il progetto

Teacher’s aid: così gli alunni colmano le lacune informatiche dei docenti

Al Liceo di Ceccano, il gruppo Teacher’s aid aiuta i docenti a orientarsi nelle nuove tecnologie per la scuola e la didattica, si occupa della gestione della rete wireless, del controllo degli account, della sicurezza informatica, della programmazione di nuove app. Così vengono valorizzate le competenze degli allievi

Pubblicato il 23 Nov 2022

Pietro Alviti

giornalista pubblicista, già animatore digitale presso il Liceo Scientifico e Linguistico di Ceccano

Concetta Senese

dirigente scolastico, Liceo Scientifico e linguistico di Ceccano

L’Oms riconosce ufficialmente la dipendenza da videogiochi: quali sono i rischi

“Professoressa, scusi, faccia così, funziona meglio, guardi, se clicca lì, tutto andrà a posto… ha visto questa applicazione? Possiamo studiare geografia meglio con quest’app”. Molte volte i docenti si sono sentiti rivolgere frasi di questo genere mentre stavano utilizzando un tablet o magari soltanto aprendo il registro elettronico.

Eppure, nonostante le l0ro competenze, troppo spesso gli studenti sono stati tenuti ai margini dei processi dell’innovazione tecnologica. Non è così al liceo di Ceccano, dove i ragazzi sono protagonisti del progetto Teacher’s aid. Vediamo di cosa si tratta.

Cosa resterà della didattica “della lontananza”: l’esperienza del Liceo di Ceccano

Le competenze dei ragazzi colmano le lacune degli adulti

Noi sappiamo, però, che se c’è una caratteristica della rivoluzione dei bit è proprio quella dell’annullamento dell’età: soltanto nel mondo dei videogiochi un bambino può gareggiare alla pari con un adulto, e viceversa, e ciò accade soltanto nel mondo digitale. Ecco allora la necessità di trovare un modo per utilizzare al meglio le capacità che gli allievi di scuola sviluppano grazie al fatto di essere continuamente immersi nel tappeto digitale su cui si svolge la loro e la nostra vita.

È facile rimanere impressionati da come un bambino piccolo sappia comportarsi disinvoltamente di fronte ad uno schermo: non si tratta di un mutamento del suo DNA, ma soltanto del fatto che sin dai primi mesi della sua vita ha visto utilizzare questi devices (e si spera non li abbia utilizzati troppo presto!) così li ha imitati, capendo rapidamente il funzionamento. Qualcuno li ha chiamati, esagerando, nativi digitali, ma certamente si tratta di bambini e ragazzi che hanno acquisito competenze, che spesso mancano agli adulti, che invece si trovano costretti a recuperare il terreno perduto. È vero, noi adulti abbiamo altre competenze, trasversali si chiamano, che ci aiutano a destreggiarci con maggiore efficacia e meno pericoli, in alcune azioni, come la ricerca delle informazioni, la comunicazione, le attività creative. Tuttavia, siamo come quei ragazzi che dopo la maturità vanno all’estero a lavorare qualche mese per imparare la lingua: certo torniamo capaci di esprimerci abbastanza bene, ma ci manca la conoscenza delle regole di base e magari non riusciamo a scrivere una email senza incappare in errori di vario tipo.

Se il computer, internet, lo smartphone, tutti i device mobili non devono essere dei nemici da combattere aspramente ma dei forti sostegni alla didattica e allo studio, allora dobbiamo cominciare a vedere i ragazzi in un’altra prospettiva: quella di alleati, le cui competenze possono esser integrate alle nostre, per affrontare assieme questo percorso di transizione digitale.

