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Il futuro della PA nel metaverso: come cambiano i servizi e il nostro rapporto coi social

Il futuro, anche quello della PA, prende la forma del metaverso, mentre i social non sono più come li abbiamo conosciuti (ma continuano a godere di ottima salute). Tante novità, evoluzioni continue, nuove sfide. Un filo conduttore: essere sempre più al centro della nostra vita quotidiana

Pubblicato il 25 Nov 2022

Francesco Di Costanzo

presidente Fondazione Italia Digitale e Associazione PA Social

meta privacy noyb

Il futuro oggi ha un nome, metaverso. Presto probabilmente ne sapremo di più, avremo la possibilità di toccare con mano questa realtà, che sta iniziando a delineare i propri contorni, ma che ancora non si è palesata con tutte le sue opportunità, scenari, funzionalità, criticità e possibilità da analizzare e gestire.

Una cosa è certa, se approfondiamo il ruolo dei social network nel futuro dovremo sicuramente tener conto del metaverso, uno sviluppo ulteriore del rapporto diretto tra PA, imprese, cittadini. Un qualcosa che non nasce oggi, non è certo ultimamente che è iniziato il percorso verso questo futuro, ma è oggi che si sta costruendo quello che presto sarà indubbiamente presente nella nostra vita di tutti i giorni.

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La PA nel metaverso

Non è un caso se tanti brand, ma anche istituzioni come la Regione Piemonte, attraverso il lavoro del CSI (Consorzio Sistemi Informativi Piemonte), aziende sanitarie (Cagliari, Roma 1…) stanno investendo risorse, energie e idee per sfruttare le potenzialità del metaverso. Il Piemonte già dal 2023 vuole portare nel nuovo mondo virtuale uno sportello antibullismo per i giovani, ma anche il pagamento di bolli e ticket. L’ospedale offrirà servizi nel metaverso.

Una rivoluzione, che prosegue sulla strada già rivoluzionaria aperta ormai da anni dai social network. Una rivoluzione in corso, non sognata. Già oggi si può fare shopping o assistere a concerti, il mondo va in questa direzione e con questo approccio dobbiamo secondo me pensare o, meglio, provare ad immaginare lo scenario futuro dei social network, già completamente diversi da quando abbiamo iniziato a conoscerli e utilizzarli nel nostro quotidiano.

Accompagnare la rivoluzione per sfruttarne le potenzialità

Del metaverso si potrebbero dire tante cose, ma c’è una realtà evidente, solare, indiscutibile: le potenzialità sono enormi, straordinarie. D’altronde sono gli anni in cui in Europa, in Italia, ma in generale a livello internazionale, si stanno scrivendo le regole del digitale, finalmente prendendo in considerazione le tantissime opportunità e anche le criticità da governare. La rivoluzione non si ferma, va governata, accompagnata, sfruttata in tutte le sue potenzialità. Non è questo il luogo, ma sicuramente anche dal punto di vista normativo e di policy, presto si aprirà il dibattito sul metaverso (c’è già chi propone una Costituzione dedicata…), staremo a vedere e sicuramente cercheremo di dare un contributo perché ci siano garanzie per le persone, semplicità, sicurezza, rispetto della privacy, corretta gestione dei dati, ma senza esagerati freni all’innovazione e alla possibilità di sviluppare ulteriori opportunità.

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Il futuro dei social network

Eccoci però al futuro dei social network, argomento principale di questa pubblicazione, un tema ampio, difficile da prevedere con certezza, interessante e coinvolgente, sul quale proprio iniziative come questa possono aiutare ad indicarci una strada di approfondimento, ma anche un indirizzo di lavoro e approccio sempre attento al cambiamento. D’altronde il mondo dei social network ci ha da sempre abituato alla “logica da start up”, al rimettersi sempre in gioco, all’attenzione alle nuove opportunità e all’arrivo di nuove piattaforme e format, alla divulgazione e all’aggiornamento costante, alla curiosità perenne che sempre dovremmo avere, a maggior ragione per chi si occupa di comunicazione, giornalismo, digitale, tecnologia, innovazione.

