(non) smart working

Le distrazioni digitali costano miliardi alle aziende: come ridurle e migliorare il benessere dei lavoratori

Chi svolge una professione intellettuale trascorre un giorno e mezzo lavorativo in riunioni online con colleghi e superiori. È interrotto in media ogni 4 minuti da strumenti introdotti per migliorare la produzione ma che hanno l’effetto opposto. E le aziende pagano un costo esorbitante. Come rimediare

Pubblicato il 13 Apr 2023

Francesco Russo

Esperto in economia dell'attenzione

Ancora smart working: nel 2022 il lavoro agile e ibrido torna in azienda

Le persone che svolgono professioni in cui la propria prestazione presenta un carattere intellettuale di gran lunga superiore a quello “fisico”, durante la giornata lavorativa, sono interrotte mediamente ogni quattro minuti.

Le statistiche indicano che, in media, si trascorre un giorno e mezzo ogni settimana fra riunioni, videochiamate, ecc… Questo comporta una perdita di tempo e spinge le persone a cercare di adottare una modalità multitasking, almeno due volte ogni ora, per tenere il passo con il ritmo del lavoro.

Non siamo fatti per essere multitasking: ecco il costo dell’economia dell’attenzione

Un quadro sugli effetti negativi dell’economia dell’attenzione

Ovviamente tutto questo non ha senso, e soprattutto, è piuttosto costoso per le aziende. Vera Starker del think tank “Next Work Innovation”, grazie ad uno studio che ha condotto assieme al proprio staff, ha saputo quantificare questi costi. Non solo, grazie a questo studio ha saputo individuare alcune possibili soluzioni per ridurre questi costi e migliorare il benessere digitale dei lavoratori.

La psicologa Vera Starker ha valutato in questo studio i danni causati dall’uso degli strumenti digitali e dei relativi metodi di lavoro che richiedono l’uso di questi ultimi sui lavoratori di Siemens, un’azienda con 303.000 dipendenti in tutto il mondo, e sui dipendenti di 25 altre grandi aziende tedesche appartenenti a settori differenti.

Se è vero che il tessuto imprenditoriale tedesco differisce da quello italiano, è altrettanto vero che i modelli organizzativi e gli stili di vita degli europei sono molto simili. Questo ha determinato che lo studio della dottoressa Starker divenisse subito un prezioso quadro sullo stato degli effetti negativi dell’economia dell’attenzione in Europa.

Il risultato emerso dallo studio è incredibile. Ogni anno si perdono 58 miliardi di euro perché le persone sono continuamente interrotte nel loro flusso di lavoro.

Il gruppo di ricerca di Vera Starker ha calcolato che ogni lavoratore e lavoratrice subisce un’interruzione ogni 4 minuti (circa 15 interruzioni per ogni ora lavorata).

Lo studio ha anche determinato che per essere in grado di concentrarsi di nuovo su un compito che si stava svolgendo prima di un’interruzione, una persona ha bisogno dal 15% al 24% di tempo in più rispetto al tempo che è stato necessario per concentrarsi quando si è iniziato quel compito.

Tenendo in considerazione anche solo il valore più basso, il 15%, possiamo determinare che ogni lavoratore ed ogni lavoratrice passa in media tre interi giorni lavorativi al mese per recuperare la concentrazione dopo un’interruzione.

Lo studio è stato focalizzato nel cercare di capire cosa avviene nel cervello sia quando la distrazione è dovuta da un fattore esterno che da un fattore interno. La gran parte degli studi condotti fino ad oggi, hanno valutato gli impulsi esterni (messaggi, telefonate o una persona che richiede attenzione) che distolgono l’attenzione dal compito che si svolge, ma non sugli impulsi interni che ci spingono a distrarci.

Più il lavoro è digitale più è frammentata l’attenzione

Lo studio ha messo in evidenza per la prima volta, attraverso un approccio empirico, che maggiore è il grado di digitalizzazione del lavoro e maggiore è la frammentazione dell’attenzione, e di conseguenza maggiore è lo stress che ne deriva.

Questa conclusione ha confermato l’ipotesi di partenza. Spesso le aziende introducono nuovi strumenti digitali partendo dal presupposto di rendere il lavoro efficiente, senza però valutare l’impatto degli stessi strumenti digitali sull’organizzazione del lavoro.

