l'indagine

Le opportunità del Metaverso per le aziende: progetti in corso e scenari

Nell’ultimo anno molte aziende hanno valutato un ingresso nel metaverso. L’Osservatorio “Realtà Aumentata & Metaverso” del Polimi, ha individuato 308 progetti internazionali realizzati da 220 aziende di settori molto diversi: un primo sguardo ai risultati dell’indagine su come stanno approcciando questa nuova realtà

Pubblicato il 01 Feb 2023

Claudio Conti

Ricercatore dell’Osservatorio Realtà Aumentata & Metaverso del Politecnico di Milano

metaverso

Il metaverso è un concetto molto più articolato di quanto possa sembrare, che avrà impatti non solo negli ambiti social e gaming. Al di là di quello che è stato l’hype iniziale, infatti, i mondi virtuali hanno sempre più ampliato con gli anni i loro campi di applicazione: è così che sono nati ambienti trasversali in ottica, ad esempio, di entertainment e social ma anche in ambito business.

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I mondi virtuali

I mondi virtuali ricreano dei veri e propri spazi in cui gli utenti possono muoversi liberamente e incontrare altre persone (attraverso i propri Avatar). Ogni mondo è caratterizzato da delle proprie regole, funzionalità e grafiche peculiari nonché da dei modelli di business differenti. Molto spesso il termine Metaverso viene erroneamente utilizzato per identificare un singolo mondo virtuale ma si tratta in realtà di un concetto più ampio, essendo infatti rappresentato dall’interconnessione tra più mondi virtuali differenti.

Il terzo elemento chiave del Metaverso è infatti l’interoperabilità. L’interoperabilità e l’interconnessione fra i mondi virtuali consentono di creare una esperienza il più seamless possibile per l’utente. Idealmente, infatti, qualsiasi tipo di informazione relativa all’utente o ad uno specifico asset presente in un mondo virtuale dovrebbero poter essere utilizzati in un mondo all’altro senza alcun problema di continuità. Oggi, tuttavia, non esiste ancora una piena interoperabilità e siamo ancora lontani dall’avere questo tipo di esperienza, le principali soluzioni che stanno però già cercando di implementarla sono basate sul concetto di Web3 e su soluzioni tecnologiche come la blockchain e i Not Fungible Token (o NFT).

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Il Metaverso (e di conseguenza anche i mondi virtuali che lo compongono) dovrà quindi possedere alcune caratteristiche specifiche. In particolare, dovrà essere:

  • interoperabile, garantendo quindi l’interconnessione di dati, oggetti, risorse digitali e identità;
  • in grado di garantire l’ownership degli asset, vale a dire che l’utente sarà proprietario dei propri asset digitali;
  • modulabile, con l’utente che ha la possibilità di creare gli asset e/o personalizzare gli spazi
  • liberamente accessibile, con gli utenti che potranno entrare a far parte del Metaverso partecipando a eventi, luoghi e attività specifiche allo stesso tempo;
  • abitato e rappresentativo, con la possibilità per gli utenti di essere rappresentati tramite la creazione di avatar personalizzabili;
  • persistente, vale a dire continuare ad esistere indefinitamente e in maniera indipendente dalla presenza o meno di un soggetto;
  • economicamente pieno di funzioni, vale a dire con la possibilità per individui e aziende di creare, possedere, investire, vendere ed essere ricompensati per un’ampia gamma di “lavori” che producono valore riconosciuto dalla community;
  • immersivo, cioè in grado di fornire un’esperienza che unisce il mondo reale e il mondo virtuale, mettendo a disposizione strumenti creativi e di personalizzazione.

Le categorie di mondi virtuali

Oggi, l’Osservatorio Realtà Aumentata & Metaverso ha individuato e censito 141 mondi virtuali, classificandoli in base a una serie di caratteristiche significative:

