AI nell'education

E se ChatGPT fosse una risorsa per la Scuola? Ecco i pro e i contro

Invece di bandirlo, come sta accadendo in alcune scuole Usa, le scuole potrebbero adottare ChatGPT come strumento didattico, offrendo agli studenti un tutoraggio personalizzato per prepararli meglio a lavorare da adulti con i sistemi di intelligenza artificiale. Alcune idee, sempre da oltreoceano

Pubblicato il 27 Gen 2023

Carmelina Maurizio

Università degli Studi di Torino

chatbot

ChatGPT è ancora una new entry, è stato messo in circolazione a novembre 2022, ma ha già mandato nel panico molti insegnanti. Il timore che gli studenti lo usino per scrivere i loro compiti, spacciando per propri gli elaborati prodotti grazie all’IA è in cima alla lista delle preoccupazioni: molti docenti, infatti, temono il caos che ChatGPT potrebbe creare nella didattica. Si legge nei commenti spaventati che circolano in rete che qualcuno ha persino dichiarato, forse un po’ prematuramente, che ChatGPT ha ucciso del tutto i compiti a casa.

Partiamo da questi spunti per tornare a parlare di ChatGPT e del suo ruolo potenziale nel mondo dell’istruzione.

“I grandi modelli linguistici non diventeranno meno capaci nei prossimi anni. Dobbiamo trovare un modo per adattarci a questi strumenti, non solo per vietarli. Ethan Mollick, Wharton School dell’Università della Pennsylvania

https://www.agendadigitale.eu/scuola-digitale/chi-ha-paura-di-chatgpt-a-scuola-impariamo-piuttosto-a-collaborarci/

Cosa spaventa di più di ChatGPT

Cosa spaventa di più? Fa riflettere un articolo comparso in questi giorni sul New York Times, a firma Kevin Roose, un opinionista esperto nelle connessioni tra tecnologia, affari e cultura. Fa riflettere perché dà voce e alimenta un dibattito che in Italia comincia a crescere, a proposito delle perplessità che ChatGPT sta suscitando nel mondo dell’education.

Inoltre, se il sistema di AI è in grado di creare, interpretare, contestualizzare dati e contenuti, in tutte le lingue, potrà diventare l’antagonista e poi superare Google?

Il sistema si basa su una rete neurale, infatti la crescita sorprendente dell’intelligenza da una versione all’altra è direttamente proporzionale al numero di “neuroni” che interagiscono all’interno di una rete neurale, il che significa che quanto più alto è il numero di neuroni – in sostanza i computer della rete -, tanto più GPT sarà intelligente. E sono già in programma versioni successive, ancora più sofisticate. Al punto che “…giornalisti, scrittori, poeti, traduttori, musicisti, pittori, grafici e designer, professori e studenti, dalle primarie all’università, e una buona parte dei colletti bianchi saranno costretti a ripensare radicalmente al modo in cui hanno finora svolto il loro lavoro e i loro studi[1].

Nel frattempo, le scuole pubbliche di New York hanno bloccato l’accesso a ChatGPT sui computer e sulle reti scolastiche, citando “preoccupazioni per l’impatto negativo sull’apprendimento degli studenti e per la sicurezza e l’accuratezza dei contenuti“. Anche le scuole di altre città, tra cui Seattle, hanno limitato l’accesso. Tim Robinson, portavoce delle Seattle Public Schools ha detto che ChatGPT è stato bloccato sui dispositivi scolastici a dicembre, “insieme ad altri cinque strumenti di imbroglio“.

Perché il divieto di ChatGPT a scuola non è una buona idea

Quello che sta succedendo negli States potrebbe essere il futuro prossimo per altre scuole in tutto il mondo. ChatGPT è uno strumento straordinariamente capace che è arrivato senza alcun preavviso nelle scuole, con prestazioni più che ragionevolmente buone in un’ampia varietà di compiti e discipline. Ci sono molte domande sull’etica della scrittura generata dall’IA e ci si chiede se le risposte fornite da ChatGPT siano accurate e legittime. E allora, una risposta può essere quella di vietare l’uso del sistema?

Se una istituzione educativa può bloccare il sito web di ChatGPT sulle reti scolastiche e sui dispositivi di proprietà della scuola, è vero però che gli studenti hanno telefoni, computer portatili e qualsiasi altro modo per accedervi al di fuori delle lezioni. Anche se fosse tecnicamente possibile bloccare ChatGPT, gli insegnanti vogliono passare le loro notti e i loro fine settimana a tenersi aggiornati con gli ultimi software di rilevamento dell’IA? “Diversi educatori con cui ho parlato hanno detto che, mentre trovavano fastidiosa l’idea dell’imbroglio assistito da ChatGPT, controllarlo sembrava ancora peggio”, riporta ancora Kevin Roose nel già citato articolo apparso in questi giorni nel NYT.