Si continuano ad adottare nuove soluzioni digitali volte a risolvere i problemi generati dagli stessi strumenti digitali. Applicazioni come Slack, ad esempio, sono introdotte per fermare il flusso di e-mail. Ma il risultato è solo un ulteriore aumento dei messaggi da gestire, ovviamente senza essere riusciti a ridurre il flusso delle e-mail.

Ai partecipanti allo studio è stato chiesto di tenere un diario del proprio lavoro quotidiano: il fattore più frequente di interruzione è dato dalle e-mail. In media le e-mail sono la causa di 3,3 interruzioni ogni ora.

Le e-mail sono spinte al secondo posto fra i fattori di distrazione là dove sono introdotti i servizi di chat e/o le app per la gestione ed il monitoraggio dei progetti.

Non tutte le interruzioni sono colpa del lavoro, purtroppo non è solo la notifica di una e-mail che ci distrae. Potrebbe essere una notifica dello smartphone, una notifica dai social media, un veicolo che passa in strada, o il pensiero di bere l’ennesimo caffè della giornata.

Le abitudini che incidono sulla produttività

Lo studio ha rilevato che i partecipanti hanno sbloccato i loro telefoni 56 volte al giorno e li hanno guardati 88 volte. Per lavoro? No! Prevalentemente il motivo era legato al fatto di usare i social media e controllare le notifiche. Lo studio raccomanda, infatti, di lasciare il telefono lontano dalla scrivania.

Le persone che svolgono professioni intellettuali possono essere bandite dagli smartphone sul posto di lavoro come un bambino di quinta elementare? No ovviamente.

Non è possibile. Tanto quanto non è fattibile dire ad un dipendente di andare a fare una passeggiata per rilassarsi senza telefono durante la pausa pranzo, anche se questo è un comportamento che si è dimostrato essere molto rilassante per il cervello, piuttosto che con un panino in una mano e lo smartphone nell’altra. Tuttavia, un confronto su questi temi può creare una maggiore consapevolezza sulle abitudini di una persona, che possono incidere notevolmente sulla riduzione della creatività e della produttività.

Se lo smartphone deve essere costantemente sbloccato perché si ricevono messaggi di lavoro, anche i messaggi privati e le notifiche social saranno, ovviamente, visualizzati naturalmente. Ci vuole sforzo per ignorarli. Questo consuma energia che manca di concentrazione.

Una domanda che lo studio si è posta è la seguente: la frammentazione dell’attenzione è aumentata drammaticamente con la pandemia?

Solo in parte. Qualcosa, infatti, è cambiato: la fonte della distruzione. Abbiamo un aumento del 148% delle riunioni online, come misurato dallo studio di Microsoft Trends intitolato Large Scale Analysis of Multitasking Behavior During Remote Meetings.

Secondo questo studio è emerso come molte persone tendono a spegnere la telecamera durante le riunioni e a cercare di continuare a fare il proprio lavoro mentre ascoltano la riunione. Ma come emerge dallo studio di Microsoft, questa modalità multitasking ci rallenta, ci rende improduttivi e produce risultati mediocri.

Perché continuano a verificarsi le interruzioni

Secondo lo studio, uno dei principali fattori che contribuiscono a questo problema è che i luoghi di lavoro spesso mancano di processi e strutture di comunicazione chiari, il che porta le persone ad avere aspettative poco chiare.

Molte cose che sono state ritenute utili in termini di misurazione delle prestazioni, oggi, sono concetti obsoleti. Cose che portano, in effetti, al presentismo digitale: straordinari, partecipazione ad ogni riunione e posticipazione delle ferie.

Milioni di persone a causa dalla pandemia sono state costrette a lavorare da casa. In mancanza di soluzioni davvero ottimizzate e di una cultura del lavoro agile, non hanno affatto vissuto questa esperienza in modo positivo. In tantissimi casi le persone hanno visto esaurirsi velocemente le proprie risorse cognitive.

Un approccio sbagliato al tema del lavoro agile

Il tema del lavoro agile, infatti, spesso è stato approcciato in modo scorretto. Quando si valuta il lavoro agile come opzione ci si deve chiedere di cosa hanno bisogno le persone, cosa serve loro per essere creative e performanti, sia dal punto di vista degli strumenti, sia dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro e dell’ambiente in cui si lavora da casa.

