connettività

5G, Italia come una lumaca: cosa serve per accelerare

L’Italia, nonostante un alto livello di copertura 5G, vede uno sviluppo di progetti molto lento. Con le risorse del PNRR, verranno colmate alcune lacune, ma per realizzare il pieno potenziale del mercato, che potrebbe attestarsi a 200 milioni di euro nel 2025, serve altro. Le azioni necessarie e i modelli da seguire

Pubblicato il 02 Dic 2022

Ivano Asaro

Direttore Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano

Luca Dozio

Direttore dell’Osservatorio 5G & Beyond del Politecnico di Milano

Mattia Magnaghi

Analista dell’Osservatorio 5G & Beyond del Politecnico di Milano

5g

L’ultimo anno è stato molto importante per lo sviluppo del 5G. Abbiamo assistito infatti al consolidarsi di una prospettiva sempre più strategica rispetto all’adozione della tecnologia e di tutte le potenzialità promesse. In particolar modo, in alcuni ambiti come il manufacturing e la mobility è emerso un interessamento sempre più forte per questo paradigma tecnologico.

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Italia avanti al ralenti

L’Italia, nonostante un alto livello di copertura della rete su tutto il territorio, che secondo le analisi DESI 2022[1] e GSMA[2] Intelligence risulta tra il 96% e il 99,7%, vede uno sviluppo di progetti molto lento. Il dato relativo alla copertura appena riportato potrebbe essere fuorviante però, infatti questa fotografia considera la copertura ottenuta con il cosiddetto Dynamic Spectrum Sharing che consente ad un operatore telefonico di sfruttare lo spettro di frequenze del 4G anche per il 5G.

Considerando solo la copertura 5G Non Stand Alone, l’Italia a fine 2021 risulta tra gli ultimi paesi in Europa, con un valore pari al 7,3%[3]. Le azioni intraprese nei primi mesi del 2022 dovrebbero compensare almeno in parte questa situazione: gli investimenti degli operatori TLC hanno permesso di incrementare circa dell’80% la copertura della popolazione in NSA rispetto al 2021. Con le risorse del PNRR, verranno colmate alcune lacune di copertura delle porzioni di territorio meno popolate con nuovi siti, e verranno realizzati rilegamenti in fibra ottica per tutti i siti radiomobili che sono ancora collegati in ponte radio.

Le (buone) prospettive di crescita del mercato

Le prospettive, però, sono buone. Entro il 2025 il mercato industriale potrà valere 40 milioni di euro nel caso in cui la quinta generazione di reti mobili sarà utilizzata solo per test tecnologici e parziale re-ingegnerizzazione di processi. Se invece si lavorerà nella giusta direzione in modo che l’offerta si strutturi, e che il 5G diventi lo standard per la connettività industriale e nel mondo business, il mercato potrà valere 200 milioni di euro. In questo secondo caso si raggiungerà un valore con una curva di crescita in linea con i primi anni di innovazioni diventate poi pervasive nel mondo business, come, per esempio, il caso dell’Internet of Things o il Cloud.

Alcune dinamiche interessanti si sono viste in USA, dove sono entrati nel mondo del 5G privato i grandi player del cloud, con un approccio legato al loro modello di business. Questa mossa strategica non può sfuggire agli attori telco e a tutto l’ecosistema, perché nei prossimi due, tre anni si giocherà la partita decisiva per il settore anche sulla base delle scelte che dovranno essere fatte in Europa sulla gestione dello spettro radio. Infatti, se in Europa questi attori stanno stringendo alleanze con le telco, negli USA stanno invece lanciando delle offerte indipendenti. Si tratta di servizi ancora molto semplici e che difficilmente potranno rispondere alle esigenze delle grandi imprese, ma che rappresentano una soluzione adatta al contesto attuale. In questo modo, i Cloud Provider stanno iniziando a costruirsi know-how e un ecosistema di partner, con l’intento di posizionarsi presso i clienti come innovatori anche in quest’ambito.

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Il ruolo dei grandi progetti sistemici pubblici o pubblico-privato

Da una prospettiva più di business, per guidare il mercato del 5G verso lo scenario più ottimistico sopra menzionato, ovvero di un mercato che potrà valere 200 milioni di euro, un ruolo fondamentale è quello dei grandi progetti sistemici, pubblici o misti pubblico-privato: la transizione verso il 5G di comparti come forze di polizia, reti ferroviarie, utilities, città intelligenti può creare massa critica, standardizzare l’offerta, chiarire i meccanismi di valore e accelerare la transizione da un mercato di sperimentazioni a un mercato di applicazioni.

All’interno del mercato industriale (B2b) nel 2022 è cresciuto l’interesse verso le reti radiomobili dedicate o private, tipologia che già esiste in ambito 4G, ma che con il 5G diventa componente architetturale e strategica per operatori e utilizzatori, grazie a un ventaglio di nuovi servizi avanzati realizzabili. Le reti private 5G consentono copertura radio dedicata, utilizzo mirato e garantito delle risorse di rete focalizzato al servizio radio offerto, possibilità di utilizzare le infrastrutture cloud del cliente per realizzare un’architettura edge (vicino all’utente) efficace.

Nelle 27 nazioni dell’Unione Europea al momento ci sono 71 casi di deployment di rete privata/dedicata per il mercato B2b, sviluppati principalmente nei settori Manifatturiero (46%), Logistica (18%) e Trasporti (11%). Nessun caso, però, è “Business Ready”. Questo dimostra come si stia parlando di un mercato che non ha ancora individuato chiaramente l’applicazione che permette di realizzarne il vero potenziale.

L’evoluzione dei progetti 5G nel B2C

Così come per il mondo B2b, anche per il B2c sembra esserci un’evoluzione dei progetti abbastanza contenuta rispetto a quanto ci si potesse aspettare osservando le caratteristiche e il potenziale della rete di quinta generazione.

Nell’ambito B2c, l’Osservatorio ha censito 135 use case 5G in Francia, Germania, Italia, Spagna e Stati Uniti. Il maggior numero si concentra nei settori dell’Intrattenimento & Gaming, grazie alla possibilità di fruire di nuovi servizi (ad esempio il cloud gaming), e dello Sport, in cui si punta ad arricchire l’esperienza dello spettatore, ad esempio tramite l’utilizzo della Realtà Aumentata all’interno dello stadio per visualizzare informazioni aggiuntive in tempo reale. Entrambi i settori si collocano al 33%. Anche Arte, Turismo & Hospitality (22%) fa dell’arricchimento dell’esperienza il servizio di punta, in particolare grazie all’utilizzo di Realtà Aumentata o Virtuale per la ricostruzione digitale dei siti storici. Infine, troviamo il settore dell’Education (12%).

Note

  1. Commissione Europea, Digital Economy and Society Index, 2022.
  2. GSMA Intelligence, Q1 2022
  3. Infratel Italia, Mappatura 2021 reti a Banda Ultralarga – Connessioni mobili, 2021.

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