Negli ultimi mesi, si è discusso molto della proposta avanzata da Microsoft di acquisire il gruppo Activision, (che ricomprende Activision, Blizzard e King) cui spettano i diritti di titoli e franchise di elevato valore nel mondo del gaming, come Call of Duty, Diablo o Candy Crush. L’acquisizione consentirebbe a Microsoft di rafforzare la sua posizione nel settore, e di ottenere maggior ricavi dalle attività connesse al gaming.
Microsoft-Activision: le accuse di Sony
La notizia dell’acquisizione ha comportato non poche tensioni con la principale competitor Sony, che avrebbe manifestato i propri timori innanzi alle autorità antitrust, affermando che l’intenzione di Microsoft sarebbe quella di danneggiare il mercato sfruttando la redditività del franchise di Call of Duty, i cui titoli attualmente non sono esclusiva ma sono presenti sulle diverse piattaforme, sia console che pc. A fronte delle contestazioni sollevate da Sony, Microsoft avrebbe accusato la competitor di voler fuorviare le autorità, lamentando condizioni che non corrisponderebbero con gli accordi effettivamente raggiunti e con le intenzioni del colosso americano.
L’acquisizione, inoltre, si trova oggi al centro di un complicato stallo giuridico, dovendo attraversare, per poter essere concretamente ultimata, il vaglio di ben 16 autorità. Delle autorità coinvolte, sinora solo Arabia Saudita e Brasile hanno approvato l’accordo; per tale ragione, stando a quanto riportato dal New York Times, Microsoft starebbe spingendo per vedere l’accordo autorizzato anche nelle sedi rimanenti, al fine di accelerare il processo di acquisizione del gruppo e poter procedere alla sua ultimazione entro le tempistiche originariamente previste.
Si tratta della prima acquisizione di tale rilevanza che vede coinvolte un numero così rilevante di autorità governative, e che rappresenterà un caso di studio nel futuro, anche per meglio comprendere quale possa essere il futuro delle acquisizioni nel mercato del tech. Sinora, ad ogni modo, Microsoft si è dimostrata pienamente disponibile ad acconsentire alle richieste delle autorità, provvedendo anche a illustrare i propri servizi alle autorità, al fine di fugare le preoccupazioni sollevate da quest’ultime.
Il report del New York Times
Secondo quanto riportato dal New York Times, nel corso delle ultime settimane Microsoft avrebbe accusato Sony, sua principale competitor nel mercato dei videogiochi, di voler fuorviare le autorità regolatrici, a seguito dell’avvenuta proposizione, da parte di quest’ultima, di un accordo che consentirebbe agli utenti di poter giocare i principali titoli del gruppo Activision sulle console Playstation per altri 10 anni[1].
Al fine di rassicurare le autorità Microsoft, per il tramite dei propri legali, avrebbe mostrato ai funzionari britannici le console di gioco, inclusa la Xbox, al fine di ottenere l’approvazione degli stessi.
L’obiettivo di Microsoft, afferma il New York Times, “è semplice: convincere i governi scettici di tutto il mondo ad approvare l’acquisizione del blockbuster. Sedici governi devono benedire l’acquisto, mettendo Microsoft sotto la maggiore pressione normativa che abbia mai dovuti affrontare dalle battaglie antitrust del 1990. E in tre luoghi chiave – Stati Uniti, Unione Europea e Gran Bretagna – i regolatori hanno iniziato revisioni approfondite, con la Commissione europea che ha dichiarato questo mese che stava aprendo un’indagine approfondita sull’accordo”.
Al pari di Microsoft, anche altre grandi aziende del settore, come Google e Meta, hanno affrontato negli ultimi anni una serie di ostacoli nei processi di acquisizione di società terze, sebbene spesso mirate ad impedire l’acquisizione di aziende più piccole, al fine di impedire che queste ultime fossero tagliate fuori dal mercato prima di diventare abbastanza grandi da poter costituire un “pericolo” per le Big Tech (un caso, dunque, differente da quello che attualmente vede coinvolta Microsoft).
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A luglio, in particolare, la FTC ha citato in giudizio Meta, la società madre di Facebook, per impedirle di acquistare Within, una start-up di realtà virtuale. Lo scorso mese, inoltre, la Gran Bretagna ha costretto sempre Meta a vendere Giphy, un database di immagini acquistato dalla società nel 2020 per $ 315 milioni.
Oggi, con riferimento al caso Microsoft/Activision, al centro delle preoccupazioni delle autorità c’è la possibile violazione delle leggi antitrust, e l’eventualità che l’accordo conceda a Microsoft “un potere smisurato nel settore dei videogiochi”. Temono, afferma il New York Times, “che Microsoft possa allontanare i giochi di Activision da concorrenti come Sony o usarli per ottenere un vantaggio ingiusto man mano che più giochi vengono trasmessi online”.