Spesso, infatti, sono i nostri alunni a saperne di più, ad inventare strategie e soluzioni, a proporre vie da seguire. Per molti insegnanti è spiazzante: alcuni continuano ancora a voler dominare il curricolo dei propri studenti, a dire loro che cosa devono fare e poi si aspettano che lo facciano così come loro gli hanno spiegato. Gli allievi, però, sono molto più avanti, non perché la scuola abbia insegnato loro qualcosa di particolare, al di là della spinta ad essere curiosi, ad interrogarsi, a risolvere problemi, ma perché la diffusione delle tecnologie e soprattutto dell’interazione fra i diversi sistemi è parte ordinaria dell’esistenza.

Il progetto Teacher’s aid

Allora perché non utilizzare le competenze dei ragazzi per aiutare gli adulti? Si tratterebbe di una rivoluzione che è già in atto in tante famiglie, in cui proprio i ragazzi insegnano ai genitori come utilizzare meglio i loro costosi smartphone.

È l’idea alla base del Servizio Civile Digitale proposto dal Governo: dei giovani facilitatori digitali che supportino i cittadini a divenire competenti e autonomi nell’utilizzo di internet e dei servizi digitali, abilitando un uso consapevole della rete.

Un esperimento in quest’ottica e per scopi simili è stato attuato nel Liceo di Ceccano con il gruppo Teacher’s aid, un progetto diventato, dopo un avvio sperimentale, elemento ordinario del piano triennale dell’offerta formativa. Si tratta di un gruppo di studenti che si dichiarano disponibili, coordinati da un’associazione di ex allievi, con lo scopo di aiutare i docenti ad orientarsi nelle proposte che le nuove tecnologie offrono alla scuola e alla didattica. Così Damiano, Valentino, Roberto, Diego e tanti altri si siedono a fianco dei docenti del Liceo di Ceccano per condividere con loro le esperienze, le scelte, le tecniche delle applicazioni didattiche: creare una classe, invitare gli studenti, mandare messaggi, preparare un compito, inviarlo agli allievi, stabilire una scadenza, verificare quanti abbiano consegnato e quanti no, avere tutti i compiti condivisi sul cloud, assegnare le valutazioni e così via.

In questo modo, gli insegnanti possono contare su un sostegno continuo, una specie di pronto soccorso che si basa sul protagonismo degli allievi, i quali si sentono apprezzati per il loro lavoro e le loro ritrovate competenze, che vengono impiegate in modo ben più utile dell’ordinario. Il gruppo punta a valorizzare le abilità degli studenti in un mondo sempre più teso alla collaborazione e alla condivisione delle esperienze.

Teacher’s aid: le competenze informatiche dei ragazzi valorizzate

Da tanto tempo, al Liceo di Ceccano, le competenze degli allievi sull’informatica e sulle nuove tecnologie vengono valorizzate. Una notevole parte del livello organizzativo del Liceo di Ceccano vede i ragazzi protagonisti: infatti, il gruppo Teacher’s aid si occupa anche della gestione della rete wireless, del controllo degli account, della sicurezza informatica, della programmazione di nuove app studiate appositamente per le esigenze del Liceo.

In questi giorni il Teacher’s aid sta perfezionando l’utilizzo delle tecnologie NFC per l’accesso ai computer attraverso dei badge personali, piuttosto che attraverso un complicato e fragile sistema di password. L’obiettivo è che qualunque membro della comunità scolastica possa accedere a tutti i dispositivi disponibili, soltanto avvicinando la propria unità NFC: può essere il cellulare, o un portachiavi, o una spilla.

Questo sistema consente di controllare tutti gli accessi alla rete informatica del Liceo, sia quelli con il proprio dispositivo personale che quelli tramite i computer messi a disposizione dalla scuola, evitando così la possibilità che le password vengano trafugate o altro ancora. Il gruppo, inoltre, gestisce un’aula, aumentata dalla tecnologia, con un dito: far scendere schermi, accendere proiettori, andare in streaming, collegare microfoni direzionali e panoramici, regolare i livelli, cambiare inquadrature… tutto con un semplice tocco sullo smartphone, nel più puro BYOD che si possa immaginare.