Tutti vogliono lavorare da casa? No, perché la persona che lavora da casa è spesso una persona estroversa a cui piace avere il “controllo” di ciò che fa. Una persona che ama prendere decisioni in modo autonomo e sentire un certo grado di libertà. Questo vale per un 20% dei lavoratori e delle lavoratrici. Una percentuale molto più alta, dal 30% al 40%, è costituita da persone introverse, e in alcuni ambiti professionali queste percentuali sono ancora più alte.

Secondo lo studio “Next Work Innovation”, i metodi che le aziende adottano per misure le prestazioni delle persone sono obsoleti: numero di ore di straordinario, numero di presenze alle riunioni in presenza e on-line, rinuncia a giorni di ferie e di permesso.

Al contrario, si dovrebbe premiare una cultura che vede un collaboratore o una collaboratrice che finisce un lavoro in 4 ore, ma che per questo non veda ridotto il numero delle proprie ore giornaliere. Lo studio mostra come sia importante una cultura volta al raggiungimento dei risultati.

La persona ha portato il risultato che doveva portare, in modo che tutti gli altri possano continuare a lavorare e il risultato complessivo è quello voluto? Se la risposta è sì non si dovrebbe valutare altro. Invece si continua a misurare ridicolmente la produttività del lavoro intellettuale in giornate di otto ore e si sponsorizzano lezione di yoga o attività simili in modo che la salute fisica non ne risenta. Questi sono solo cerotti per i sintomi del problema.

Ridurre i costi dell’economia dell’attenzione con la metacognizione: cosa possono fare le aziende

Individuare le cause dietro i sintomi

Come si arriva alle cause dietro i sintomi?

Lo studio ha fatto emergere un elemento davvero interessante. Molte persone che hanno partecipato allo studio hanno detto che ciò che fanno gli piace davvero, ma è il come lo devono fare che non gli piace. Ecco perché la cultura dell’azienda dovrebbe evolvere verso una cultura che permetta ai dipendenti e alle dipendenti di lavorare come vorrebbero (ovviamente entro limiti e regole chiare).

Da dove viene questa contraddizione?

I progetti sono spesso non allineati con gli obiettivi dell’azienda e organizzati verticalmente senza connessione con gli altri. Le vendite fanno una cosa, il reparto risorse umane ne fa un’altra, gli sviluppatori fanno qualcosa di altro.

Quando chiedo ai dipendenti di un’azienda dove sono i punti deboli, la risposta più comune che ottengo è che tutti vogliono essere lasciati di svolgere il proprio lavoro in pace. Non voglio correre da una riunione all’altra ed essere sempre in ritardo. Non vogliono essere interrotti, o distolti dal lavoro per via dell’ennesima urgenza “per ieri”.

Di cosa ha bisogno il cervello per funzionare al meglio

Dobbiamo portare più conoscenza nelle aziende su cosa ha realmente bisogno il cervello per dare il meglio di sé. È lo strumento di lavoro più importante che abbiamo e dobbiamo saperlo usare al meglio.

Un manager deve essere in grado di criticare quando qualcuno non fa le pause e criticare quando qualcuno fa costantemente gli straordinari. Deve anche impedire il multitasking, semplicemente perché sa che questo consuma solo energia, ma non ne crea di nuova.

Che dire di quelle belle idee creative ed innovative che ci vengono quando facciamo la nostra corsa mattutina o quando “stacchiamo la spina”? Non è un gran bel risultato?

Tutti odiano le riunioni video ma queste vengono fatte lo stesso. La mia ipotesi è che le riunioni servano anche come mezzo per organizzare la giornata, sostituendo l’auto-organizzazione. Com’è piacevole che la giornata sia strutturata con dieci inviti a riunioni. Questa è esattamente la sfida del nuovo modo di concepire il lavoro: richiede di assumersi la responsabilità di sé stessi e di essere capaci di organizzare la propria giornata in modo tale da poter essere efficaci, di essere consapevoli degli strumenti digitali, così che da ottenere da questi il massimo e non esserne, invece, distratti.

La digitalizzazione può aiutare in questo?

Moltissimo. Gli strumenti digitali, utilizzati in modo mirato, fanno compiere enormi passi in avanti. Non solo nella comunicazione e nel trasferimento delle conoscenze ma anche nel rendere l’organizzazione del lavoro più efficiente ed efficace. Tutti i processi che possono essere automatizzati, perché ripetitivi, devono essere affidati agli strumenti digitali.

