benessere a livello collettivo, senza dimenticare nessuno, in primis il ruolo delle donne e le nuove generazioni.