L’Italia procede nel suo percorso di sviluppo di una stabile attività di investimento nel settore Venture Capital: è questo ciò che emerge dall’EY Venture Capital Barometer, lo studio annuale che analizza l’andamento degli investimenti nelle startup e scaleup italiane. Per la prima volta è stata superata la soglia dei due miliardi di euro di Investimenti, nel dettaglio 2.080 milioni di euro (+67,3% rispetto al dato del 2021).
Questo risultato è ancora più significativo se consideriamo l’aumento della dimensione di investimento e il numero di grandi operazioni dell’anno. Circa 1.400 milioni di euro sono stati investiti in operazioni superiori a 20 milioni, e circa 200 milioni di euro in operazioni tra i 10 e i 20 milioni, più del doppio rispetto all’anno precedente, a testimoniare la maturazione di idee imprenditoriali in grado di crescere e attivare capitali rilevanti, anche internazionali.
Venture capital in Italia: dal 2021 una nuova fase, ora è il momento della maturazione
I dati relativi all’anno 2022 sono stati commentati e analizzati durante l’EY Venture Capital Talk, che si è svolto mercoledì 18 gennaio a Milano presso la Fondazione Feltrinelli. Questo evento, ormai giunto alla sua quinta edizione, rappresenta un’importante occasione annuale per riflettere e riunire gli operatori dell’ecosistema del Venture Capital in un unico luogo ed ogni anno assume maggior rilevanza, di pari passo con l’aumento del peso del Venture Capital nel nostro Paese. Durante il Talk si è discusso dei traguardi dell’ecosistema innovativo, ma anche delle nuove sfide e dei punti di miglioramento che dovrà affrontare.
Il potenziale di innovazione che le Startup possono apportare al sistema
In un contesto nazionale nel quale gli investimenti in ricerca e sviluppo non riescono ad allontanarsi da un indice sul PIL pari a circa 1,5%, a fronte di un obiettivo EU del 3%, la crescita di investimenti in startup, che nel 2022 ha rappresentato circa il 10% degli investimenti R&D, rappresenta un segnale positivo.
Ciò che è emerso nel corso del 2022, e testimoniato durante l’EY Venture Capital Talk dalla presenza delle numerose grandi aziende intervenute, è come queste ultime siano sempre più focalizzate ed interessate al potenziale di innovazione che le giovani realtà innovative, startup e scaleup, possono portare all’ecosistema e al proprio valore aziendale, incrementando gli investimenti nelle realtà più all’avanguardia presenti sul nostro territorio. Le startup sono ora considerate una risorsa versatile e adattabile, capace sia di fornire tecnologia in modo temporaneo o costante, sia di creare nuove strategie aziendali.
Infatti, oltre all’incremento dell’investimento medio da parte di Fondi di Investimento istituzionale, una tendenza molto positiva del 2022 è stata proprio la crescente attività di investimento da parte di grandi aziende in imprese innovative. In tal senso, l’EY Venture Capital Talk si è fatto portavoce della rinnovata attività del “Corporate Venture Capital”, attraverso la testimonianza di investitori e venture builder protagonisti di questo verticale.
Le grandi aziende stanno gradualmente comprendendo l’impatto fondamentale che gli investimenti in innovazione hanno sul mantenimento della propria posizione competitiva e sulla capacità di adattarsi ai rapidi cambiamenti del mercato, essendo agevolate anche dalla realizzazione di politiche pubbliche che ne hanno favorito la crescita e da strumenti e interventi specifici che hanno creato e permesso lo sviluppo di un ecosistema fertile, composto da una pluralità di attori quali investitori pubblici e privati, aziende, università e istituti di ricerca.
Sottolineando la rilevanza che le giovani imprese stanno assumendo per lo sviluppo economico e tecnologico del Paese, gli operatori dell’ecosistema del Venture Capital intervenuti al Talk hanno espresso un’unanime soddisfazione per le prospettive future in Italia. Infatti, si prevede che nei prossimi anni gli investimenti continueranno a crescere, con l’ambizioso traguardo di un volume di circa 5 miliardi di euro di raccolta complessiva entro la fine 2024, cifra sfidante ma traguardabile con queste premesse.
In generale, quindi, ci si può attendere un futuro promettente per il settore del Venture Capital, con una crescita costante degli investimenti e un sempre maggiore interesse da parte delle grandi aziende verso le startup innovative.
Investire in Venture Capital in Italia: punti di miglioramento e sfide
Nonostante negli ultimi anni il Venture Capital abbia registrato una crescita significativa, è doveroso evidenziare che il settore e l’ecosistema attuale presentano ancora delle criticità da risolvere che sono state ampiamente dibattute ed affrontate durante l’evento.
A livello generale, ciò che si osserva in Italia è una generalizzata bassa propensione al rischio, che pervade la realtà imprenditoriale italiana con la conseguente distanza da esempi europei vicini e più virtuosi. Nonostante gli sforzi profusi negli ultimi anni per incoraggiare la cultura del rischio e rafforzare il profilo competitivo a livello internazionale, la portata del Venture Capital in Italia rappresenta solo circa il 10% della spesa complessiva in Ricerca e Sviluppo. Questo dato risulta notevolmente inferiore se paragonato a quello riscontrato in altre geografie, in particolare considerando che il settore in questione rappresenta un elemento chiave per la crescita e lo sviluppo di una nazione.
