Il metaverso, fra le tante sue declinazioni, permette anche di migliorare la fruizione delle opere d’arte in quanto ci permette di accorciare le distanze spazio-temporali, proiettando il soggetto in una realtà a portata di un click riducendo notevolmente costi e tempo.
Un esperimento condotto da EY dimostra come l’innovazione introdotta dal Web 3.0 potrebbe incentivare e promuovere in maniera efficace la cultura, oltre che nuove forme di business.
Proviamo a fare un quadro di tutto l’universo di possibilità che circonda questo nuovo stadio evolutivo di Internet.
I quattro elementi chiave del web 3.0
Il Web 3.0 è caratterizzato principalmente da quattro elementi chiave:
- Tokenomics (Non-Fungible Token (NFT) e criptovalute): nuova economia digitale basata su un ecosistema decentralizzato, digitalizzato, disintermediato e “trusted” con wallet digitali, valute digitali ed identità distribuite e certificate.
- Decentralized Finance (Defi): introduzione di alternative decentralizzate nei prestiti, nei risparmi, nel commercio e nell’investimento.
- Decentralized Autonomous Organization (DAO): creazione di strutture operative stabili promosse dal voto di una community.
- Metaverso: abilitazione di nuovi modelli di business e servizi in un mondo digitale immersivo in realtà mista.
Opportunità del Metaverso e barriere d’ingresso
L’interesse nei confronti del web 3.0 ed in particolare del metaverso è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni e continua a crescere, registrando un incremento degli investimenti e prevedendo una crescita del mercato globale del Metaverso fino a circa 800 miliardi di dollari entro il 2025 secondo “Bloomberg Intelligence”. Ma che cosa si intende effettivamente per “metaverso”?
In letteratura esistono diverse definizioni di “metaverso”, ognuna diversa dall’altra, e nel report “Web 3.0: Metaverso e NFT” redatto da EY in collaborazione con il Centro di Ricerca in Strategic Change della Luiss Guido Carli, è stato così definito:
“Il Metaverso è uno spazio 3D che ritrae quanto di più simile al mondo reale esista all’interno di un ambiente virtuale, così attrattivo da spalancare future ed inimmaginabili esperienze di divertimento, lavoro e socializzazione per gli utenti, nonché growth opportunities e strumenti di value creation per le imprese, in grado di creare nell’avvenire una nuova ed evoluta economia”.
Pertanto, il metaverso non rappresenta esclusivamente uno spazio virtuale come molti pensano, ma bensì un nuovo modello di interazione sociale, di comunicazione e di creazione del valore.
Gli ambiti che catalizzano gli investimenti
In particolare, dalla survey “EY-Luiss Web 3.0 (Metaverso e NFT) Survey 2023” – realizzata intervistando oltre 100 CEO e Top Manager di alcune delle più importanti aziende italiane e estere, per indagare l’impatto del Web 3.0, con particolare focus sul metaverso e NFT, sulle imprese e le conseguenti sfide e implicazioni di natura giuridica e fiscale – emerge il notevole potenziale del Web 3.0 ed in particolare del metaverso nel modellare i futuri modelli di business delle imprese, che nascono dalla creazione e la vendita di asset digitali e da collezione, case ed edifici digitali ed esperienze virtuali.
I principali ambiti di applicazione sui quali si intende investire sono:
- Customer Experience: garantire esperienze multisensoriali e completamente immersive per i propri clienti superando i limiti fisici spazio-temporali, grazie ai forti investimenti delle aziende Tech nelle nuove tecnologie abilitanti il Web 3.0 che hanno consentito di sviluppare nuovi device per abilitare nuove modalità di socializzazione e interazione.
- Education: apprendimento e sviluppo di competenze nel metaverso attraverso la riproduzione di un ambiente che simula situazione reali in un ambiente virtuale.
- Metaverse Marketing: avviare campagne o iniziative di marketing nel metaverso per aumentare la visibilità e rafforzare l’immagine del brand, oltre a veicolare i valori dell’azienda rendendo il pubblico parte attiva del racconto.
- New Way of Working: abilitare un nuovo modo di lavorare attraverso l’organizzazione di incontri virtuali nel metaverso per una maggiore inclusività, rimediare al problema dell’isolamento del lavoro da remoto e garantire una esperienza più coinvolgente ed interattiva.
- Creator Economy: scambiare asset virtuali ed eseguire transazioni economiche all’interno di un ecosistema digitale.
- Cookieless Process: ottimizzare e semplificare i processi attraverso la creazione di un Digital Twin di uno spazio reale.
Tali modelli sono trasversali e applicabili in differenti settori di mercato, offrendo differenti opportunità per le imprese, ad esempio:
- “Fashion & Luxury” – abilitazione del processo creativo per la definizione di prodotti premium digitali e offerta di esperienze esclusive e straordinarie non replicabili in un ambiente reale (es. Fashion Week).
- “Healthcare & Life Science” – miglioramento telemedicina, trial clinici e attività di ricerca e formazione attraverso lo sviluppo del gemello digitale di un corpo umano e la virtualizzazione di un ospedale.
