Transizione energetica

Il Greentech evolve nel 2023: il ruolo della tecnologia nelle case green

Cresce la necessità di ricorrere a fonti di energia alternative, più economiche nella gestione e rispettose dell’ambiente. Ecco come entra in gioco la tecnologia per adeguarsi alla direttiva europea che contrasta la povertà energetica e riduce i consumi degli immobili per un futuro a impatto zero

Pubblicato il 23 Mar 2023

Gabriele Basile

Ceo di Termo

Panoramic,And,Perspective,Wide,Angle,View,To,Steel,Blue,Background

Energia pulita, riduzione delle emissioni, sfruttamento di fonti rinnovabili, riqualificazione energetica, anche delle case green, sono alla base del Greentech L’obiettivo è il progresso sostenibile come chiave per un futuro a impatto zero.

Nell’ultimo anno, il contesto economico e politico ha visto affermarsi fenomeni diversi, ma strettamente connessi. Da un lato, gli obiettivi globali in termini di sostenibilità sono diventati sempre più stringenti. Dall’altro il conflitto Russia-Ucraina ha determinato una crisi energetica senza precedenti. Tale congiuntura ha portato alla necessità sempre più urgente di fare ricorso a fonti di energia alternative, più economiche nella gestione e rispettose dell’ambiente. Ed è qui che entra in gioco la tecnologia, vero fattore abilitante di un cambiamento a cui né aziende né consumatori possono più sottrarsi.

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Il ruolo del Greentech nella transizione energetica

Riqualificazione energetica e riduzione dei consumi sono i due driver principali che stanno muovendo il mercato. Basta pensare alle acquisizioni da parte di Eon e Unipol di società di gestione dei condomini, anche in nome della riqualificazione.

Dal canto loro, per contribuire attivamente al raggiungimento degli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite per il 2030 e il 2050, le aziende dovranno presentare bilanci di sostenibilità attraverso i quali comunicare con i propri consumatori e investitori, impegnandosi dal punto di vista della trasparenza e della responsabilità sociale.

L’adozione di policy ESG diventerà quindi conditio sine qua non di un approccio al business consapevole e responsabile. In un contesto così ampio, è fondamentale avere chiare le dinamiche che ne caratterizzano
l’evoluzione, così da anticipare le tendenze e muoversi con più agio in un mondo normativamente molto complesso e variabile.

Consumi energetici da fonti rinnovabili: così le aziende sono più resilienti ai rischi di business

Le previsioni 2023: la direttiva Ue delle case green e ruolo del Greentech

In queste settimane sta facendo molto discutere la direttiva dell’Unione Europea sulle cosiddette “case green”. Prevede l’adeguamento delle classi energetiche degli edifici a nuovi standard di efficienza per ottenere un miglioramento delle performance energetiche degli immobili. L’obiettivo è dare un’importante spinta al percorso verso il raggiungimento delle zero emissioni entro il 2050.

Come reso noto dalla Commissione Europea stessa, in Europa circa il 35% degli edifici ha più di 50 anni e quasi il 75% del parco immobiliare è considerato inefficiente dal punto di vista energetico. La portata di simili provvedimenti appare dunque subito evidente.

Per questo suona paradossale il decreto del 17 febbraio scorso, con cui il governo ha bloccato incentivi come lo sconto in fattura e la cessione del credito.

Mentre l’Europa sta implementando direttive per far fronte a quella che viene definita “povertà energetica” (ovvero l’incapacità per decine di milioni di famiglie europee di sostenere i costi energetici), l’Italia si è mossa in direzione contraria.

La recente misura, infatti, per come è stata formulata, non incide su persone e famiglie con redditi elevati, al contrario impatta coloro che hanno redditi medio-bassi. Le famiglie quindi prive di capacità finanziaria per anticipare i costi di riqualificazione e senza la capienza fiscale per recuperare le detrazioni maturate.

Chi non riuscirà a rinnovare e rivalorizzare il proprio immobile come previsto dalle direttive europee, corre il rischio di non riuscire a rivenderlo dopo il 2033. Il paradosso è che solo chi avrà la possibilità di investire nella riqualificazione degli immobili riuscirà a ridurre i consumi come richiesto.

In tale contesto, è dunque auspicabile che il governo intervenga ulteriormente per trovare una soluzione che permetta di affrontare efficacemente il fenomeno dell’energy poverty.

Taglio dei consumi

Altro fronte su cui si sta concentrando maggiormente l’attenzione da parte di istituzioni, aziende e consumatori è la riduzione immediata dei consumi. L’aumento dei costi – o comunque la loro imprevedibile variabilità – impone la necessità impellente di migliorare la gestione
quotidiana dell’energia, ottimizzandone produzione, immagazzinamento e utilizzo.

Fino a pochi anni fa l’attenzione era focalizzata unicamente sulla produzione di energia attraverso fonti rinnovabili. Oggi istituzioni, aziende e consumatori si stanno concentrando su interventi i cui effetti sui consumi abbiano immediato riscontro. Ecco perché nel 2023 gli utenti finali preferiranno orientarsi su dispositivi quali caldaie a condensazione e pompe di calore ibride o elettriche ad alta efficienza. Tecnologie che offrano le migliori performance in termini di riduzione dei consumi e impatto ambientale.

Continuerà ad accelerare, inoltre, la diffusione di quelle tecnologie che abilitano l’autoproduzione di energia come i pannelli fotovoltaici e il solare termico, secondo una dinamica che permette di produrre l’energia che viene consumata, con minore impatto ambientale e razionalizzando in ultima analisi i costi.

L’approccio alle energie rinnovabili vivrà un’evoluzione

Ci sono i piani pluriennali e decennali per lo sviluppo delle fonti rinnovabili: impianti eolici e grandi parchi fotovoltaici, che possono richiedere anni per essere approvati e costruiti. Accanto ad essi, nei prossimi mesi, andranno affermandosi soluzioni di minore impatto sistemico, ma più agili in termini di messa in opera.

Tra questi, gli impianti geotermici o fotovoltaici domestici e per PMI, che possono essere progettati e installati in pochi giorni, portando vantaggi immediati in termini di consumi e costi finali.

Come già anticipato, la riduzione dei consumi e l’ottimizzazione dei costi non sarebbero nemmeno auspicabili senza un supporto tecnologico adeguato.
Da un lato, è necessario semplificare e standardizzare i processi. Per adattarsi velocemente alla complessità normativa attuale, le imprese dovranno quindi rinnovare procedure burocratiche obsolete con l’introduzione di esperienze basate sui moderni strumenti digitali (dai supporti paperless per la gestione della documentazione alla firma digitale, fino allo SPID).

Dall’altro, si assisterà a un’adozione sempre maggiore di tecnologie smart, in grado di unire la domotica alla gestione termica ed energetica, per un monitoraggio davvero intelligente. L’Internet of Things consentirà agli utenti di controllare i consumi in modo granulare, così da intervenire sui singoli dispositivi quando necessario, abbattendo consumi e costi.

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