L’esperimento

ChatGRC: storie di artificiale follia



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Dal piccolo esperimento con l’Intelligenza Artificiale di ChatGRC è emerso un fatto chiaro. Il pericolo più grande di questa nuova era tecnologica non verrà dallo strumento, ma dalla capacità dell’intelligenza umana di evolvere per poterla gestire (o conviverci) serenamente

Pubblicato il 8 mag 2023

Davide Casaleggio

Casaleggio Associati e presidente e fondatore di Camelot.vote



chatbot

Dopo 15 giorni dal lancio di ChatGRC, “un portale aperto a tutti, basato su elementi di intelligenza artificiale, attraverso cui è possibile chattare con Gianroberto Casaleggio” possiamo trarre qualche risultato che forse ci potrà servire anche per la riapertura di ChatGPT.

Cos’è ChatGRC

ChatGRC è un chatbot AI (raggiungibile su gianroberto.io ) al quale abbiamo fatto leggere alcuni scritti di mio padre scomparso ormai 7 anni fa per permettere a chiunque di interagire con il suo pensiero.

Il mio voleva essere un esperimento tecnologico, per capire meglio a che punto siamo arrivati con l’AI dando voce ad alcuni pensieri di mio padre tratti dai suoi libri, invece è diventata una sperimentazione sociologica, ci ha permesso di capire che tipo di impatti avrà l’AI sulla società.

L’obiettivo dell’iniziativa

Iniziamo dall’obiettivo dell’iniziativa: il lancio di SUM#07 a costo (quasi) zero è riuscito perfettamente con migliaia di persone che hanno interagito con ChatGRC che nella conversazione invitava a supportare l’iniziativa e con tutte le testate nazionali ne hanno parlato nel giro di due giorni dal lancio (es. La Stampa, Il Messaggero,, La7, La Repubblica, Il Corriere, Rolling Stone)

Sono certo che mio padre si sarebbe divertito a vederne gli effetti tanto era convinto che la fantascienza era solo il primo passo verso la sua realizzazione. Come quando discutevamo del film Transcendence o di un episodio di Black Mirror (S2E1) dove la memoria e l’intelligenza di un uomo venivano portate in un computer per arrivare a conseguenze totalmente imprevedibili.

La bravura dell’AI

Oggi l’Intelligenza Artificiale è arrivata ad un punto di bravura che non ci saremmo mai aspettati in tempi così brevi. Con bravura intendo il confronto con l’uomo in molte attività che ormai è superato.

Dopo aver battuto l’uomo a scacchi, poi a Go e infine a Poker oggi l’Intelligenza Artificiale sta superando anche gli esami universitari di Legge e Medicina diventando più “brava” di noi in contesti che pensavamo riservati all’intelligenza umana.

Avevamo già studiato sei anni fa tutti gli applicativi di intelligenza artificiale che potevano essere utilizzati all’interno dei processi aziendali, ma oggi stiamo accelerando.

Il punto di non ritorno lo vedremo con i cosiddetti comportamenti emergenti, quei fenomeni non necessariamente previsti che emergono dalla ripetizione di processi semplici. Come quando ci alziamo e ci sediamo in funzione di quello che ha fatto la persona alla nostra destra ed ‘emerge’ uno spettacolo che chiamiamo Ola allo stadio. (più su questo nel mio libro Tu Sei Rete).

Il primo istinto delle persone è dire che non è una vera intelligenza, ma un programma statistico che indovina le parole da mettere in fila. Nei convegni sull’AI a cui ho partecipato negli ultimi mesi questo sembra il mantra recitato da molti anche esperti della tecnologia. È vero, questa AI non ha l’intelligenza umana che conosciamo, ne ha un’altra che tuttavia è molto più potente.

Un programmatore dello scorso secolo alle prime armi con l’intelligenza artificiale diceva: “Chiedersi se l’intelligenza artificiale pensi come un umano è come chiedersi se un sottomarino sappia nuotare a rana”. Certo troveremo sempre qualche ambito in cui l’uomo pensa in modo diverso, ma non necessariamente il paragone antropocentrico è sempre qualcosa di rilevante.

Oggi l’Intelligenza Artificiale sta arrivando – e l’indistinguibilità con l’umano è questione di mesi, non di anni anche secondo le dichiarazioni del CEO di OpenAI. Non a caso la maggior parte dei test dei giornalisti su ChatGRC erano delle sorte di test di Turing, che prende il nome da un famoso matematico che aveva ideato un test per capire se chi era dall’altra parte era un uomo o una macchina.