In particolare, il 42% dei CEO e Top manager che pianificano di sviluppare nuove soluzioni nel metaverso e adeguare i propri modelli di business ritengono indispensabile investire anche nella formazione dei dipendenti, a riprova dell’importanza del fattore umano per l’applicazione delle tecnologie emergenti. In particolare, per garantire una corretta esecuzione di una strategia del metaverso è necessario investire nello sviluppo di nuove competenze trasversali, in particolare nell’ambito Technology (Blockchain, Pagamenti Elettronici, Cybersecurity), Tax & Legal (Legal, Risk, Compliance) e People & Business (Business Model Building).
Non mancano però le critiche, perplessità e dubbi sul Web 3.0, da riscontrarsi in una serie di fattori: la presenza di ingenti costi di investimento affiancati ad un’eventuale incertezza dei relativi ricavi; la poca chiarezza circa le reali potenzialità e opportunità associate; la necessità di investire nello sviluppo di nuove competenze e l’assenza di una normativa adeguata.
In particolare, il 64% degli intervistati ritiene che i governi dovrebbero ulteriormente regolamentare il mercato, in quanto la normativa vigente non risulta essere completamente adeguata a rispondere ai diversi scenari abilitati dal Web 3.0.
1,2 3…Web
Negli ultimi dieci anni il numero della popolazione italiana connessa ad internet è aumentato esponenzialmente, raggiungendo nel 2023 oltre l’86% della popolazione, grazie all’incremento del livello di maturità digitale e all’introduzione di nuovi device per far fronte ai cambiamenti delle esigenze degli utenti (soprattutto delle nuove generazioni native digitali).
In particolare, gli ultimi avanzamenti nelle Information Technologies hanno consentito di abbattere le barriere fisiche, sociali e geografiche ed il periodo pandemico dovuto al Covid-19 ha promosso una evoluzione degli attuali modelli di business e l’introduzione di nuove modalità di interazione tra gli utenti, accelerando notevolmente il processo di digitalizzazione ed evoluzione del mondo digitale: “dal web 1.0 al web 3.0”.
Il web 1.0 rappresenta l’inizio dell’era digitale e la prima fase di nascita della rete, caratterizzata negli anni ’90 dalla presenza di browser e pagine internet statici in cui non vi era interazione tra gli utenti, ma solo la possibilità di leggere contenuti (read-only web). Il web 1.0 è caratterizzato dalla centralizzazione delle informazioni, a capo di una unica organizzazione, da un flusso comunicativo unidirezionale e da una limitata possibilità di interazione (tramite Fax e e-mail).
Il web 2.0 rivoluziona completamente il modo di socializzare, comunicare, condividere o fare acquisti grazie allo sviluppo dei social media, dei blog, dei podcast, delle app e delle video call. Nasce in rete il concetto di cultura partecipativa, che prevede una forte interazione tra gli utenti (read-write web). Le informazioni sono scambiabili e accessibili a tutti, ma il processo di archiviazione è ancora centralizzato nell’ente titolare della piattaforma. Il web 2.0 ha determinato un cambiamento nel Business Model di molte imprese e la nascita di notevoli growth opportunities. Basti pensare che attualmente la presenza sui social media risulta essere un requisito essenziale per ottenere un vantaggio competitivo.
Oggi abbiamo, quello che è definito, un nuovo stadio evolutivo di Internet, il Web 3.0 (read-write-own-participate web). Il Web 3.0 rappresenta una evoluzione del Web 2.0, in cui si punta ad una maggiore decentralizzazione, sicurezza, privacy, interoperabilità e capacità di elaborazione dei dati. Infatti, è possibile certificare le proprietà di oggetti digitali tramite registri decentralizzati ed ottenere la proprietà di luoghi all’interno di uno spazio virtuale tridimensionale.
Gli investimenti previsti in metaverso e NFT
Dal report “Web 3.0: Metaverso e NFT” il 54% dei CEO e Top Manager delle principali imprese italiane ed estere sta attualmente investendo o intende investire nel breve periodo nell’adozione delle principali tecnologie emergenti, tra cui il Metaverso e gli NFT.
Per quanto riguarda il metaverso, si prevede una crescita considerevole dell’impatto del metaverso sul portafoglio dei servizi e prodotti offerti nel prossimo decennio: oltre il 40% degli intervistati ritiene che il tasso di crescita medio del mercato del metaverso in termini di ricavi attesi nei prossimi 10 anni sarà superiore al 40%.
Tuttavia, la propensione è ad investire con cautela: solo il 28% degli intervistati intende investire più del 15% del budget nella sperimentazione di nuove soluzioni nel metaverso ed il 19% prevede di investire più di 200 mila euro nel corso del 2023 per avviare nuove progettualità ed adottare nuove soluzioni nel metaverso.
Il mercato degli NFT è attualmente in corso di sviluppo, registrando ogni settimana tra le 15.000 alle 50.000 vendite di NFT secondo la società NonFungible Corporation. In particolare, nel primo trimestre 2022 sono stati scambiati circa 53.000 NFT, per un volume scambiato di circa 365 milioni di dollari.