D’altro canto, si legge nel report, “Se Microsoft riuscirà a ottenere l’approvazione normativa per acquistare Activision, che produce giochi come Candy Crush e Call of Duty, invierà un messaggio sulla capacità di Big Tech di espandersi di fronte ai crescenti timori che i giganti del settore esercitino troppo potere. Se Microsoft, la cui operazione di affari pubblici ha trascorso l’ultimo decennio a costruire la reputazione di bravo ragazzo dell’azienda, non riesce a far passare un mega accordo, può chiunque?”
Le indagini delle autorità
Come indicato dal New York Times, l’annuncio dell’acquisizione ha comportato l’avvio, da parte di molte delle principali autorità coinvolte, di una serie di indagini volte a verificare la conformità dell’accordo con le normative antitrust.
La Commissione Europea, in particolare, ha comunicato di voler meglio valutare gli effetti dell’acquisizione sul mercato, rimandando la propria decisione al prossimo anno, a fronte di una serie di “dubbi in merito alla possibilità che l’acquisizione possa ridurre la competizione nel mercato relativo alla distribuzione di videogiochi su PC e console”. In particolare, ha affermato la Commissione, “la Commissione è preoccupata sul fatto che, acquisendo Activision Blizzard, Microsoft possa limitare l’accesso ai suoi videogiochi su PC e console, soprattutto le produzioni di alto profilo e di elevato successo commerciale come Call of Duty. […] Dalle indagini preliminari emerge che Microsoft possa avere la capacità, oltre ad un potenziale incentivo economico, di sfidare con le esclusive i propri rivali, escludendoli dalla distribuzione dei giochi Activision Blizzard o limitando le loro condizioni d’uso”.
Allo stesso modo, con riferimento al servizio Game Pass, l’autorità affermava che “Strategie limitative simili potrebbero ridurre la competizione tramite prezzi più alti, qualità inferiore e minori novità sulla distribuzione dei giochi che potrebbe andare a pesare sugli utenti finali”, spiegando inoltre che “il dubbio è che Microsoft possa ridurre le capacità dei suoi concorrenti produttori di sistemi operativi di PC di competere con Windows, collegando al sistema il catalogo dei giochi Activision Blizzard oltre alla distribuzione via cloud. Ciò potrebbe andare a colpire l’acquisto di PC non Windows”.
Trattasi di un timore condiviso dalle autorità, preoccupate di quali saranno gli effetti dell’accordo quando il cloud computing consentirà alle persone di trasmettere giochi maggiormente sofisticati su dispositivi di varia natura, compresi i telefoni cellulari.
Il New York Times riporta, infatti, che a settembre “il regolatore britannico ha espresso la preoccupazione che la combinazione della libreria di giochi di Activision con l’abilità di cloud computing di Microsoft avrebbe dato a Microsoft “un vantaggio senza precedenti” rispetto ai concorrenti di streaming di giochi”. Tuttavia, a detta contestazione Microsoft avrebbe opposto di non avere “alcun vantaggio” perché il suo streaming non era supportato dalla sua tecnologia cloud Azure: più nello specifico, ci sarebbe la condivisione dei soli dta center, ma non dell’hardware.
Negli Stati Uniti, ancora, il New Yotk Times afferma che “più di dieci membri dello staff della FTC stanno esaminando l’accordo […]. Hanno intervistato dirigenti, tra cui Nadella e Smith, alla fine dell’estate e in autunno. E in un segno che la FTC potrebbe costruire una sfida legale all’accordo, due persone hanno detto di aver recentemente chiesto ad altre società di offrire dichiarazioni giurate per esporre le loro preoccupazioni”.
Anche l’antitrust cinese, China’s State Administration for Market Regulation (SAMR), avrebbe deciso di indagare più a fondo sull’acquisizione, rifiutando di seguire la procedura semplificata, della durata di soli 40 giorni, e annunciando di voler seguire l’iter tradizionale, ben più lungo.
L’accordo di Microsoft per Activision dimostrerà se i giganti della tecnologia possono navigare nel nuovo ambiente, ha dichiarato William E. Kovacic, ex presidente della FTC. “È un test fondamentale”, ha detto.
Bobby Kotick, amministratore delegato di Activision, ha dichiarato in un’intervista di avere un “alto grado di fiducia che i regolatori saranno attenti a valutare l’industria”. Ha aggiunto: “Non ho motivo di credere che alla fine non avremo successo nella transazione”.