  • i mondi Metaverse Ready rappresentano il 44% del totale e sono quelli che più si avvicinano al concetto vero e proprio di Metaverso. Oltre a ciò sono inoltre liberamente accessibili da chiunque, persistenti, economicamente attivi e con una grafica 3D (che rappresenta il primo passo per l’immersività). Queste piattaforme, inoltre, integrano alcune componenti di interoperabilità che permetterebbero di utilizzare gli asset digitali in maniera cross-platform (in questo momento ciò avviene principalmente attraverso il supporto degli NFT basati su tecnologia Blockchain). Rientrano in questa categoria piattaforme come Decentraland, The Sandbox o l’italiana The Nemesis;
  • una seconda categoria di mondi è quella degli Open World (33% del totale) si propongono come mondi virtuali aperti, persistenti, modulabili e immersivi che raccolgono progetti appartenenti ad ogni area di interesse (dal Social al Gaming, dall’Entertainement al Business), prestandosi sia ad un utilizzo da parte delle imprese sia a finalità sociali. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, uno dei prodotti di punta di Meta, Horizon Worlds non è già oggi parte del Metaverso. È infatti al momento classificato come piattaforma Open World perché non possiede ad oggi elementi in grado di supportare l’interoperabilità, ma se in futuro decidesse di integrare gli NFT, anche se non è un mondo basato su blockchain, potrebbe anch’esso diventare Metaverse Ready;
  • i mondi appartenenti alla categoria Focused World (19%) si distinguono per essere mondi virtuali settoriali i cui progetti sono focalizzati su una particolare area di interesse (commercio, formazione, collaborazione lavorativa). Rientrano in questa categoria piattaforme come Fortnite e Microsoft Mesh;
  • l’ultima categoria per numerosità è invece quella degli Showrooming World (4%), come ad esempio Musee Dezentral, che si distinguono per essere mondi virtuali destinati all’esposizione (ad esempio per le opere d’arte di artisti e collezionisti d’arte, o per mostrare un prodotto/servizio aziendale o anche solo per ricevere i clienti) senza la possibilità di creazione da parte dell’utente e senza la presenza di un’economia interna.

Si segnala infine l’esistenza di molteplici mondi temporanei (Temporary Space) creati solo per uno specifico evento o manifestazione, ma che non sono rientrati nell’analisi dell’Osservatorio in quanto non soddisfano i requisiti per essere considerati un mondo virtuale (in particolare quello della persistenza).

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I progetti aziendali nel Metaverso

Nell’ultimo anno diverse aziende hanno deciso di valutare un ingresso nel Metaverso. L’Osservatorio ha individuato 308 progetti internazionali realizzati da 220 aziende, di settori molto eterogenei fra di loro: i risultati finali e completi dell’indagine su come oggi le aziende nel mondo stanno approcciando il Metaverso e cosa potranno fare in futuro verranno presentati il 20 aprile 2023.

La maggior parte delle iniziative analizzate è, in questo momento, focalizzata sulla relazione con il consumatore finale (ad esempio con obiettivi di Comunicazione&Marketing per aumentare la visibilità del brand o l’engagement dei clienti o con obiettivi di Vendita, fornendo ai consumatori un nuovo touchpoint per l’acquisto dei prodotti). Cominciano però a vedersi anche progetti legati più al Back-End, con la realizzazione di uffici all’interno del Metaverso (come ad esempio Viceverse, l’ufficio virtuale per i propri dipendenti sviluppato della Società Vice Media Group nel mondo di Decentraland) o l’esecuzione di alcune attività, in particolare legate al mondo HR, come ad esempio la conduzione di colloqui o la di formazione per i dipendenti. In ottica futura, nell’ambito organizzativo, il Metaverso potrà sempre più portare un supporto (o un nuovo approccio) nei processi industriali, tramite la simulazione delle attività e della progettazione dei prodotti e la possibilità di cooperare e interagire a distanza.

Il Metaverso potrà quindi trovare sviluppi in molti ambiti applicativi trasversali e differenti (social, networking, lavoro, formazione, customer experience, vendita e molti altri) all’interno di una pluralità di settori molto eterogenei tra loro. Compito delle aziende sarà quello di non lasciarsi prendere dalla fretta, entrando nel Metaverso solo perché “di moda” e per avere un ritorno mediatico: per il raggiungimento di benefici concreti occorrerà infatti identificare e strutturare la più corretta strategia per l’ingresso in questo nuovo mondo, ragionando sugli obiettivi prefissati che si vogliono raggiungere.

Il futuro del Metaverso

Negli ultimi mesi attorno al tema del Metaverso c’è stata anche molta critica, con notizie che sentenziavano “the death of Metaverse” per il basso numero di utenti che accedevano ai diversi mondi virtuali (con immediata smentita da parte di quest’ultimi e pubblicazione dei dati ufficiali sugli accessi). Il concetto importante, non spesso ancora chiaro a molti, però è uno: il Metaverso non può considerarsi morto perché, come emerge dai primi risultati delle indagini dell’Osservatorio, il vero Metaverso (con tutte le sue caratteristiche peculiari) ad oggi non esiste. La realtà è che, in questo momento, sono presenti solo alcuni mondi che in futuro potranno, forse, diventare interoperabili fra loro e componibili, costituendo così le fondamenta di questo nuovo universo in formato digitale. La piena realizzazione del Metaverso può sembrare ancora lontana, ma ci sono già centinaia di milioni di utenti a livello mondiale che sono abituati a muoversi e comunicare all’intero di mondi virtuali. Sta alle aziende adesso cercare di capire come meglio attirare le loro attenzioni costruendo esperienze virtuali stimolanti e offrendo value proposition significative. Quale quindi sarà il futuro del Metaverso?

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