Se n’è accorto anche l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Mentre molti operatori in giro per il mondo pubblicizzano mirabolanti offerte di connessione in “fibra”, e mentre la Commissione europea si sbraccia per garantire banda larga a tutti e raggiungere il 50% di abbonati a 100 Mb/s in Europa entro il 2020, ci sono centinaia di regioni e comuni in giro per l’Europa e per il mondo che – spesso lontano dai riflettori – stanno dotando i propri territori di infrastrutture adeguate alle esigenze digitali di oggi e di domani. Sono questi attori che – liberi da logiche di ritorno a breve termine e da pressioni dell’azionariato – stanno compiendo investimenti lungimiranti e strategici, spesso utilizzando un mix di capitale proprio, di fondi europei e nazionali, di prestiti bancari e di fondi d’investimento a lungo termine (fondi pensionistici e simili). Il risultato è in alcuni casi sorprendente: ci sono comuni rurali con meno di dieci abitanti per chilometro quadrato con penetrazione di connessioni super veloci (100 Mb/s o oltre) superiori a città come Roma o Londra. Com’è possibile, quanto pesa il ruolo delle amministrazioni pubbliche e quanto sono diffuse le diverse esperienze? È con queste domande in testa che l’OCSE ha intrapreso uno studio per capirci meglio. Il risultato è un rapporto di 91 pagine {http://oecdinsights.org/2015/11/26/municipal-networks-contribute-to-increased-broadband-coverage/} in cui si esaminano diversi esempi in cui le amministrazioni locali hanno installato reti ultra-veloci in otto nazioni occidentali, e si analizzano l’impatto e i benefici socio- economici.
Lo studio utilizza la Svezia come “riferimento”, in quanto paese pioniere per le iniziative locali in reti FTTH/FTTB, ma analizza anche esempi in Australia, Danimarca, Giappone, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Regno Unito, e gli Stati Uniti.
Lo studio include una gamma di esperienze, a partire da quelle di “gran successo” fino a quelle con “aspettative inattese”. C’è anche un’ampia gamma nel tipo di infrastruttura. La scelta più comune è fibra fino alle abitazioni (FTTB e FTTH), sia in topologia PON che punto-punto, ma ci sono anche iniziative con FTTN+VDSL e reti via cavo con Hybrid Fibre Coax (HFC). La costante, tuttavia, è che le reti aperte municipali – il cui obiettivo è il collegamento di tutti i cittadini – porta sia più offerta di servizi che prezzi più bassi.
Inoltre, il rapporto rivela che in alcuni casi gli investimenti pubblici, separando le infrastrutture di base dai servizi, ha aperto il mercato dei fornitori di servizi Internet (ISP). In altri casi, l’introduzione di reti pubbliche ha fornito uno stimolo che ha spinto operatori tradizionali ad accelerare gli investimenti per estendere le proprie infrastrutture di rete. E, infatti, studi condotti dal centro di ricerca Acreo Swedish ICT hanno messo in evidenza una significativa correlazione tra l’attivismo delle amministrazioni locali e il grado di penetrazione di connessioni FTTH/FTTB (oltre che a una correlazione tra quest’ultima e una serie di fattori socio-economici positivi).
Le iniziative di maggior successo sono in genere quelle di amministrazioni che hanno già esperienza nella in programmi di utility pubbliche (energia, acqua, gas). E una risorsa preziosa è quella che spesso solo le amministrazioni locali hanno a disposizione: la volontà dei cittadini di dare una mano in tutti gli aspetti.
Il rapporto rileva inoltre che le competenze chiave in questi progetti sono quelle organizzative e di gestione finanziaria. In altre parole, la competenza dell’amministrazione locale in altri campi è un buon indice della capacità di portare a termine un investimento in reti di banda larga.
Nel complesso, il messaggio è chiaro: se ancora non c’è banda larga dove abitate e se la vostra amministrazione locale è minimamente competente, convincetela a prendere in esame un investimento in infrastruttura pubblica di banda ultra-larga nel vostro territorio.