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Le Università sbarcano su TikTok: approcci ed esempi



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I social media possano essere un luogo di apprendimento oltre che di semplice intrattenimento. E allora anche TikTok può diventare una vera e propria risorsa educativa. Ecco gli approcci di alcuni atenei italiani

Pubblicato il 17 mag 2023

Chiara Staine

SC Centro Studi



tiktok challenge

TikTok potrebbe rappresentare un’opportunità di innovazione anche per un’istituzione come quella universitaria?

TikTok, una risorsa anche per il mondo accademico?

Per arrivare al nocciolo della nostra riflessione, partiamo dal presupposto che il mondo contemporaneo è caratterizzato da una forte interconnessione tra la sfera online e quella offline. Difficilmente le due cose possono essere distinte. Grazie all’avvento dei social media le distanze si sono accorciate e tutto è sempre più a portata di mano.

A volte questo può essere considerato un rischio perché, se da un lato la sfera del digitale ha lo scopo di catturare l’attenzione e di tenere attaccato l’utente allo schermo, dall’altro ciò che importa realmente è il contenuto del messaggio che in quel momento si cerca di veicolare. Il fatto che la maggior parte dei video pubblicati sulla piattaforma TikTok curino principalmente la parte estetica non denota che siano privi di significato.

A questo proposito il quesito che ci si può porre è se sia giusto far uso di questo social per diffondere anche messaggi con un fine istituzionale. È opportuno che una realtà accademica, come quella universitaria, approdi su Tik Tok? In che modo può farlo?

TikTok come risorsa educativa

Comunicare in maniera mirata ed efficace è una delle prerogative primarie all’interno del mondo digitale dei social media. Questo non significa voler trasmettere all’utente un messaggio completo e fine a sé stesso, ma fornirgli un input che sarà la base di partenza attraverso cui deciderà se indagare e approfondire ulteriormente per conto proprio. La figura dell’utente diventa significativa, in quanto cambia la sua posizione all’interno della piattaforma passando dall’essere spettatore a vero e proprio attore.

A partire dagli aspetti significativi di questa rivoluzione all’interno della realtà digitale vi sono una serie di iniziative e progetti a livello formativo che hanno dimostrato come i social media possano essere un luogo di apprendimento oltre che di semplice intrattenimento. Le esigenze degli studenti trovano così risposta anche nella sfera online. TikTok può allora divenire una vera e propria risorsa educativa oltre che uno spazio in cui moltissime realtà possono promuovere il proprio prodotto e/o le proprie attività. In riferimento a ciò è opportuno domandarsi se le università debbano creare un proprio account istituzionale per proporre, sfruttando le potenzialità di tale social, le proprie iniziative in maniera innovativa rispetto a quanto si è fatto sino ad ora.

Diversi sono gli atenei italiani che vantano la loro presenza su TikTok. Gli obiettivi che ogni realtà universitaria si pone sono molteplici: farsi conoscere distribuendo informazioni generali sui corsi di studio e sul piano di studi offerto, divulgare le attività interne ed esterne proposte dall’ateneo, lavorare sul miglioramento della propria visibilità, motivare gli studenti a continuare il percorso di studi una volta ottenuto il diploma, salvaguardare il tasso di abbandono legato alla rinuncia agli studi e promuovere la continua formazione attraverso la pubblicazione di brevi “video pillole”.

Le iniziative degli Atenei italiani

A tal proposito vi sono alcune iniziative portate avanti da vari istituti universitari italiani.

Il Cremit

Tra queste va menzionato il progetto di ricerca diffuso sul canale TikTok creato dal Cremit, ossia il Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Innovazione e alla Tecnologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano guidato da Pier Cesare Rivoltella e da un team di lavoro formato da dieci persone, tra cui alcuni studenti.

L’iniziativa intende sviluppare un palinsesto suddiviso in tre appuntamenti settimanali attraverso cui vengono pubblicati contenuti video rivolti a diverse tipologie di pubblico (studenti, genitori, insegnanti ed operatori/trici del settore) grazie anche all’inserimento di una scheda di presentazione che dà informazioni sul target al quale il video è destinato, sul filone di appartenenza e sull’intenzionalità educativa. Lo scopo del canale non è quello di mettere in risalto le attività del centro di ricerca, bensì di praticare una vera e propria “Media Education” attraverso la sperimentazione e la promozione di attività capaci di evidenziare le potenzialità pedagogiche del social media in questione.

L’Università Luiss Guido Carli

Un altro esempio è costituito dal profilo TikTok dell’Università Luiss Guido Carli di Roma che ha sviluppato, avvalendosi della mediazione di una agenzia che si interessa di web e media, un piano marketing in merito al progetto di orientamento per la campagna di iscrizioni dell’anno accademico 2020-2021. È noto come i risultati ottenuti, seppur nel bel mezzo di una pandemia globale, siano indicatori di una netta risalita in termini di numeri rispetto all’anno precedente. Numerosi, inoltre, sono i profili TikTok di atenei privati e statali, che si servono dei propri studenti per la creazione e la pubblicazione di contenuti. Diverso è il caso di quei canali che non sembrano essere gestiti ufficialmente dagli atenei in merito ai quali non si riesce a risalire né ai loro gestori, né alle finalità prefissate, né alla policy di pubblicazione del materiale.

Conclusioni

Trattandosi di realtà accademiche è doveroso rendersi conto che dietro alla creazione di un profilo TikTok ci sia il bisogno di avere un team di addetti ai lavori capace e responsabile poiché ad oggi questo social si presenta come il canale di relazione e comunicazione “istituzionale” che non va dato per scontato. È senz’altro necessaria una gestione professionale e strutturata cercando sempre di puntare sui contenuti pubblicati in modo tale da mantenere alta l’immagine di ciò che si sta rappresentando. Occorre investire sui social media, come nel caso di TikTok, in maniera pluridirezionale affinché si instauri un dialogo con le diverse tipologie di pubblico presenti sulla piattaforma.

Numerosi atenei, rendendosi conto di non poter fare a meno della propria presenza su TikTok, si stanno adoperando proprio in questa direzione. Lo prova il fatto che sono circa una trentina i profili attivati in funzione di questo specifico scopo.

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