Il volto del santo papa Giovanni Paolo II colto nel grido di dolore senza voce a causa della malattia che lo portò alla morte: l’emozionante quadro di Fabrizio Vatta dal titolo Senza Parole 1, realizzato di recente, ora si può avere al costo di circa un terzo rispetto all’originale, acquistando la copia in NFT. L’arte si fa sempre più democratica grazie alla nuova finanza?
NFT e arte: lo stato delle regole su autenticità e diritti d’autore
Gli NFT e l’arte
Gli NFT – non-fungible token – sono infatti copie uniche o a numero limitato certificate digitalmente sulle blockchain, sorta di registro delle transazioni utilizzato per la generazione di criptovalute, e costituiscono uno dei nuovi trend nel mercato dell’arte come in quello delle criptovalute. A differenza delle criptovalute tradizionali come Bitcoin o Ethereum, che sono fungibili (cioè possono essere scambiati uno per uno e hanno lo stesso valore), gli NFT sono unici e rappresentano un’opera d’arte o un oggetto digitale specifico.
A proporre in 11 copie NFT l’opera di Vatta in NFT a Milano è per esempio la Agostino Art Gallery di via Solari 72, galleria specializzata in arte contemporanea e aperta ad ogni nuova forma di espressione artistica.
La curatrice Cinzia Lampariello Ranzi è particolarmente attenta a tutte le esperienze che possono far fermentare un mercato piuttosto fermo come quello dell’arte.
Basti pensare che avendo aperto solo da pochi mesi e con una mostra di diversi artisti contemporanei sulla regina Elisabetta II “Lilibeth The Queen” ha saputo conquistare le pagine dei principali media italiani. Tanto è vero che la rassegna è stata portata a Parma 360.
Le opere di Francesco Vatta
Le opere di Vatta, 66 anni, sono presenti in numerosi sedi pubbliche e Collezioni private a Venezia, Padova, Verona, Bologna, Milano, Brescia, Mantova, Napoli, Amburgo, Parigi, Vienna, Ginevra. L’artista è considerato l’ultimo pupillo di Emilio Vedova.
Dal 2012 è presente nella Collezione della Casa Museo Alberto Moravia a Roma. Il ritratto è la sua passione con una serie di omaggi ai grandi personaggi della cultura del ‘900 come Pasolini, Warhol, Einstein, Pound, Picasso, Borges, Morandi e Moravia, al quale dedicò un ritratto molto intenso nell’83.
Vatta ha partecipato a sette edizioni della collettiva presso la Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia, conseguendo in due occasioni il premio, e successivamente è stato invitato ad esporre nella prestigiosa Lewers Art Gallery di Penrith e a Sidney in Australia, in una selezione di giovani artisti veneziani.
Il suo è un linguaggio di matrice espressionista difficilmente etichettabile perché rifugge da mode e stili precisi, collocandosi a metà strada tra la grande tradizione pittorica del passato e le istanze pressanti e contraddittorie che caratterizzano il nostro tempo.
Dal 2006 è docente di arte e immagine nella scuola secondaria. Senza parole 1, del 2023, è un olio su canvas, 70×90.
Milo Lombardo in NFT alla Agostino Art Gallery
La Agostino Art Gallery propone in NFT anche Il Cappello, acrilico su tela di Milo Lombardo, del 2005, cm 150×120 in 11 copie. Questo artista, che si definisce “figurativo moderno individualista”, ha ricevuto innumerevoli premi, tra i quali l’Ambrogino d’oro e d’argento di Milano, per la scultura e la pittura. Milo è artista versatile e sensibile: la sua produzione è espressione di equilibrio di forme e di armonia di colori. Con il progetto dal titolo Il vecchio e Il Giovane è stato al padiglione Italia di Expò 2015. Attualmente sta promuovendo il progetto Pro-Ukraina con l’artista ucraino e suo amico Ivan Turetskyy, battuto più volte da Sotheby’s a Londra.
Si tratta di un percorso artistico museale mirato a mantenere il focus sociale sull’immane tragedia della guerra portando con l’arte un forte messaggio di pace e contribuendo a una raccolta fondi da destinare al MIUFI- Associazione Nazionale Italia- Ukraina, per l’aiuto umanitario al popolo ucraino. A Milano, le opere di Turetskyy e Milo Lombardo saranno esposte a Palazzo Lombardia e in esclusiva proprio alla Agostino Art Gallery.
Pro e contro degli NFT nel mondo dell’arte e delle produzioni digitali
Tornando agli NFT, essi sono da qualche anno la nuova frontiera della tecnologia blockchain e della proprietà intellettuale on line ma nelle gallerie d’arte questa offerta è ancora rara. Eppure essi sembrano destinati ad entrare nella consuetudine di pari passo alla digitalizzazione della nostra vita, del lavoro e delle relazioni, soprattutto nel mondo dell’arte e delle produzioni digitali, che altrimenti difficilmente un autore può difendere, consentendo di monitorare la storia e il valore delle opere nel tempo.
Gli NFT risolvono infatti il problema della duplicazione non solo delle opere d’arte ma di qualunque oggetto che possa essere facilmente duplicato in formato digitale e scambiato come file a totale insaputa del creatore e senza alcun controllo. Basti pensare a un video. Un NFT quale informazione digitale registrata nella blockchain che associa a un soggetto un particolare diritto, garantisce insomma sia artista o l’autore, sia l’acquirente.
Alcuni aspetti di questo tipo di compravendita certo sollevano dei dubbi. Pensiamo a chi ha acquistato in NFT un tweet, un videogioco o un brano musicale o un articolo giornalistico: in realtà in mano ha solo un certificato senza avere concretamente alcuna opera esclusiva. Un tweet resta disponibile a tutti on line.
Eppure, il primo tweet del creatore di questo social, Jack Dorsey, è andato all’asta per 2,9 milioni di dollari. Il record pare essere stato raggiunto dall’artista americano Beeple del quale un collage digitale di disegni e animazioni in digitale è stato venduto per 69,3 milioni di dollari.
È possibile perfino chiedere un prestito dando come garanzia un valore corrispondente in NFT. E con gli NFT le transazioni sono sempre tracciabili.
Difficile in ogni caso oggi sentenziare fino a che punto gli NFT sono solo una moda o se prenderanno piede nella vita di tutti.
Certo è solo che attualmente rappresentano la risposta a un bisogno di tutela dei produttori di opere digitali e dall’altra consentono a tutti di possedere una immagine reale certificata, come quella dei due quadri di Vatta e Milo Lombardo.
Conclusioni
La nuova frontiera della proprietà intellettuale on line soddisfa insomma bisogni reali nell’epoca delle relazioni digitali. Il dubbio se mai è sul valore economico degli NFT che al momento sembra ‘gonfiabile’ a piacere come dimostrano i casi sopradescritti. Questo è il rischio che si corre ad andare dietro alla finanza. Il consiglio pertanto è quello di rimanere con i piedi per terra e di affrontare la questione, almeno nel campo dell’arte, con gli stessi criteri con cui si acquista un’opera fisica. Il valore deve essere prima di tutto riconosciuto all’opera stessa secondo le proprie propensioni, senza pensare all’investimento puro, lasciando i giochi finanziari agli investitori di professione.