Questo è un bene per il nostro cervello e la nostra mente, che non amano affatto ciò che è ripetitivo e noioso. Una delle condizioni che rende ancora più suscettibili alle distrazioni, cioè alle interruzioni.

La digitalizzazione delle attività ripetitive consente di risparmiare energia per compiti che richiedono concentrazione e creatività. Se riusciamo in questo obiettivo il cervello rilascia dopamina e di conseguenza concludiamo la nostra giornata lavorativa con uno stato di soddisfazione.

I lavoratori e le lavoratrici che oggi si spostano fra casa e ufficio sono lontani anni luce da questa condizione.

Riunioni, riunioni, riunioni. Ma serviranno?

Chi svolge una professione intellettuale trascorre un giorno e mezzo lavorativo della propria settimana lavorativa in riunioni online, in presenza, in confronti con colleghi e superiori. È così che nasce il costo esorbitantemente alto che le aziende pagano per processi digitalizzati inefficienti, secondo lo studio: altri 56 miliardi di euro vengono persi perché più di un incontro su tre è considerato inutile dai partecipanti.

Quante volte ci si domanda quando è produttiva una riunione? Soprattutto se svolta online?

La riunione è efficace se ha un ordine del giorno, così che i partecipanti possano prepararsi e se la scaletta della riunione è rispettata rigorosamente.

Chiediamoci: una riunione è rilevante per il lavoro? L’occasione e il contenuto sono importanti? Ha rilevanza? Si può svolgere il lavoro altrettanto bene senza la riunione?

Il 35% delle persone ritiene che la gran parte delle volte le riunioni non hanno una vera rilevanza.

Quello condotto dalla dottoressa Vera Starker non è l’unico studio. Ci sono altri due studi interessanti da tenere in considerazione. Uno mostra una correlazione tra l’efficienza delle riunioni e il successo aziendale (https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/1046496411429599). Ciò significa che le riunioni “produttive” ripagano. Un altro studio evidenza come sia importante che nel corso della giornata le riunioni siano svolte in precisi momenti. Come, ad esempio, nella tarda mattinata prima della pausa pranzo (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36289421/), così da ridurre le possibilità che le persone adottino un comportamento “multitasking” durante la riunione. Permettere di sfruttare le ore “migliori” per eseguire i compiti che richiedono le maggiori risorse cognitive permette di affrontare la riunione in modo più rilassato. In oltre l’incombere della pausa pranzo si trasforma in un buon deterrente per evitare che le riunioni si prolunghino eccessivamente.

Coloro che possono lavorare consapevolmente due ore al mattino in pace e tranquillità passeranno la giornata in un modo completamente diverso. Il livello dell’ormone dello stress e del cortisolo nel sangue diminuisce in modo sensibile. Tuttavia, il prerequisito è che l’azienda crei le condizioni per questo tipo di concentrazione. Durante questo periodo, ogni dipendente dovrebbe essere in grado di dedicarsi alle attività senza interruzioni. Non è necessario leggere e rispondere a nuove mail.

In molte aziende, l’accessibilità ai dispositivi digitali è parte del lavoro, e quindi la distrazione è spesso parte integrante del lavoro.

Come gestire le continue distrazioni

Come gestire questa condizione?

Concentrarsi rigorosamente sul come vanno utilizzati i canali di comunicazione interni ed esterni all’azienda è fondamentale. Le questioni urgenti devono passare attraverso un solo canale (telefono? chat?). Un argomento è importante ma non è urgente? Magari va veicolato tramite e-mail, una riunione è utile? O conviene adottare brevi e veloci confronti? E così via…

La maggior parte delle aziende ha regole per e-mail, Trello, Slack, Asana, WhatsApp e così via. Ma non funzionano se le regole non le rispettano tutti e tutte (incluse le persone che hanno il compito di dirigere l’azienda).

Questo accade fin troppo spesso perché siamo presi dall’illusione di dover correre e fare sempre più cose nel minor tempo possibile, senza renderci conto che questo comporta solo svantaggi.

In poche parole, fare una cosa per volta, attraverso un’organizzazione volta a rendere le persone autonome nella gestione del lavoro e attraverso una cultura consapevole dell’impatto degli strumenti digitali è l’unica via per garantire all’azienda “lunga vita e prosperità”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 3