Infratel

Banda ultra larga, Centro-Nord a rischio: i privati investono poco

Tenendo conto che il Cipe lo scorso agosto ha stanziato i primi 2,2 miliardi per avviare il Piano Nazionale sulla Banda Ultra Larga, lo scenario e i numeri che emergono dalla consultazione Infratel 2015 non dovrebbero lasciare dubbi: gran parte delle risorse dovrebbero essere destinate alle regioni del Centro-Nord

Pubblicato il 02 Nov 2015

Luca De Pietro

Università degli Studi di Padova

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Sono appena usciti gli esiti della consultazione pubblica 2015 condotta da Infratel per conto del Ministero dello Sviluppo Economico verso gli operatori di telecomunicazione (questa volta hanno risposto 30 operatori rispetto ai 7 della consultazione 2014) per l’aggiornamento della mappa delle disponibilità di connettività a Banda Ultralarga.

Ma perché gli esiti di questa consultazione pubblica sono cosi importanti?

I motivi sono diversi, proviamo ad elencarli.

La consultazione intanto da’ uno spaccato chiaro sugli attuali livelli di copertura per singolo comune (prendendo come parametro le unità immobiliari). I numeri parlano chiaro: a maggio 2015 la copertura con architettura FTTN (Fiber to the Node , che potremmo considerare utile per erogare connessioni a 30 mbps) in termini di unità immobiliari a livello nazionale è del 26,40%, mentre la copertura con architettura FTTH, FTTB e FTTDP (utili per erogare i 100 Mbps) è pari solo al 10,06%. Aggiungerebbe poco ribadire che siamo molto lontani dagli obiettivi fissati a livello Europeo. Molto più interessante soffermarci sulle diverse situazioni regionali: solo due regioni ovvero Lazio e Campania hanno coperture FFTN superiori al 40% degli immobili, mentre solo due regioni la Lombardia e il Lazio (o meglio le loro città capoluogo ovvero Milano e Roma) hanno attualmente coperture per i 100 Mbps con percentuali superiori al 20% delle unità immobiliari (rispettivamente 25% e 21%).

La consultazione offre inoltre delle previsioni di copertura al 2018 a seguito degli interventi dichiarati dai piani degli operatori di telecomunicazione e dell’intervento pubblico attuato e già in corso (in particolare il Piano EuroSud per le regioni del Mezzogiorno). Lo scenario al 2018 si presenta sicuramente (e per fortuna) migliore: la copertura FTTN sarà al 61,10% e quella a FTTH/FTTD/FTTDP al 22,07%. Interessante notare che le regioni che di fatto raggiungeranno per prime il primo obiettivo dell’Agenda Digitale Europea della copertura a 30 Mbps al 100% della popolazione saranno la Calabria e la Puglia, grazie agli interventi pubblici in essere finanziati con le risorse della scorsa programmazione europea regionale 2007-13. Mentre le regioni del nord, oggetto solo degli interventi privati, avranno nel 2018 una copertura nettamente inferiore rispetto alle regioni meridionali: oscillerà dal 30,9% del Trentino Alto Adige, al 43% della Lombardia, al 45,4% del Veneto fino al 60% della Liguria.

Questi numeri ci portano alla terza e più importante considerazione: i numeri confermano (se c’era bisogno) la necessità dell’intervento pubblico per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea. In particolare, a seguito della consultazione è stato definito puntualmente l’elenco delle aree che non sono e non saranno oggetto di intervento nei prossimi 3 anni (fino al 2018) da parte degli operatori o dell’intervento pubblico: queste aree tecnicamente a “fallimento di mercato” (suddivise in aree bianche e grigie) potranno essere interessate dall’intervento pubblico previsto dalla “Strategia Italiana per la Banda UltraLarga” approvato lo scorso 3 marzo dal Consiglio dei Ministri.

Tenendo conto che il Cipe lo scorso agosto ha stanziato i primi 2,2 miliardi per avviare il Piano Nazionale sulla Banda Ultra Larga, lo scenario e i numeri che emergono dalla consultazione non dovrebbero lasciare molte interpretazioni sui territori che per primi beneficeranno di queste prime risorse: gran parte dovrebbero essere destinate alle regioni del centro-nord!

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