La posizione di Microsoft
Nel corso di un’intervista, Brad Smith, presidente di Microsoft, ha commentato la situazione affermando che “Se questo accordo fosse avvenuto quattro anni fa, questo non sarebbe di alcun interesse […] Se uno non può fare qualcosa di facile, allora sapremo tutti che non puoi fare qualcosa di difficile.” Nel 2016, infatti, l’acquisizione di LinkedIn da parte di Microsoft ha richiesto soltanto 6 autorizzazioni governative, per un compenso di 26 miliardi di dollari: un procedimento ben più semplice rispetto a quello oggi affrontato per l’acquisizione di Activision.
L’accordo con Activision è “sostanzialmente più dispendioso in termini di risorse”, ha detto Smith. Ottenere l’approvazione per l’acquisizione, si legge nel report del New York Times, “è fondamentale per Microsoft. Il gioco è diventato il suo business consumer più importante, superando i $ 15 miliardi di vendite annuali in gran parte sotto il marchio Xbox. Il compenso per Satya Nadella, amministratore delegato di Microsoft, è in parte legato alla crescita di Game Pass, il servizio di abbonamento simile a Netflix per i giochi. E Microsoft ha accettato di pagare ad Activision fino a $ 3 miliardi se l’accordo fosse fallito”.
Durante un incontro con i giornalisti, quest’ultima ha affermato che l’acquisizione andrebbe a beneficio dei giocatori fornendo “più scelta in modo che possano giocare a qualsiasi gioco su qualsiasi piattaforma”
Sempre Smith ha affermato che Microsoft è aperta ad accettare formalmente di porre limiti alle sue pratiche commerciali, pur di poter ottenere le autorizzazioni dell’antitrust e concludere l’accordo.
Occorre evidenziare, inoltre, come la stessa Activision avrebbe l’interesse a vedere concluso l’accordo: il gruppo, infatti, è stato recentemente al centro di una serie di scandali interni legati ai dipendenti che ne hanno leso la posizione sul mercato, e che potrebbero trovare rimedio nel prossimo futuro grazie all’acquisizione da parte di Microsoft. Anche detto punto è posto al vaglio delle autorità, che vogliono meglio comprendere quali potrebbero essere gli effetti dell’accordo sui dipendenti, posto che la Communications Workers of America (CWA), sindacato di categoria che rappresenta i lavoratori del tech e delle telecomunicazioni, avrebbe pubblicamente messo in discussione lo stesso a seguito della sua presentazione.
Nel giugno, tuttavia, Microsoft avrebbe poi raggiunto un accordo di neutralità con la CWA, raggiungendo così il sostegno anche del sindacato. Il mese scorso, riporta il New York Times, “Shelton [presidente del sindacato] ha incontrato la signora Khan [Lina Khan, presidente della Federal Trade Commission] e ha elogiato l’impegno di Microsoft a rimanere neutrale nelle campagne sindacali e ha detto che l’accordo dovrebbe essere approvato”.
Conclusioni
Impossibile sembrerebbe il raggiungimento di un accordo con la concorrente Sony: “La prima chiamata che io e Satya abbiamo fatto dopo l’annuncio dell’accordo è stata al CEO di Sony per dire: Ehi, manterremo Call of Duty sulla vostra piattaforma”, ha detto Phil Spencer, capo dei giochi di Microsoft, e come si legge nel report del NYT, l’11 novembre il colosso avrebbe offerto a Sony un accordo di 10 anni per mantenere Call of Duty su PlayStation. Tuttavia, “Sony non si è placata”, si scrive, “Nei documenti depositati in Brasile, la società ha sostenuto che Call of Duty era un franchise di giochi così potente che Microsoft poteva usarlo per danneggiare i rivali. Ha assunto una società di consulenza per organizzare riunioni a Capitol Hill, hanno detto due persone che hanno familiarità con la questione. E le sue argomentazioni sono state ripetutamente citate in una decisione del regolatore britannico a settembre di perseguire un’indagine più approfondita”.
Microsoft ha inoltre accusato Sony di aver fuorviato le autorità, dicendo che “ha sopravvalutato l’importanza di Call of Duty per la sua redditività”. Spencer avrebbe inoltre affermato al NYT che “mantenere e far crescere l’attività esistente di Call of Duty è piuttosto centrale per l’economia dell’accordo”. In una dichiarazione, Jim Ryan, amministratore delegato di Sony Interactive Entertainment, ha affermato che “non è vero” che la sua azienda abbia ingannato i regolator, e che Microsoft era “un gigante tecnologico con una lunga storia di industrie dominanti” e che “è molto probabile che le scelte che i giocatori hanno oggi scompariranno se questo accordo andrà avanti”.
Si tratta, tuttavia, di valutazioni assolutamente parziali, tenuto conto anche dell’interesse diretto che Sony ha nel caso in esame.