Le cronache degli ultimi mesi ci raccontano di un sistema dell’emergenza-urgenza italiano in sofferenza. La pandemia ha alzato il velo su alcune criticità dei Pronto Soccorso, in parte esistenti anche prima del COVID ma che adesso hanno elementi di nuove preoccupazioni.
Come evidenzia anche SIMEU (Società Italiana Medicina di Emergenza Urgenza), tra le cause di questa situazione vi è una generale carenza di personale sanitario, un aumento del numero accessi (in molti casi impropri), criticità organizzative e, soprattutto, difficoltà nella capacità di ricovero. Anche secondo la letteratura, infatti, tra i fattori frequentemente indicati come causa di sovraffollamento nel Pronto Soccorso c’è proprio l’incapacità interna all’ospedale di trasferire i pazienti in attesa di ricovero (boarding), nonché la presenza di colli di bottiglia nel percorso di accoglienza, presa in carico e dimissione dai reparti.
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In generale, comunque, è bene ricordare che il tema del crowding (affollamento) è un fenomeno complesso, multi-fattoriale, largamente interconnesso con ambiti esterni al Pronto Soccorso, sia a livello intra che extra-ospedaliero.
Le aree di criticità individuate dal Niguarda
Presso l’ASST Niguarda di Milano, un paio di anni prima dello scoppio della pandemia era stato avviato un importante percorso di analisi del fenomeno, per arrivare a identificare le principali aree di criticità, le relative cause e implementare alcune azioni di miglioramento specifiche, soprattutto rispetto al flusso di ricovero dal Pronto Soccorso verso i reparti.
Il Niguarda è un Grande Ospedale Metropolitano, sede di tutte le specialità cliniche e chirurgiche per l’adulto e il bambino, centro di riferimento nazionale e regionale per la cura e la diagnosi di numerose patologie, tra cui molte malattie rare. È anche uno dei principali centri trapianti della Lombardia, eccellenza per le patologie cardiache, le malattie tempo-dipendenti, i grandi traumi e l’emergenza. Il Pronto Soccorso dell’Ospedale, infatti, è una struttura di emergenza-urgenza di secondo livello, hub per la presa in carico dei grandi traumi, le urgenze neurologiche, cardiologiche e, più in generale, per i casi particolarmente complessi. Questo soprattutto grazie alle elevate competenze specialistiche delle diverse figure professionali coinvolte e alla presenza in Ospedale di strutture come il Trauma Team, il Centro Grandi Ustionati, il Centro Antiveleni, la Camera Iperbarica e l’Unità Spinale.
In media ogni anno vengono accolte in Pronto Soccorso oltre 90.000 persone, di cui circa il 15% richiede un ricovero ospedaliero (includendo il Pronto Soccorso Generale, Ostetrico, Pediatrico e i percorsi Fast-Track).
Il progetto di miglioramento si è concentrato proprio sulla fase di “ricerca e assegnazione del posto letto” dal Pronto Soccorso al reparto più idoneo. Fino a quel momento, questa fase avveniva attraverso una trasmissione prevalentemente verbale di informazioni tra le varie Strutture coinvolte. Di conseguenza non c’era assolutamente una condivisione in tempo reale del contesto (posti letto liberi, dimissioni previste, tipologie dei pazienti ecc) né un’efficiente pianificazione.
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La costituzione di un nucleo operativo di infermieri bed manager
Per questo, elemento cardine del processo di miglioramento è stato la costituzione di un nucleo operativo di infermieri bed manager, attivi 7 giorni su 7, che a livello operativo si avvale di “strumenti informatici visuali”. Questi professionisti si occupano del monitoraggio, della programmazione e della gestione dei posti letto nei vari reparti verso cui ricoverare i pazienti del Pronto Soccorso, e del coordinamento con il sistema di trasporto interno dei pazienti. Inoltre si fanno carico di intervenire per facilitare la gestione dei pazienti fragili o con problematiche socio-sanitarie, in collaborazione con servizi sociali ospedalieri e territoriali, così da evitare ricoveri impropri.
Il software dedicato di “visual management”
Tutte queste attività vengono gestite grazie ad un software dedicato di “visual management”. L’applicativo informatico prevede il “modulo per il Bed Boarding” che permette di “aprire una finestra” sull’ospedale e di visualizzare, in maniera rapida e aggiornata, la situazione dei posti letto nei singoli reparti, dello stato e della posizione del paziente nel processo di ricovero, nonché di informazioni utili ai trasportatori o al reparto di destinazione, tra cui un eventuale rischio infettivo o la necessità di ausili e presidi.
Parallelamente, nei reparti di area medica, i più coinvolti nel processo di ricovero dal Pronto Soccorso, è stata implementata la pianificazione informatizzata del paziente (Plan for everypatient – P4EP), per gestire efficacemente le tappe del ricovero, fino alla dimissione e le eventuali criticità. In più, il team infermieristico bed manager può aiutare i reparti nei casi di problematiche che ritarderebbero la dimissione.
Conclusioni
Grazie a questo strumento informatico e alle competenze trasversali del bed manager, il tempo di attesa in Pronto Soccorso prima del ricovero si è ridotto, è migliorata la gestione dei posti letto ed è stato diminuito il carico di attività non sanitarie sul personale di Pronto Soccorso.