All’interno del sistema Paese, il settore delle telecomunicazioni è di fondamentale importanza, in grado di produrre un business attuale del valore complessivo di oltre 70 miliardi di euro, con un importante contributo in termini di digitalizzazione dell’economia e della società più in generale.
Di Raimondo (Asstel): “Tlc cruciali per lo sviluppo, serve una nuova politica industriale”
Le sfide strategiche delle tlc europee
Diverse sfide strategiche continuano a caratterizzare il settore, a fronte di diversi movimenti tettonici. Da una parte il crescente dibattito sulla sovranità tecnologica e digitale non solo sulle reti telefoniche ma anche in altri settori del TMT; pensiamo ad esempio al Chips Act a livello Europeo. Dall’altra la ricerca di un nuovo equilibrio dell’ecosistema digitale tra operatori infrastrutturali e gli Over-the-Top digitali, con le discussioni sull’equo contributo allo sviluppo e al mantenimento delle infrastrutture di rete, il cosiddetto Fair Share da parte degli OTT (Over-The-Top), che sta diventando sempre più centrale non solo a livello europeo, ma anche nel nostro Paese.
Con un senso di urgenza di trasformazione del mercato delle telecomunicazioni in Italia particolarmente rilevante a fronte di un settore sempre più povero, qui i ricavi del settore hanno registrato le contrazioni più significative rispetto al resto dell’Europa, perdendo un terzo del loro valore nell’ultimo decennio, oltre che una continua esigenza di investimento in nuove infrastrutture fisse e mobili.
Un senso di urgenza che diventa inquietudine, considerando gli scenari recessivi che il mercato si prepara ad affrontare, la crisi energetica e l’impatto dell’inflazione sulla struttura di costo, a fronte di una limitata capacità di re-pricing sul mercato finale che rende la questione di difesa e recupero di redditività ancora più sfidante per il settore nel prossimo periodo.
L’urgenza di un cambio di passo
Dunque emerge ora più che mai l’esigenza di un “cambio di passo” nel settore delle telecomunicazioni in Italia e in Europa, in quanto i ricavi del mercato europeo sono in flessione da diversi anni e l’Italia, a causa della corsa al ribasso dei prezzi è il Paese che ha maggiormente risentito della contrazione ricavi.
Recentemente, infatti, come emerso dalle analisi dell’osservatorio di mercato, è stato quantificato un calo del fatturato pari al 33% negli ultimi 11 anni, rispetto al 15% in Francia, il 7% in Germania e l’8% nel Regno Unito. Dunque, l’estrema frammentazione del mercato europeo mostra evidenti differenze sul mercato, rispetto a una più omogenea situazione negli Stati Uniti, con soli 3 operatori all’attivo. Una differenza che solo all’apparenza risulta vantaggiosa per i consumatori, frenando invece la transizione digitale.
Sostenibilità e riduzione dei consumi
Accanto a queste sfide di innovazione e redditività, nonché il dibattito di riassetto di potere nel mercato, il settore TelCo è chiamato ad affrontare anche un’ulteriore sfida: quella della sostenibilità e della riduzione dei propri consumi ed emissioni. Un tema di rilievo, che rispecchia il contesto globale, sempre più sensibile all’attuazione di strategie ESG. I consumi in ambito TelCo, infatti, hanno superato i 4,3 TWh, collocandosi così tra i settori con emissioni quasi pari al settore del trasporto aereo. E dall’altra parte l’ottimizzazione dei consumi si rende necessaria per sostenere la protezione della redditività, a fronte di una spesa in energia che tradizionalmente rappresentava il 3 e il 4% dei costi complessivi, assistendo perfino a una spesa duplicata, e in alcuni casi anche triplicata, negli ultimi mesi.
In attesa di soluzioni strategiche, gli executive del settore stanno rivolgendo la propria attenzione all’accelerazione dell’evoluzione di alcuni elementi fondamentali per contenere i costi energetici e ridurre le proprie emissioni, a partire dall’approvvigionamento di materie prime e la mitigazione della loro volatilità, due punti che toccano da vicino un tema attualmente sensibile per via della scarsità di risorse, registrata a partire dai primi tempi della pandemia di Covid-19. Un secondo tema riguarda invece i risparmi economico-finanziari in termini di storage (10-20%) e produzione interna (fino al 30%), investendo sull’uso di energie rinnovabili e instaurando partnership con terze parti, a loro volta utilizzatori di fonti alternative di energia.
Una terza sfida è rappresentata dall’evoluzione strutturale delle operazioni, con risparmi economico-finanziari rilevanti, pensando ad esempio all’opportunità di adozione di “smart batteries” nell’ambito delle torri, con risparmi potenziali tra il 10-20% e l’accelerazione fino al 30% del fabbisogno complessivo degli impianti di produzione diretta di energia sostenibile, investendo sull’uso di energie rinnovabili e instaurando partnership con terze parti, a loro volta utilizzatori di fonti alternative di energia.
Ulteriori iniziative coinvolgono necessariamente l’impianto produttivo, dove la riduzione dell’impatto ambientale passa attraverso l’accelerazione dei percorsi di decommissioning, l’utilizzo di apparati meno energivori e l’attivazione della modalità stand-by al di fuori dei picchi di produzione quotidiani, l’evoluzione dei sistemi di raffreddamento e di continuità, nonché la migrazione degli elementi IT in cloud.
La sostenibilità ambientale ed energetica è fondamentale per gli operatori di settore, in primo luogo per mantenere la sostenibilità dei propri margini. La gestione e il trasporto dei dati su reti fisse e mobili richiede un significativo dispendio di energia elettrica, ma grazie a un utilizzo più mirato delle apparecchiature richieste per svolgere queste attività si possono verificare riduzioni significative del costo energetico degli operatori, con impatti significativi sui margini.