innovazione

L’innovazione sociale è il vero motore del futuro: ecco come coltivarla

AI, blockchain, crypto e metaverso stanno influenzando sempre più il nostro processo di evoluzione. Appare oggi però necessario modificare il nostro approccio con il digitale, dalla scuola alla famiglia, dall’industria alle istituzioni. È tempo di sfruttarne sì le potenzialità ma per il bene della collettività

Pubblicato il 03 Apr 2023

Cosmano Lombardo

Founder e CEO di Search On e ideatore del WMF

wmf

Sir Tim Berners-Lee, che nel 1990 ha inventato il World Wide Web, aprendo la strada verso il mondo ipermediale e iperconnesso in cui viviamo, ha sempre sostenuto che “Il Web è più un’innovazione sociale che un’innovazione tecnica. L’ho progettato perché avesse una ricaduta sociale, perché aiutasse le persone a collaborare, e non come un giocattolo tecnologico. Il fine ultimo del Web è migliorare la nostra esistenza reticolare nel mondo”.

Una invenzione tecnica dunque, che alza l’asticella del progresso, ma che nasce per migliorare la qualità di vita dell’uomo, per creare dunque innovazione sociale.

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Conoscere le tendenze dell’innovazione

Un’azienda, un prodotto o un servizio ha motivo di esistere solo se è in grado di restituire un miglioramento concreto nella vita di tutti: l’innovazione è infatti “sana” quando porta con sé una serie di valori etico-morali, inseparabili dalle strategie di business. Per questo nel tempo sono nate numerose realtà – ancora poche in verità – che hanno messo avanti prima i valori, poi il business o mixando sapientemente gli uni e l’altro.

Il nostro è un Paese notoriamente assetato di cultura, un terreno fertile e condivisibile, in cui far attecchire una progettualità innovativa: per questo, l’Italia può e deve essere il fulcro di una vera e propria rivoluzione tecnologica, esercizio che deve richiamare tutti all’attenzione e alla partecipazione, per far parte di una grande Italian Innovation Valley, un cluster dell’innovazione che possa sostenere la trasformazione digitale, la transizione ecologica, lo sviluppo sostenibile, la formazione, l’inclusione e la coesione sociale del Paese, obiettivo raggiungibile attraverso la promozione del Made in Italy, dell’Agenda 2030 e rafforzando il dialogo tra Governo, player di settore e territori.

Oggi è divenuto estremamente importante rimanere aggiornati sui trend dell’innovazione, formarsi su temi quali intelligenza artificiale, robotica, sul Web 3.0 e la blockchain, elementi che sempre di più influenzeranno la nostra quotidianità, addirittura i nostri valori e le nostre visioni del futuro. Con il Covid abbiamo imparato a familiarizzare con i collegamenti da remoto, con i webinar, ponendo un hardware come intermediazione di ogni cosa. Ci siamo accorti però che mancava un processo fondamentale: la formazione. Solo attraverso essa è possibile capire al meglio le funzionalità dello strumento e dunque utilizzarlo al meglio.

Coltivare l’ecosistema coinvolgendo tutti

La necessità di uno spazio aperto a condiviso, un’agorà dove si riuniscano pensieri, idee e visioni, democratiche ed etiche, è una condizione che sentiamo nuovamente preponderante, a tutte le età. Risulta importante creare e coltivare quello che possiamo chiamare un ecosistema trasversale di innovatori in grado di generare un impatto sociale positivo, costruire un futuro più giusto e inclusivo, ideando soluzioni efficaci e sostenibili alle questioni collettive fondamentali, dall’ambito lavorativo a quelli di più ampio respiro che toccano la società in cui siamo immersi. Dalla scuola alla famiglia, dall’arte all’industria, ognuno troverà la sua ispirazione per dare il suo contributo, a patto che sia mosso da valori condivisi e universali.

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Come l’Italia offre il suo contributo per l’innovazione sociale

Se è necessario che pubblico e privato si fondino per trovare obiettivi comuni, risulta conseguenziale fare dell’innovazione – e della formazione sul digitale – un vettore che coinvolga tutte le sfere della società, e che metta d’accordo aziende ed istituzioni, trovando del comparto Digital-Tech una fonte di ispirazione.

Molti cittadini, imprese, istituzioni, startup e makers hanno trovato nel WMF – We Make Future una piattaforma di sviluppo e di incontro che detta le linee dell’innovazione tecnologica futura del Paese e del panorama internazionale, uno strumento con il quale dialogare e con il quale far crescere il Paese e al quale partecipano anche realtà internazionali come – tra le tante – Svezia, Lettonia e Algeria, che attraverso i loro ambasciatori condividono i piani di attrazione imprenditoriale dei loro Paesi esponendo le linee innovative perseguite.

Condividere un ecosistema globale di esperienze, competenze e know-how sul territorio italiano può portare a fare dell’Italia un motore dell’innovazione, e non solo nazionale. La Fiera di Rimini è divenuta così l’occasione ideale per diffondere e condividere la propria idea di innovazione e di futuro sostenibile. La naturale vocazione globale del WMF infatti ha portato alla creazione di una rete di contatti e progetti con realtà imprenditoriali digitali innovative a livello mondiale, aprendo un proficuo dialogo tra realtà italiane e player internazionali nell’ambito tech e dell’innovazione digitale.

Conclusioni

Il WMF si pone quindi come aggregatore di network per aziende e realtà imprenditoriali provenienti da tutto il mondo e ognuna portatrice del suo know-how e della propria mission innovativa, dalle startup più giovani ai maggiori player del settore digital-tech.
Durante la tre giorni si ha l’occasione di entrare in contatto con un ambiente di business virtuoso, per pianificare il futuro grazie al networking ed occasioni di dialogo, secondo una linea direzionale che mira a creare un ecosistema rivoluzionario ed impattante.

Uno scambio di visioni, dato anche dalla stretta vicinanza con i rappresentati delle istituzioni presenti, in grado di apportare un punto di vista politico su temi quali la situazione del lavoro, dell’occupazione, della sanità, della parità sociale e dell’ecologia, così come delle necessità e delle richieste delle comunità di cui sono portavoce. Un flusso dunque che vuole proseguire l’idea principale di Sir Tim Berners-Lee, che sarà ospite d’onore al WMF, nel rendere il web e il digitale in generale un promotore di innovazione sociale.

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