E se ChatGPT fosse una risorsa?

E se le scuole adottassero ChatGPT come strumento didattico, in grado di liberare la creatività degli studenti, offrendo loro un tutoraggio personalizzato e riuscire così a preparare meglio gli studenti a lavorare da adulti con i sistemi di intelligenza artificiale?

Ecco allora alcune idee.

Interagire coi modelli di IA

Cherie Shields, insegnante di inglese in una scuola superiore dell’Oregon, ha raccontato di aver recentemente assegnato agli studenti di una delle sue classi l’uso di ChatGPT per creare i contorni dei loro saggi che confrontano e contrastano due racconti del XIX secolo che toccano i temi del genere e della salute mentale: “Storia di un’ora”, di Kate Chopin, e “La carta da parati gialla”, di Charlotte Perkins Gilman. Una volta generate le bozze, i suoi studenti hanno messo via i loro computer portatili e hanno scritto i loro saggi a mano.

Il processo descritto non solo ha approfondito la comprensione delle storie da parte degli studenti, ma ha anche insegnato loro come interagire con i modelli di IA e come ottenere una risposta utile da uno di essi.

Creazione di schemi

La creazione di schemi è un altro dei tanti modi in cui ChatGPT potrebbe essere utilizzato in classe. Potrebbe scrivere piani di lezione personalizzati per ogni studente e generare idee per attività in classe, per esempio scrivere una sceneggiatura per un episodio di qualche serie seguita da studenti e studentesse. Potrebbe servire come tutor fuori orario o come compagno di dibattito. Può essere usato come punto di partenza per esercizi in classe o come strumento per gli studenti di lingua inglese per migliorare le loro abilità di scrittura di base. Il blog didattico Ditch That Textbook contiene un lungo elenco di possibili usi di ChatGPT in classe.

Aiutare gli insegnanti nella preparazione delle lezioni

ChatGPT può anche aiutare gli insegnanti a risparmiare tempo nella preparazione delle lezioni. Jon Gold, insegnante di storia di terza media alla Moses Brown School, una scuola quacchera di Providence, che va dall’infanzia alla dodicesima classe, ha detto di aver sperimentato l’uso di ChatGPT per generare quiz. Ha dato “in pasto” al bot un articolo sull’Ucraina e gli ha chiesto di generare 10 domande a scelta multipla da utilizzare per verificare la comprensione dell’articolo da parte degli studenti.

Esercizi di pensiero critico

Anche i difetti di ChatGPT, come il fatto che le risposte alle domande sono spesso sbagliate, possono diventare materia per un esercizio di pensiero critico. Diversi insegnanti hanno detto di aver guidato gli studenti a cercare di far “inciampare” ChatGPT, o a valutare le sue risposte nel modo in cui un insegnante valuterebbe quelle di uno studente.

ChatGPT, perché ora l’intelligenza artificiale ci stupisce e spaventa

Conclusioni

In conclusione, ChatGPT e strumenti simili basati sull’intelligenza artificiale, sono ormai parte della società e della vita collettiva, perciò perché bandirli dalle aule, in un mondo dove gli studenti di oggi si diplomeranno in un mondo pieno di programmi di intelligenza artificiale? Dovranno conoscere questi strumenti – i loro punti di forza e di debolezza, le loro caratteristiche e i loro punti deboli – per poter lavorare al loro fianco. Per essere buoni cittadini, avranno bisogno di un’esperienza pratica per capire come funziona questo tipo di IA, quali tipi di pregiudizi contiene e come può essere usato in modo improprio e come arma.

Sia la Commissione Europea all’interno del Piano d’Azione per l’istruzione digitale (2021 -2027) che la Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale, pubblicata dal Ministero dello Sviluppo economico, hanno evidenziato le medesime necessità circa l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale in ambito scolastico: “C’è bisogno di riprogettare il curricolo delle scuole affinché includa gli apprendimenti nel campo dell’Intelligenza Artificiale e dei dati, e di prevedere investimenti per favorire l’aggiornamento delle competenze di studenti e corpo docente”.

Questo adattamento non sarà facile. Raramente i cambiamenti tecnologici improvvisi lo sono. Ma chi meglio dei loro insegnanti può guidare gli studenti in questo nuovo mondo?

Alcuni insegnanti ripongono grandi speranze in strumenti come GPTZero, un programma realizzato da uno studente di Princeton che sostiene di essere in grado di rilevare la scrittura generata dall’intelligenza artificiale. Ma questi strumenti non sono sempre affidabili ed è relativamente facile ingannarli cambiando qualche parola o usando un altro programma di AI per parafrasare certi passaggi.

Note

  1. Renato Parascandolo., in https://www.articolo21.org/2023/01/chi-ha-paura-di-chatgpt-lintelligenza-artificiale-a-una-svolta/

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