In via di approvazione la nuova legge di modifica alla normativa sul diritto d’autore, su proposta di Fratelli d’Italia: poteri all’Agcom e sanzioni penali molto rilevanti per i “pirati”, anche i normali utenti fruitori, che finora invece di fatto rischiavano poco.
La normativa in approvazione agisce su tre fronti, due amministrativi ed uno penale; i primi due vedono una tutela inibitoria ed una sanzionatoria, mentre la tutela penale ha meramente natura afflittiva.
Legge contro la pirateria, la tutela amministrativa del diritto d’autore
Come avvenuto per problematiche relative alla rete nel trattamento ei dati personali – cyberbullismo e revenge porn su tutti – il legislatore ha attribuito poteri di intervento direttamente alla competente Autorità indipendente.
Il parallelo tra le attività attribuite al Garante per il trattamento dei dati personali e l’Agcom, in questo caso, è evidente: quest’ultima, infatti, potrà intervenire di urgenza per “ordinare ai prestatori di servizi, compresi i prestatori di accesso alla rete, di disabilitare l’accesso a contenuti illeciti” e così anche “i soggetti gestori di motori di ricerca e i fornitori di servizi della società dell’informazione coinvolti a qualsiasi titolo nell’accessibilità del sito web o dei servizi illegali”.
In altri termini, un’azione inibitoria che gli interessati potranno richiedere direttamente all’Agcom, che potrà ordinare agli ISP (Internet Service Provider) di eseguire quanto ordinato dall’Authority “senza alcun indugio e comunque entro il termine massimo di 30 minuti dalla notificazione” nei casi di contenuti trasmessi in diretta (fonte: Ansa).
Le sanzioni ai provider
Sanzioni pecuniarie pesantissime nelle ipotesi di inosservanza dell’ordine dell’Agcom: da 10.000 euro al 2% del fatturato.
Le sanzioni agli utenti
Non è chiaro, invece, come verrà gestito l’apparato sanzionatorio nei confronti dei trasgressori: sono richiamate sanzioni amministrative fino ad oltre 250.000 euro, ma anche ipotesi di reato.
Non potendo le due fattispecie concorrere, la casistica andrà individuata sul testo definitivo.
La tutela penale
A quanto si apprende, la sanzione penale “toccherebbe” a chi abusivamente esegue “la fissazione su supporto digitale, audio, video o audiovideo, in tutto o in parte, di un’opera cinematografica, audiovisiva o editoriale ovvero effettua la riproduzione, l’esecuzione o la comunicazione al pubblico della fissazione abusivamente eseguita”.
Si tratta, nella sostanza, di un’ipotesi speciale del delitto di truffa, dato che le pene previste sono sovrapponibili (reclusione da 6 mesi a 3 anni e una multa fino a 15.493 euro).
La condotta, così descritta, non pare far distinzioni tra chi si appropria dell’opera di ingegno altrui diffondendola e chi fruisce del servizio di diffusione abusiva.
Non solo: la condotta descritta non distingue tra ipotesi finalizzate al lucro e quelle che non prevedano corrispettivo: in altri termini, diffusione e fruizioni gratuite appaiono, entrambe, penalmente rilevanti e poste sullo stesso piano.
La condotta, infine, è “a forma libera”, non richiede, cioè, particolari modalità per essere integrata: il legislatore, in questo modo, colpisce il ventaglio più ampio possibile di comportamenti che violano il diritto d’autore.
Conclusioni
In principio fu Napster, chiuso per cause miliardarie negli States.
In attesa del testo definitivo, i fruitori di canali Telegram in cui si “spacciano” contenuti di ogni tipo – quotidiani e libri su tutti, ma anche film – e di siti internet che consentono di scaricare contenuti gratuiti potranno godere di relativa tranquillità.
Da primo giorno di entrata in vigore della norma, è verosimile che l’Agcom emetta provvedimenti a raffica e che “partano” numerose denunce.
Staremo a vedere.