Si tratta quindi di un mercato in corso di sviluppo. Secondo il 48% del campione della survey “EY-Luiss Web 3.0 (Metaverso e NFT) Survey 2023”, gli NFT offrono un’importante opportunità di crescita dei ricavi e hanno già dimostrato essere una realtà con potenzialità significative in svariati ambiti di applicazione. In particolare, sono stati individuati tre principali ambiti di applicazione: Diritti d’autore, Collezionismo e Marketing. Al contrario, il 38% degli intervistati non ritengono gli NFT una tecnologia da esplorare e su cui investire, in quanto hanno un mercato troppo volatile e pertanto uno scarso valore aggiunto. Infine, il 14% dei Top manager intervistati evidenzia che la scarsa conoscenza degli NFT li rende non appetibili per effettuare investimenti.
Sebbene il mercato del Web 3.0, in particolare del metaverso e degli NFT, è ancora in fase di espansione, si inizia a pensare che si tratti di una bolla economica destinata a scomparire nei prossimi anni. Il web 3.0 ha consentito di sviluppare una nuova economia digitale basata su un ecosistema decentralizzato, digitalizzato, disintermediato e “trusted” con wallet digitali, valute digitali ed identità distribuite e certificate; pertanto, non può certo trattarsi di una bolla economica. Infatti, attualmente si è passati da una fase di “hype” iniziale ad una fase di disincanto fino ad arrivare ad un consolidamento e stabilizzazione dell’intero ecosistema in cui si intende investire esclusivamente nei settori e nei casi d’uso a più chiaro valore aggiunto, che portano alla creazione di valore per le imprese e consentono di trarre reali benefici.
L’applicazione nelle neuro-scienze: il caso BIAF
L’approccio neuro-scientifico consente la progettazione di spazi del Metaverso secondo criteri di oggettività, che permettono all’utente di vivere un’esperienza immersiva seguendo un approccio “Human-Centered”: costruire ambienti e progetti pensati sulla dimensione della persona, capaci di favorire la sperimentazione di emozioni positive associati ad una determinata esperienza o accelerare il processo di apprendimento e sviluppo.
L’applicazione di strumenti neuroscientifici nell’esperienza virtuale consente infatti di valutare il coinvolgimento emotivo e cognitivo di una realtà immersiva, identificando gli elementi del contesto (es. il design dell’ambiente) e le dinamiche relazionali (relazioni con altri utenti) in cui il coinvolgimento è stato maggiore e ricostruire di conseguenza gli aspetti che hanno funzionato meno.
Ad esempio, EY ha condotto in partnership con BrainSigns nel mese di ottobre una ricerca pioneristica nel campo delle neuroscienze sulla percezione di una mostra d’arte realizzata all’interno del Metaverso. Nello specifico, essendo EY partner della Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze (BIAF), si è deciso di condurre nel wavespace di Roma una ricerca nel campo della neuroestetica per misurare le emozioni generate dalla fruizione di una mostra, in un ambiente virtuale riprodotto nel metaverso.
I partecipanti, tramite l’utilizzo di visore, hanno vissuto un’esperienza immersiva, visitando un salone virtuale in cui erano presenti varie opere vincitrici nelle precedenti edizioni del BIAF. Durante l’intera esperienza, il team di neuroscienze del wavespace ha acquisito diversi parametri fisiologici dei partecipanti come l’attività cerebrale, la frequenza cardiaca, la sudorazione della pelle e l’attività oculare al fine di valutare il coinvolgimento emotivo di una realtà immersiva:
- L’esperienza immersiva nel metaverso ha generato un coinvolgimento emotivo molto alto rispetto a quella vissuta tramite le immagini al computer. In particolare, i partecipanti hanno percepito un coinvolgimento emotivo progressivamente più forte, all’aumentare della fruizione delle opere d’arti.
- Confrontando differenti tipologie di opere d’arte, è emerso che l’emozione nel metaverso è stata la stessa per la tipologia “Pittura” e “Scultura”, al contrario, quando queste opere sono state viste al computer quelle relative alla “Pittura” hanno generato un maggior coinvolgimento emotivo.
- In merito al confronto dei punteggi dichiarati (computer e metaverso), emerge come non ci siano grandi differenze tra le due modalità di osservazione delle opere: le opere vengono valutate in misura simile nelle due condizioni metaverso e computer.
- Le immagini delle opere mostrate al computer hanno catturato prima l’attenzione rispetto ai testi e sono state viste per più tempo e per una maggiore percentuale di fissazione.
Normalmente siamo abituati a vedere i musei come un vento culturale solamente ancorato al passato e la tradizione, ancor di più, se si tratta di un museo d’antiquariato, come l’oggetto della ricerca.
Questo esperimento può dimostrare come l’innovazione sia il motore propulsore che potrebbe incentivare e promuovere in maniera efficace la cultura senza far perdere l’essenza del suo essere. Un possibile scenario futuro potrebbe essere quello di condurre una ricerca simile non più su persone singole ma su coppie di amici, i quali possono godersi del tempo insieme e valutare così un aspetto indispensabile ai giorni nostri: la dimensione sociale.