I social non sono morti, sono in continua evoluzione

Nel periodo in cui scrivo gira la notizia “i social network sono morti”, negli anni spesso il feed di varie piattaforme ha visto l’apertura e la chiusura rapida di dibattiti sulla presunta fine di uno o più social network (quante volte ad esempio si è dato per morto Twitter, che è sempre vivo e vegeto…). In un certo senso, seppur esagerato, è vero. Nessuna piattaforma, nessuna, è oggi la stessa della sua nascita, ma probabilmente neanche la stessa di qualche anno fa. Tutte hanno cambiato logiche, algoritmi, tutti noi le utilizziamo in modo diverso da come eravamo abituati a fare un po’ di anni fa. Pensate a LinkedIn, a Twitter, a Facebook, a YouTube (che Google orgogliosamente ci tiene a togliere dal gruppo dei social network in senso stretto, anche questo è un segnale del cambiamento…), passando per Instagram, Twitch, TikTok (il cui successo sta rivoluzionando il mondo dei social), fino ad arrivare alle chat come WhatsApp, Telegram, Messenger, solo per citare le piattaforme più utilizzate. Quindi diciamo che i social network non sono morti, anzi, ma sono sicuramente diversi dal passato.

Tutti inseguono il modello TikTok

Oggi comandano i video, quelli brevi soprattutto, e vale molto meno l’ampiezza della community (i mi piace o follower per intendersi) e molto di più la capacità di saper coinvolgere con la qualità e la freschezza del contenuto. Il “modello TikTok” infatti premia più il video ben fatto o comunque coinvolgente rispetto all’ampio numero di partecipanti ad una community. Così è ormai anche per Instagram con i reels. È cambiato il paradigma, il modello di utilizzo dei social network, l’interazione del momento si sta prendendo lo spazio della costruzione e gestione di una comunità basata su interessi comuni. Vincono anche le chat e le interazioni one to one (anche i dm), che negli anni hanno aggiunto anche una componente di condivisione e commento istantaneo (stati, reactions ect). Crescono realtà come Twitch che creano un vero e proprio palinsesto in diretta costante, da tv social, utilizzato spesso dai giovani anche come radio da ascoltare costantemente in sottofondo. Si fa largo il format solo audio (pensate al breve successo di Clubhouse che ha però ispirato esperienze simili su altre piattaforme e lanciato un nuovo modo di essere social), impensabile fino a qualche anno fa con il dominio delle immagini, ma oggi molto presente anche grazie ai podcast.

Conclusioni

Difficile sapere se nel futuro avremo gli stessi player: le stesse piattaforme principali, in questi anni tutte hanno dimostrato una importante capacità nel saper cambiare pelle e adattarsi alle nuove esigenze.  Se penso al settore pubblico, di cui ci occupiamo da anni con l’Associazione PA Social, credo che le opportunità per offrire un servizio di qualità ai cittadini (già oggi vastissime con le piattaforme digitali) cresceranno ulteriormente e le “barriere” tra PA, utilities, aziende pubbliche e cittadino saranno sempre più abbattute creando un rapporto ancora più stretto e diretto.

Questo comporterà maggiori responsabilità per chi ci lavora e anche per il cittadino, una regolamentazione sempre più dedicata, un’attenzione crescente alle professionalità, alla formazione, all’aggiornamento, alla cultura digitale.

Evoluzioni, cambiamenti, adattamento al miglior risultato di marketing e business, più interattività e coinvolgimento, maggiore attenzione (anche sulla spinta di una pressione dell’opinione pubblica, della politica, delle istituzioni e di un ampliamento della normativa di settore) alle necessità degli utenti (privacy, corretta gestione dei dati, lotta all’odio e alla disinformazione, sensibilizzazione ad un corretto utilizzo delle piattaforme…): così il mondo dei social network si sta evolvendo. Ed è normale che sia così, queste piattaforme sono sempre più parte della nostra vita quotidiana e, con aggiornamenti e novità, continueranno ad esserlo anche per il futuro.

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*L’intervento è contenuto nella pubblicazione Mag – Book di rewriters.it dal titolo Il futuro dei social network, a cura di Giovanni Prattichizzo

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