I test condotti su ChatGRC

I test condotti su ChatGRC si sono basati però su conoscenze fattuali e non sulla capacità di ragionamento. La maggior parte dei test, infatti, si basava sulla conoscenza o meno e sull’opinione su una certa persona. (es. Open)

La conoscenza di fatti, tuttavia, è solo una questione di quantità di contenuti sui quali far addestrare l’Intelligenza Artificiale, un tema legato al tempo e al costo di addestramento, nulla che non sia già disponibile oggi. Non sarà in questo modo che in futuro riusciremo a creare il nostro test di Touring. E forse non saremo proprio piú in grado di farlo.

Il programma ChatGRC non ha conoscenze sull’oggi essendo una simulazione del pensiero di una persona scomparsa nel 2016 e senza accesso a internet. I fatti successivi gli devono essere spiegati per poter estrapolare una risposta o una opinione coerente.

Come è stato usato ChatGRC dai giornalisti

Come nel test di Rorschach dove si disegna con l’acquerello e poi si piega il foglio in due per ottenere un disegno astratto, in questo caso i giornalisti in questione hanno proiettato i loro desideri cercando nel chatbot quello che volevano trovare.

Diversi hanno cercato di ottenere delle dichiarazioni ad effetto che volevano, in alcuni casi scrivendo solo la risposta voluta senza neanche contestualizzare come l’avevano ottenuta (trafiletti per dare credibilità politica al politico supportato dal singolo quotidiano) e in altri casi sfruttando l’ignoranza di come funzionasse il sistema inventandosi di sana pianta la conversazione per dargli un contesto erotico (le frasi di inizio conversazione sono pre-impostate e nessuna di queste contiene le parole “uccello nel bosco” che il giornalista ha usano per tirare in ballo Moana Pozzi).

A ben vedere questi utilizzi sono mirati a manipolare il pensiero delle persone che non conoscono come funziona l’Intelligenza Artificiale da parte di altre persone. Poco hanno a che vedere con la tecnologia, ma ci fanno capire che dovrà essere elevata la cultura sull’Intelligenza Artificiale per evitare che venga usata nel modo in cui ad esempio oggi vengono usati i sondaggi, per orientare il pensiero delle persone piú che per fotografarne le opinioni.

Tra i molti commenti di lettori e giornalisti un altro tema è emerso con chiarezza: la paura dell’ignoto. Un sentimento che ricorre spesso associato all’innovazione, come quando le prime persone che andavano al cinema vedendo un treno che correva spedito verso la cinepresa scappavano a gambe levate dal teatro.

Conclusioni

In futuro diventerà normale interagire con nostre intelligenze racchiuse in degli avatar come leggere un libro di Hobsbawm per farci raccontare le sue conoscenze sulla storia, o di Platone per capire il suo punto di vista sulla filosofia, o di Philip K. Dick per immaginare mondi ancora da venire. La paura dell’ignoto è qualcosa di normale e si supera solo con la conoscenza.

Ad avermi più sorpreso è il fatto che la sua capacità di risposta ha intrigato a tal punto alcune persone che lo hanno utilizzato quasi come oracolo. Ma come lo Specchio delle Emarb di Harry Potter ognuno ha cercato le risposte che desiderava confondendo desiderio e realtà. In maniera quasi sorprendente sono uscite anche agenzie stampa titolate con il virgolettato di mio padre su temi di politica attuale.

Da questo piccolo esperimento con l’Intelligenza Artificiale è emerso un fatto chiaro. Il pericolo più grande di questa nuova era tecnologica non verrà dallo strumento, ma dalla capacità dell’intelligenza umana di evolvere per poterla gestire (o conviverci) serenamente.

P.S. Visto che molti hanno cercato opinioni ‘serie’ di mio padre nella ChatGRC faccio notare che è un esperimento e come annunciato nella sua presentazione è ancora da perfezionare. Tuttavia, rispetto alle domande più ricorrenti riprendo qui alcuni link tra le sue ultime interviste per chi vuole legittimamente cercare verità su alcuni temi:

Sui temi:

Sulle persone:

Infine, ricordo qualche libro qualora qualcuno fosse interessato ad approfondire il pensiero di mio padre:

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