riciclaggio e criminalità

NFT, così il terrorismo li usa per finanziarsi

Gli esperti di sicurezza Usa hanno espresso preoccupazione circa il crescente sfruttamento delle blockchain e degli NFT, per finanziare i gruppi terroristici, dallo stato islamico a Hamas. Il rischio a ora non è elevato ma la diffusione di questi mezzi di pagamento come parte di frodi di investimento sta accelerando

Pubblicato il 23 Set 2022

Tommaso Ruocco

Junior Analyst Hermes Bay

nft

Le attività di riciclaggio di denaro legate al mercato delle criptovalute e all’uso di NFT hanno visto un aumento esponenziale negli ultimi quindici anni come conseguenza degli sviluppi tecnologici e delle difficoltà economiche, quali la crisi del 2008 e la pandemia del 2020. Dal 2017, oltre 8 milioni di dollari di fondi illeciti sono stati riciclati attraverso piattaforme basate su non-fungible token NFT, pari allo 0,02% dell’attività di trading proveniente da fonti note. Tra luglio 2021 e luglio 2022 sono stati denunciati pubblicamente furti di NFT per un valore di oltre 100 milioni di dollari, con una media di 300.000 dollari per truffa. Nonostante i numerosi controlli svolti dai marketplace di NFT per prevenire tali attività, le lacune a livello normativo e i livelli di sicurezza ed anonimato che tali tecnologie garantiscono ne incentivano notevolmente l’uso per fini illeciti.

What is an NFT? | Explained in 11 minutes

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Lo Stato Islamico si finanzia con gli NFT?

Lo scorso mese, secondo quanto dichiarato da ex alti funzionari dell’intelligence statunitense, è stato rilevato un NFT creato e diffuso da un simpatizzante del terrorismo che rappresentava ed esaltava un recente attacco condotto da militanti islamici ai danni di una postazione talebana in Afghanistan. In esso compare anche l’emblema dello Stato Islamico. L’NFT in questione è il primo caso noto di utilizzo della tecnologia inerente agli NFT in attività che possono essere direttamente o indirettamente collegate al terrorismo. Il token digitale è stato scoperto da Raphael Gluck, cofondatore della società di ricerca americana Jihadoscope, tra gli account social media pro-ISIS. L’NFT era denominato IS-NEWS #01.

Secondo Mario Cosby, ex analista dell’intelligence federale specializzato in valute blockchain, l’utente ha creato altri due NFT durante lo stesso mese. Il primo NFT riprende un combattente dell’IS che addestra gli studenti a progettare ordigni esplosivi, mentre l’altro condanna il fumo delle sigarette. I non-fungible tokens sarebbero stati quotati sul mercato di token digitali OpenSea. La società, tuttavia, li ha rapidamente rimossi e ha bannato l’account del poster. Il trio di NFT sarebbe stato presente anche sul mercato di NFT Rarible e su molti altri prima di essere eliminato del tutto, anche se nessuno degli NFT sembra essere stato commercializzato.

L’allarme della sicurezza Usa

Gli esperti di sicurezza statunitensi hanno evidenziato le loro preoccupazioni circa il crescente potenziale sfruttamento delle tecnologie blockchain e dei mercati emergenti, compresi gli NFT, per finanziare i gruppi terroristici. A febbraio, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha pubblicato uno studio che evidenzia la crescita del mercato degli NFT come un’area di potenziale preoccupazione per la sicurezza nazionale, sia per attività illecite legate al terrorismo che per attività legate a stati ostili. Lo Studio, denominato “Studio sulla facilitazione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo attraverso il commercio di opere d’arte”, ha di fatto introdotto l’ambito del “mercato emergente dell’arte digitale” accentuando l’attenzione a livello governativo sugli NFT (Non-Fungible Token) dal punto di vista del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo.

L’Isis si finanzia con gli NFT, ma gridare allo scandalo è da ingenui: ecco perché

Lo scorso marzo, Israele ha affermato che 12 conti custoditi dalla borsa di criptovalute al-Mutahadun erano utilizzati da leader di Hamas per finanziare azioni terroristiche contro la nazione. Sono stati sequestrati 30 portafogli di criptovalute provenienti da 12 conti di scambio collegati ad Hamas, un gruppo militante con sede nella Striscia di Gaza. Il sequestro dei portafogli è stato condotto con l’aiuto dell’Ufficio nazionale israeliano per il contrasto al finanziamento del terrorismo (NBCTF). Hamas accetta donazioni in criptovalute dal 2019, quando le sanzioni economiche hanno iniziato a limitare fortemente la sua capacità di finanziare le proprie attività ostili nei confronti di Israele. Inoltre, l’NBCTF ha condotto un sequestro simile di fondi crittografici di Hamas nel luglio 2021 i quali sarebbero stati utilizzati dalle Brigate al-Qassam, una parte dell’esercito di Hamas, secondo quando confermato dalla società di tracciamento delle criptovalute CypherTrace. Inoltre, lo scorso maggio CipherTrace ha riferito di donazioni fatte all’organizzazione terroristica siriana al-Ikhwa, che alla fine sono state inviate ad al-Qaeda, in seguito alle informazioni raccolte dal gruppo di giornalisti indipendenti MagniF!le e alla loro indagine sui canali Telegram dei gruppi terroristici siriani.

Nonostante ciò, un recente rapporto della Elliptic, denominato “NFTs and Financial Crime”, ha evidenziato come sebbene organizzazioni come al-Qaeda, ISIS e Hamas si siano impegnate in finanziamenti basati su criptovalute, queste organizzazioni operano per lo più in aree in cui persino l’accesso a Internet, servizi bancomat e venditori che accettano criptovalute, è scarso. Il rischio che il finanziamento terroristico basato su criptovalute si estenda agli NFT rimane quindi basso. Eppure, la lacuna normativa inerente agli NFT, sia a livello europeo che internazionale, può incrementare il rischio di transazioni NFT di alto valore che saranno utilizzate come mezzo per aggirare le norme antiriciclaggio ad oggi vigenti. Inoltre, gli NFT sono collegati alle criptovalute che sono sempre più utilizzate in schemi di criminalità organizzata, e la diffusione di questo mezzo di pagamento come parte di frodi di investimento sta accelerando.

Tali donazioni, basate su criptovalute, non sono affatto limitate al finanziamento del terrorismo ma vengono sfruttate anche in altri ambiti, quali i conflitti armati. Nei primi due mesi del 2022, i sostenitori del Freedom Convoy in Canada e della forza di resistenza ucraina contro la Russia hanno raccolto milioni di donazioni in criptovalute. Inoltre, ci sono stati casi sporadici in cui le forze separatiste filorusse nell’Ucraina orientale hanno sfruttato gli NFT per raccogliere fondi per le loro attività militari. A causa delle restrizioni del governo russo sui cripto asset, queste iniziative non sono state così prolifiche come le campagne di raccolta fondi in criptovalute avviate dal governo ucraino.

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