In secondo luogo, benché le politiche pubbliche abbiano svolto un ruolo fondamentale nella promozione della crescita dell’ecosistema, bisogna ricordare che la raccolta di investimenti in Italia continua ad essere supportata in maniera significativa da strumenti pubblici ed investitori istituzionali.
I dati dell’EY Venture Capital Barometer evidenziano che il Nord Italia continua ad essere la regione leader in termini di numero di round e valore degli investimenti, con la Lombardia in prima posizione, con un aumento del 58,2% rispetto all’anno precedente, seguita dal Piemonte, con un aumento del 110,1%.
Per quanto, dunque, la qualità delle startup innovative sia riconosciuta essere simile sia al Nord che al Sud del Paese, solo un numero relativamente limitato di investimenti viene effettuato nelle regioni del Mezzogiorno a causa della carenza di infrastrutture adeguate, competenze e forza lavoro altamente qualificata.
Nonostante l’accresciuto interesse da parte dei fondi e degli investitori, sia nazionali sia stranieri, verso le regioni del meridione, questo non sembra essere sufficiente ad ovviare alla situazione. Secondo i dati elaborati da Unioncamere, circa un quarto delle startup innovative è localizzato al sud del Paese, tuttavia gli investimenti rimangono scarsamente significativi, rappresentando solo una piccola percentuale (circa 3%) della raccolta totale.
In ultimo, il Venture Capital in Italia rimane carente anche per quanto riguarda le operazioni di M&A ed Exit. Non solo le IPO nel settore tech sono diminuite rispetto al 2021, ma anche le exit per le startup presenti nei portfolio dei fondi italiani sono scarse. Ciò evidenzia – nonostante i risultati raggiunti – la necessità di ulteriori sforzi per supportare la crescita e la maturazione delle startup innovative, attrarre nuovi investitori e creare un ecosistema favorevole all’innovazione e omogeneo in Italia.
Le opportunità da cogliere: nuovi modi di fare innovazione
Malgrado le sfide menzionate in precedenza, l’EY Venture Capital Talk ha rappresentato un’occasione preziosa per l’ecosistema, offrendo un luogo di incontro e scambio di idee per il Venture Capital in Italia.
Un tema interessante emerso come grande opportunità per il settore VC è rappresentato dagli investitori internazionali che iniziano ad interessarsi delle nostre realtà domestiche. I dati degli ultimi anni hanno infatti dimostrato un crescente interesse per le nostre startup da parte degli attori esteri, presenti quest’ultimo anno in circa il 50% delle operazioni di investimento.
Il mercato Venture Capital in Italia potrebbe inoltre trarre enormi benefici dall’ingresso di nuovi operatori e fondi. Questi potrebbero includere grandi gruppi assicurativi e fondi pensione, che hanno già espresso un forte interesse verso le startup a livello internazionale ma sono purtroppo ancora assenti in Italia. La loro entrata sul mercato italiano potrebbe rappresentare un’opportunità per rafforzare l’ecosistema delle startup, offrendo maggiori possibilità di finanziamento e supporto per la loro crescita. Inoltre, la loro vasta esperienza e conoscenza specifica potrebbe essere di grande valore per le giovani aziende italiane, aiutandole a superare eventuali ostacoli e ad acquisire la maturità necessaria per raggiungere i loro obiettivi di business.
Oltre a ciò, è importante tener conto dei nuovi orizzonti creati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevede investimenti diretti per almeno 6 miliardi di euro a supporto dei progetti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), nonché dalle possibilità derivanti dall’internazionalizzazione, che si esplicano sia in termini di espansione commerciale sia di attività di fusione e acquisizione.
In conclusione, l’analisi dei dati presentati nello studio annuale e le discussioni tenutesi durante il Talk ci permettono di evidenziare che il settore del Venture Capital in Italia si trova attualmente in una fase cruciale di evoluzione e trasformazione. Ci aspettiamo che le misure attuate durante il 2022 e negli anni precedenti rappresentino un solido fondamento per continuare a sostenere la tendenza di crescita attualmente in atto.
L’Italia dovrebbe mirare ad eguagliare i successi dei paesi europei, imparando dalle strategie di crescita che finora non è riuscita a implementare completamente. Questo richiede la creazione di maggiore coesione nelle iniziative di investimento e la formazione di nuove collaborazioni tra gli stakeholder. Soltanto attraverso queste misure sarà possibile fornire sostegno anche allo sviluppo delle competenze manageriali delle imprese mediante programmi di formazione mirati e adeguati.
Conclusioni
Il 2022 ci ha mostrato l’importanza di esplorare nuove dinamiche di investimento, come il Corporate Venture Capital e l’ingresso di nuovi operatori quali i fondi pensione e i grandi gruppi assicurativi. In Italia troviamo un vasto potenziale per questi interventi e l’aumento degli investimenti da parte delle grandi corporate, agendo in collaborazione con i fondi VC italiani e con i loro omologhi stranieri, può creare sinergie sempre più forti sia tra le startup italiane stesse che con i fondi che hanno investito in esse, favorendo anche il mercato dell’M&A e delle exit.
Numerose evidenze testimoniano infatti una maggiore attenzione e coinvolgimento da parte delle imprese italiane di grandi dimensioni verso il settore delle startup, grazie all’impiego di propri veicoli di Corporate Venture Capital o tramite l’adozione di modelli di Venture Builder. Questo indica una volontà dell’Italia non solo di sostenere le società innovative, ma di contribuire alla loro creazione e crescita all’interno del contesto innovativo italiano.