L’automazione è già attiva nell’aula magna del Liceo e sarà estesa via via a tutte le aule dell’istituto.

Come funziona il Teacher’s aid

Ma come funziona il Teacher’s aid?

Gli allievi, dopo essersi dichiarati disponibili, ricevono dal dirigente scolastico una vera e propria nomina a membro del gruppo dei Teacher’s aid, si danno un coordinamento ed intervengono nel momento in cui vengono chiamati, secondo un turno di reperibilità. Tengono un registro degli interventi effettuati, si consultano tra di loro con cadenze temporali prefissate, il loro intervento viene valutato ai fini del PCTO.

Sia le richieste di intervento che la loro gestione sono effettuate in maniera completamente digitale.

Inoltre, il gruppo Teacher’s aid si occupa di formare anche i propri compagni. Possiamo, infatti, commettere l’errore di prospettiva di pensare che tutti i giovani siano capaci di muoversi agilmente in ambienti digitali. Non è sempre vero, per ragioni diverse. Sono di certo abituati ad usare il touchscreen, a ragionare in maniera iconica, a comprendere rapidamente il linguaggio degli emoticon, ma spesso potremmo definirli “trogloditi digitali, perché nonostante le straordinarie competenze acquisite in ambito digitale, non riescono a metterle a frutto, ad usarle in modo utile ed efficace e a comprenderne le straordinarie possibilità. Tutte le competenze digitali hanno necessità, come ci insegna l’architettura del DigComp – The Digital Competence Framework for Citizens, di essere integrate con le nostre competenze trasversali (ricerca informazioni, creatività, collaborazione, problem solving, sicurezza) per essere utilizzate efficacemente al fine di esercitare i nostri diritti e doveri di cittadini digitali.

Pensate a cosa diventerebbe una lezione nel momento in cui ogni alunno sia in grado, simultaneamente agli altri, di verificare un’affermazione, trovare il significato, l’etimologia, la traduzione in qualunque lingua, di una parola, la localizzazione geografica di qualunque posizione. Ecco allora la necessità di una formazione continua che, in questo caso si realizza tramite la metodologia peer to peer, dell’educazione tra pari, in questo ambito estremamente efficace.

Conclusioni

La sfida all’innovazione della scuola è un’azione culturale, si legge nel PNSD, che parte da un’idea rinnovata di scuola, intesa come spazio aperto per l’apprendimento e non unicamente luogo fisico, e come piattaforma che metta gli studenti nelle condizioni di sviluppare le competenze per la vita. Le tecnologie diventano abilitanti, quotidiane, ordinarie, al servizio dell’attività scolastica, in primis le attività orientate alla formazione e all’apprendimento, ma anche l’amministrazione, contaminando – e di fatto ricongiungendoli – tutti gli ambienti della scuola: classi, ambienti comuni, spazi laboratoriali, spazi individuali e spazi informali. Con ricadute estese al territorio.

Infatti, gli allievi del Teacher’s aid non si sono limitati alla gestione dell’esistente, ma si sono costituiti in gruppo di ricerca partecipando a tanti concorsi per la realizzazione di applicazioni specifiche per la didattica e confrontandosi con i loro compagni di tante altre scuole in numerosi Hackathon. In queste iniziative, hanno riportato risultati invidiabili, fino ad arrivare al premio internazionale della NASA: hanno progettato e realizzato braccialetti per guidare gli ipovedenti, boe per la diffusione del segnale internet in alto mare, sistemi avanzati per il trasporto dei disabili e tanto altro.

Gli allievi sono stati il punto di forza della digitalizzazione del Liceo di Ceccano, tanto che numerosi sono coloro che, grazie alle esperienze che hanno potuto fare a scuola, si sono poi ritrovati a lavorare nell’ambito dell’informatica, a livelli notevoli di programmazione e di progettazione, oltre che di vera e propria imprenditoria.

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