esperto risponde

Beni acquistati all’estero e non immessi in Italia, come gestire l’IVA

Se manca la territorialità, il cedente deve emettere fattura secondo le regole del proprio Paese: analizziamo cosa dice la normativa

Pubblicato il 24 Mar 2023

Salvatore De Benedictis

dottore commercialista

eFattura

DOMANDA

Una società italiana acquista negli Stati Uniti materie prime che installa sia in America che in Europa ma non in Italia, quindi non c’è bolla doganale italiana. Come deve fare l’autofattura elettronica? Con quale codice tra td17 (servizi) td18 (merce) oppure td19 (autofattura merce in Italia)? Per me td18 ma ho il dubbio.

RISPOSTA

Ai fine della territorialità dell’imposta, l’articolo 7-bis del DPR 633/1972 prevede che: “Le cessioni di beni, diverse da quelle di cui ai commi 2 (cessione di beni su navi e su aeromobili, ndr) e 3 (cessione gas ed energia, ndr), si considerano effettuate nel territorio dello Stato se hanno per oggetto beni immobili ovvero beni mobili nazionali, comunitari o vincolati al regime della temporanea importazione, esistenti nel territorio dello stesso ovvero beni mobili spediti da altro Stato membro installati, montati o assiemati nel territorio dello Stato dal fornitore o per suo conto”. Quindi, in mancanza del requisito della territorialità, il cedente emetterà la fattura secondo le regole del suo Paese.

Per le cessioni di beni Europei e consegnati in Europa, comunque non si realizza una cessione intracomunitaria per mancanza del requisito del trasporto dal paese Europeo al territorio nazionale; ciò e disposto dall’articolo 38 del D.L. 331/1993 che così recita: “Costituiscono acquisti intracomunitari le acquisizioni, derivanti da atti a titolo oneroso, della proprietà di beni o di altro diritto reale di godimento sugli stessi, spediti o trasportati nel territorio dello Stato da altro Stato membro dal cedente, nella qualità di soggetto passivo d’imposta, ovvero dall’acquirente o da terzi per loro conto”. Nel caso in cui gli acquisti di tali beni da incorporare in prodotti che non verranno mai trasportati in Italia fossero consistenti, potrebbe essere opportuna una identificazione fiscale IVA nel paese del acquisto, in modo da poter detrarre eventualmente – in base alla normativa rispettivamente vigente – l’imposta sul valore aggiunto a Voi addebitata. Ovviamente salvo il caso in cui non si sia già una stabile organizzazione che richiede una identificazione fiscale obbligatoria nel paese estero. Da quanto precede emerge che non può esserci obbligo di autofattura per mancanza del requisito della territorialità delle operazioni di acquisto.

Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema “Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale” è possibile scrivere a: esperto@agendadigitale.eu

Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome

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