il quadro

Startup, come cresce il mercato: obiettivi per l’anno 2023

Dai settori più in crescita agli investimenti sui progetti più meritevoli da parte dei fondi venture capital a quelli degli investitori istituzionali, fino ai numeri del mercato. Come si sta sviluppando il mercato italiano delle startup e le prospettive per l’anno in corso

Pubblicato il 26 Gen 2023

Gabriele Ferrieri

Presidente ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori

Il mercato delle startup in Italia prosegue la sua corsa raggiungendo nuovi importanti traguardi sia per numero di imprese iscritte nel registro della Camera di Commercio sia per raccolta fondi nei confronti dei venture capital e degli investitori istituzionali. Tuttavia è doveroso ricordare come questi numeri non devono portare ad un eccesso di entusiasmo, in quanto l’ecosistema delle startup nel contesto italiano continua a mostrare elementi di fragilità che spesso sono ricongiunti alla difficoltà di accesso al credito, alla mancanza di competenze nei confronti dei team aziendali e alla difficoltà di pianificare dal punto di vista strategico quelli che sono i percorsi di sviluppo delle rispettive idee di impresa.

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Startup, nuovi ecosistemi crescono

I territori intesi come aggregatori e abilitatori di best practice e case histories, evidenziano una capillarità per presenza e aree tematiche nelle città di Roma e Milano, ma crescono anche altri ecosistemi in riferimento alla Regione Veneto, alla Regione Emilia-Romagna, alla Regione Campania fino anche agli ecosistemi isolani di Sardegna e Sicilia, dove si evidenzia un’importante lavoro svolto dalla pubblica amministrazione, in modo particolare dai comuni e dalle regioni e dai loro abilitatori nell’investire sui progetti di carattere giovanile e di stampo innovativo, legati anche alla co-partecipazione di imprese al femminile che stanno riportando dei numeri importanti in termini di brevetti, proprietà intellettuale e inclusione del territorio all’insegna del digitale, dell’innovazione e degli obiettivi sulla sostenibilità legata all’agenda Onu 2030.

I settori più in crescita

I settori maggiormente in crescita restano la blockchain, l’intelligenza artificiale e la robotica, tendenze che hanno portato ad un numero sempre maggiore di investimenti che, nello specifico, in merito al venture capital in Italia del 2022, hanno raggiunto e superato il traguardo dei due miliardi di euro, +67,3% rispetto al 2021 in controtendenza rispetto agli altri Stati europei. Ma tutto questo, come detto prima, non deve portare ad un eccesso di entusiasmo in quanto, seppur rispettate le attese sugli investimenti e sul numero di scaleup in Italia, queste non sono sufficienti se non supportate da adeguate politiche di investimento, con l’obiettivo di creare una maggiore interazione e dialogo tra gli investitori pubblici, privati, le università, gli istituti di ricerca e gli incubatori. Le aziende devono pertanto avere il comun denominatore nel sostenere i processi di innovazione digitale, considerando che siamo sempre ben lontani dai volumi di investimento dei vari partner internazionali. Sicuramente in un’ottica prospettica le basi ci sono, ma bisogna ancora raggiungere traguardi importanti per poter avere un effetto moltiplicatore stabile e soprattutto una maggiore rilevanza in termini di ricerca e innovazione per lo sviluppo del nostro ecosistema paese.

Startup, quanto lavoro ancora da fare in Italia: la priorità nel 2023 è un intervento politico

Tema evidenziato anche dal manifesto sul digitale promosso dall’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, presentato lo scorso dicembre al Ministro Abodi e al Governo Meloni dove in dettagliato si è discusso, nel corso della cerimonia del Premio ANGI – Oscar dell’Innovazione 2022, proprio delle ricette necessarie per migliorare le politiche del digitale in Italia.

Startup, cosa dicono i dati

Secondo i dati di Anitec-Assinform, il quadro evidenziato rispetta quando sopra descritto. In particolare, sono 8.416 le startup con codice Ateco associato al settore Ict registrate nell’ottobre 2022, con una crescita dell’8,6% rispetto alle 7.749 rilevate al termine del terzo trimestre 2021. Rimane stabile la distribuzione territoriale con più della metà delle imprese concentrate in tre regioni: Lombardia che conta il 29,4% delle Spmii Ict, Lazio (14%) e Campania (8,4%). Seguono Emilia-Romagna (6,8%), Veneto (6,8%), Piemonte (5,6%), Toscana (4,8%), Puglia (4,8%), Sicilia (3,9%), Marche (2,1%), mentre le altre regioni rappresentano quote inferiori al 2%.

Sostanzialmente stabile anche la distribuzione delle Spmii Ict per filone di attività, con quote rilevanti nei filoni artificial intelligence & machine learning (12,1%), IoT (10,7%), mobile app (8,3%) e quote importanti per big data e data science (5,1%), blockchain (4,7%), cloud (3,8%), industria 4.0 (3,7%). Molto bassa la quota di Spmii Ict in ambito cybersicurezza e crypto (2,2%). Da questa edizione del monitoraggio, è stato analizzato un perimetro “allargato” che, oltre alle 8.416 imprese con codice Ateco Ict, include anche 3.071 imprese che si sono registrate con codici Ateco non associati al settore Ict, ma che dichiarano – nella sezione “Vetrine” del registro speciale – di svolgere attività digitali. Con questo nuovo perimetro di 11.487 imprese, la quota Ict sul totale di startup e pmi innovative Ict (16.554 a ottobre 2022) aumenta al 69%, ovvero più di 2 su 3.

Gli unicorni in arrivo

Partendo dai progetti italiani più meritevoli presenti all’ultimo CES di Las Vegas alle ultime rilevazioni degli osservatori nazionali, nuovi unicorni potrebbero pertanto presto affacciarsi all’orizzonte del mondo startup.

Tra le aziende unicorno sicuramente è doveroso ricordare Scalapay, attiva nel settore della fintech e specializzata nella rateizzazione dei pagamenti. Lo scorso febbraio ha raggiunto il miliardo di dollari. La lista di aziende italiane da oltre un miliardo di valore sembra destinata ad aggiungere presto anche Bending Spoons e MusixMatch, due start up attive nel settore digitale e musicale che hanno fatto molto parlare di sé in questi ultimi mesi. E infine l’italiana Satispay, attiva nel settore dei pagamenti online.

Se si guarda invece verso l’estero, interessanti da segnalare la svedese Klarna, unicorno da più di dieci anni e che oggi ha il valore di 6,7 miliardi di dollari, che si occupa anch’essa di fintech e di rateizzazione dei pagamenti. Insieme al caso della britannica Revolut, unicorno dal 2018 e oggi dal valore di 33 miliardi di dollari, che offre servizi bancari, tra cui una carta di debito prepagata, cambio valuta, cambio di criptovaluta e pagamenti peer-to-peer. E infine l’unicorno dal valore maggiore è la cinese ByteDance, proprietaria di Tik Tok, unicorno dal 2017 e oggi dal valore di 140 miliardi di dollari.

Nella lista impossibile non includere anche Elon Musk: il patron di Tesla è proprietario anche di Space X. L’azienda americana, dal valore di 127 miliardi di dollari, ha l’obiettivo di creare le tecnologie per ridurre i costi dell’accesso allo Spazio e permettere la colonizzazione di Marte.

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